Il Taburno Camposauro, massiccio originato da due blocchi calcarei dell’Appennino campano, è distante pochi chilometri da Benevento e per mezzo della Valle Telesina, o Valle del Calore, si separa dal Monte Matese, mentre la Valle Caudina lo separa dai monti del Partenio. Secondo le ipotesi più accreditate, il nome del monte Taburno deriva dal termine osco teba o taba, che vuol dire “montagna”, e dalla radice burnus, che dà il nome ai monti Alburni, nel Cilento. È a tutti noto come Bella dormiente del Sannio: se si guarda il massiccio nel suo profilo da Benevento, infatti, sembra rivedere le sembianze di una donna supina, con i piedi verso la Valle Caudina e la testa, formata dal monte Pentime, verso la Valle Telesina.
Offre un ricco e vario ecosistema. Vi domina il corvo reale ma troviamo anche picchi muratori, cornacchie, merli, poiane, tordi, gazze, volpi, donnole, martore e faine. Abbondano cinghiali, ricci, lepri, caprioli, mufloni nonché cavalli allo stato brado, quivi portati sotto Carlo III di Borbone che aveva fatto del Taburno foreste demaniali. La vegetazione è costituita soprattutto da aceri, carpini e frassini, e nelle zone più alte faggi e lecci. Gli abeti bianchi presenti sono di impianto artificiale. Il monte è stato citato da Virgilio come zona ricca di pascoli nell’Eneide e ricca di ulivi nelle Georgiche. Inoltre, alcuni studiosi ipotizzano che una delle grotte del Taburno di Caudium, l’odierna Montesarchio, sia stata il luogo dove Ercole soffocò il Leone di Nemea, compiendo la sua prima fatica di Ercole.
Molte sono le grandi macchie di ulivi e, ovviamente, diversi i frantoi locali, di antichissima tradizione, che producono olio di oliva di qualità eccellenti. I vini sono apprezzati in tutta Italia e anche fuori confine nazionali grazie alle eccezionali qualità del vitigno Aglianico. Carni genuine, formaggi tipici, mele annurche, pere, susine, fichi, ciliegie, frutta secca, ortaggi e cereali prodotti su questa terra offrono prodotti di elevatissimo pregio. Il massiccio è protetto dall’istituzione della Comunità Montana del Taburno, datata 14 settembre 1994 e del Parco Naturale Regionale Taburno-Camposauro, datato 6 novembre 2002. Include i territori di Apollosa, Bonea, Campoli sul Monte Taburno, Cautano, Foglianise, Frasso Telesino, Melizzano, Montesarchio, Solopaca e Vitulano.
Giornalista