Paura, ansia e famiglia, le tre parole più usate durante l’emergenza
Da molti anni, i ragazzi del Sannio procedono con lo spostarsi al nord, lasciando gli affetti più cari, abbandonando il loro quieto vivere, le amicizie e adottano quella consapevolezza, fondamentale, per compiere il passo decisivo della loro vita: cercare un lavoro!
All’inizio tutti cercano di affrontare i diversi ostacoli presenti, adattandosi ad una nuova situazione e trovare il giusto equilibrio tra stato fisico e mentale. Statistiche informano che questo è stato l’anno in cui sono partiti molti giovani, e fatalità: l’anno del Covid19!
Inizialmente erano tutti inconsapevoli su cosa avrebbe potuto causare il virus, mai si sarebbe pensato di essere lontani dalla propria famiglia e dal proprio paese così a lungo; uno stravolgere completamente i piani di ogni giovane, dal biglietto pronto per le vacanze di Pasqua, al ritornare su per ripartire con la solita routine.
Una prima testimonianza ci giunge da una giovane circellese, trasferitasi a Lecco per esigenze lavorative, la quale afferma: “Non saprei da cosa e come iniziare. Facendo un’analisi introspettiva mi ritrovo in un mix di emozioni. Mi sono trasferita a Lecco agli inizi di gennaio. Con l’aumentare dell’emergenza mi sono resa conto della gravità del problema. Lo definisco “grave” non solo per le caratteristiche strettamente legate al Covid ma anche per gli effetti negativi e il disagio che ha causato psicologicamente a tutti.”
La circellese è provata nel raccontarlo ma facendosi forza, aggiunge -<<Conl’avanzare del tempo ho pensato a quanto è “rassicurante” stare vicino alla propria famiglia e ho capito sempre di più il vero significato di casa. Ho iniziato a sentire la mancanza anche di cose che prima ritenevo futili e a cui spesso non prestavo nemmeno attenzione. Dopo le prime settimane è iniziato un lungo periodo segnato da uno stato perenne di ansia che, oltre ad innumerevoli dubbi, ha comportato anche a non trascurabili fastidi fisici>>.
L’incertezza del nuovo scenario che stiamo vivendo è evidenziata dal timore di perdere il controllo sulle proprie vite.
Un’ulteriore dichiarazione ci giunge da un’ex studentessa sannita, trasferitasi per lavoro, da ormai sette anni, che torna al suo paese spesso, infatti, dichiara: “Sono ormai tre mesi che non vedo la mia famiglia, i miei affetti, i miei amici. Ho trascorso per la prima volta la Santa Pasqua lontana da loro, ma sono sempre stata consapevole che in questa situazione, la soluzione migliore per evitare la diffusione del virus era quella di restare a Roma, per il mio bene e per il loro. Questa lontananza mi ha fatto capire ancora di più quanto loro siano importanti per me.”
E’ commossa la ragazza, con le lacrime agli occhi dice: “Il desiderio più grande ora è quello di rivedere la mia famiglia”.
I giovani, si sa, vivono le emozioni in modo totalizzante, la sensazione di provare un qualcosa di acuto dinanzi ad un evento inatteso, la presenza di un virus presente ma assente ha destato scompiglio, paura e fragilità.
La pandemia, purtroppo ha abbattuto a colpi di lama le ultime certezze, con un giovane su due che si dice pessimista sul domani.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Ilenia Fiscante
foto di copertina di Roberto Ricci