Il Ver Sacrum, la primavera sacra dei Sanniti

Condividi articolo
Rappresentazione della Primavera Sacra a Bojano, foto tratta da matese.guideslow.it

“Ver sacrum vovendi mos fuit Italis. Magnis enim periculis adducti vovebant, quaecumque proximo vere nata essent apud se animalia immolaturos.
Sed quum crudele videretur pueros ac puellas innocentes interficere, perductos in adultam aetatem velabant atque ita extra fines suos exigebant
” (Festo 519 L)

“Tra gli Italici c’era l’usanza di votare una primavera sacra. Infatti, in momenti di grande pericolo, facevano il voto di immolare tutti gli esseri viventi che sarebbero nati presso di loro la primavera seguente.
Ma poiché sembrava crudele sacrificare fanciulli e fanciulle innocenti, una volta che questi giungevano all’età adulta li si bendava e li si scacciava in queste condizioni fuori dai loro confini” (Trad. di Leonardo Sacco 2016-2017)

Come nascono le nostre radici? Da quale tradizione, o rito, o culto hanno preso vita? Quelle appena lette sono le parole di Sesto Pomponio Festo, tramandateci da Paolo Diacono, che ci racconta di un rito proprio delle popolazione italiche eseguito in caso di situazioni difficili e di grande pericolo (come ad esempio pestilenze, carestie o mancanza di terre coltivabili). Il voto consisteva nel dedicare a una divinità tutto ciò che sarebbe nato nella primavera successiva all’evento funesto. Potevano essere umani, animali, piante, eventi, e i primogeniti nati dal 1° marzo al 30 aprile della seguente Primavera. Non si ricorreva più alla immolazione di vite umane, ormai ritenuta crudele e antiquata, ma si dava vita a una migrazione di giovani dal territorio d’origine verso una nuova terra, rendendo possibile la nascita di nuove comunità e di nuovi popoli. I nuovi nati di ogni specie animale si allontanavano dal ceppo originario alla ricerca di nuove terre da colonizzare. Si trattava di spostamenti che avvenivano sotto la guida di un animale totemico, interpretandone i movimenti e il comportamento, assunto probabilmente a insegna sul vessillo del gruppo, il cui nome avrebbe ispirato quello della nuova tribù che si sarebbe formata. Ecco ad esempio il latino Picus (picchio), che avrebbero ispirato i Piceni, il greco Lùkos (lupo) per i Lucani, il sabino Hirpus (lupo) per gli Irpini. Per i Sanniti era il toro. Gli animali, in realtà, venivano ancora sacrificati, ma i bambini piuttosto che immolati, crescevano come sacrati, ossia protetti dagli dei, e in età adulta dovevano emigrare e fondare altre colonie.

Il lago di Cutilia, oggi lago di Paterno, è un bacino di origine carsica generatosi da uno sprofondamento del terreno, dalle origini antichissime. Fin dai tempi dei Sabini il lago era considerato un luogo magico e di grande valenza religiosa: era consacrato alla dea Vacuna e sull’isoletta che ne sorgeva al centro si era soliti celebrare il rito del Ver Sacrum che, come già detto, dava vita alla migrazione di sacrati. Proprio per la sua straordinaria importanza, Marco Terenzio Varrone lo definì Umbilicus Italiae, ombelico d’Italia. I Sanniti occuparono inizialmente aree che territorialmente oggi sono comprese nell’Abruzzo e nel Molise. E se la primavera rappresenta da sempre la rinascita, il risveglio, la speranza, per il popolo dei Sanniti non fu da meno: la primavera sacra rappresentò la nascita della popolazione e l’inizio di una lunga storia. Il Ver Sacrum dei Sanniti, infatti, rappresenta la fondazione della città osca di Bovaianom, l’attuale Bojano, da parte del condottiero Comio Castronio. Proveniva dalla Sabina ed era guidato da un bue che decise di fermarsi sulle sponde del Tifernus, il Biferno, fondandovi quella che poi fu una delle città più importanti del Sannio Pentro, la capitale, che Tito Livio citò come “Caput Pentrorum Samnitium, longe ditissimum, atque opulentissimum armis, virisque”, la più forte e ricca per uomini e mezzi. Per ricordare tale avvenimento, ogni anno nella città molisana si svolge la rappresentazione del Ver Sacrum. Proprio i popoli italici diedero il nome ItaliaViteliu in osco, alla nazione. Monete con la scritta Italia sono state rinvenute proprio qui, tra le rive del Tifernus. “l’Italia sia nata nelle dolci giornate di primavera, quando il tiepido vento profumato dai fiori sbocciati sui campi, accarezzava la gioventù, spingendola a pellegrinare per conoscere luoghi nuovi“. Per ricordare tale avvenimento, ogni anno nella città molisana si svolge la rappresentazione per l’appunto della Primavera Sacra. La manifestazione, nata nel 1999, si svolge ad agosto per le strade cittadine di Bojano e vede la sfilata del corteo storico e la rievocazione della migrazione di settemila giovani dalla Sabina al Sannio, nel corso della Primavera Sacra. Una manifestazione caratterizzata, altresì, da quadri scenici per mostrare al pubblico gli usi, i costumi e le tradizioni della civiltà del Sannio Pentro.