Presso il Santuario mariano dell’Assunta, Basilica pontificia di Guardia Sanframondi, in una nicchia dietro all’altare centrale, si mostra la Vergine dell’Assunta in tutto il suo splendore. Maria è in atto benedicente, assieme al Bambino che ha in braccio, e guarda dritto negli occhi di chi si prostra ai suoi piedi, in una commovente scena di comunione verso il fedele. Da secoli, la Vergine è vestita da una veste di seta ricamata d’oro, che non fa altro che esaltarne la luce e la bellezza. Le stelle sul manto d’oro trapuntato ne esaltano purezza e lucentezza. Veste e manto sono due dei doni che i fedeli hanno reso alla Vergine, ma non sono certamente gli unici: anche le corone indossate da Madre e Bambino, la spiga di grano, il ramoscello d’ulivo e il grappolo d’uva, la spugnetta d’oro, la corona di perle, gli angioletti sulla pedana, sono omaggi devozionali.
Ogni sette anni, a partire dal lunedì successivo al 15 agosto, per sette giorni, la comunità guardiese, in segno di devozione e penitenza, celebra i suoi Riti nei confronti della Vergine. Un corteo, rappresentato dai quattro rioni Croce, Portella, Fontanella e Piazza, incarna i sacri Misteri, con angioletti, verginelle, scene del Vecchio e Nuovo Testamento, Virtù teologali e cardinali, cori, il suono dei campanelli, detti anche bronzini, e gli attesissimi Flagellanti e Battenti che, in segno di penitenza, si percuotono a sangue con la disciplina o con la spugna di spilli,
“Con fede e coraggio, fratelli, in nome dell’Assunta battetevi“. Alla fine di tanto clamore la statua torna nella sua nicchia, ma la lastra resta aperta e comincia un Veglia continuativa, 24 ore su 24, per più settimane, coronamento di questa straordinaria manifestazione penitenziale, finché non viene nuovamente chiusa a chiave, nella sua splendida nicchia, aspettando i prossimi sette anni per poter compiere di nuovo la sua sentita processione.
Giornalista