Benvenuti nel Sannio: il fagiolo della Regina di San Lupo (FOTO)

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I fagioli della regina con bruschetta e frittata.
Foto di Nicola Quarantiello

Uno dei prodotti dell’eccellenza gastronomica sannita che caratterizzano la piccolissima San Lupo è il fagiolo della Regina. Secondo la tradizione popolare, il caratteristico appellativo risale a un fatto avvenuto nel XVIII secolo, quando il noto sanlupese Achille Jacobelli, cavaliere frequentante la corte del re Ferdinando II delle Due Sicilie e uomo molto stimato dalla regina Maria Teresa, pensò di dedicare proprio a quest’ultima un sacchetto di fagioli della propria terra d’origine. La regina rimase assolutamente sorpresa e felice di tale dono, e quando chiese al cavaliere il nome di quella tipologia di legumi, le fu risposto che da quel momento, in suo onore, i fagioli avrebbero portato proprio l’appellativo di “Fagioli della Regina”.

Questo caratteristico fagiolo viene seminato tra i mesi di giugno e gli inizi di agosto. Sono soprattutto le donne, gli anziani e pochi agricoltori a mantenere viva la piccola produzione di questa specialità, un legume che si contraddistingue per i suoi alti valore nutrizionali e per l’alta digeribilità, dolcezza e morbidezza, caratteristica che si ottiene prevalentemente con la tenuta in ammollo per almeno 12 ore del prodotto secco, in un’acqua che va cambiata frequentemente. Dopo questo lungo processo, se si vuole seguire la tradizione culinaria di un tempo, i fagioli devono essere sistemati in un recipiente, preferibilmente di terracotta, e poi collocati accanto alla fiamma del camino, vicino a un analogo recipiente contenente solo acqua. Questi verranno girati, di tanto in tanto, da un mestolo di legno, e di volta in volta bisogna integrare l’acqua che evapora dal recipiente che contiene i fagioli con l’acqua contenuta in quello vicino. Due ore o più, una cottura dolce e lenta per riassaporare i sapori contadini di una volta.

Una ricetta povera e genuina che li vede protagonisti è la ‘mbanatella: il nome dipende dal fatto che il pentolone di verdure di stagione, patate e fagioli, rigorosamente della Regina, viene “impanato”, per cui rinforzato con una pagnotta di farina di mais impastata con acqua e poi cotta su pietra “morta” che i contadini reperivano in campagna o lungo i greti dei fiumi. Un piatto genuino, caratterizzato dalle erbe spontanee provenienti dal territorio circostante, con il prelibato olio extravergine d’oliva locale e i veri protagonisti, i fagioli della Regina.