È certamente lei, l’uva, la regina del Sannio: frutto che traina l’economia territoriale, segno di prosperità, abbondanza e della passione agricola e contadina della provincia di Benevento. E proprio qui, l’uva, non solo il vino, viene maggiormente esaltata a Solopaca, durante la seconda domenica di settembre di ogni anno. Le origini di tali celebrazioni risalgono certamente al 1930 quando ha preso vita la Festa nazionale dell’uva introdotta da Benito Mussolini, fissata per il 28 settembre di ogni anno. La festa dell’uva solopachese si svolge sin dal 1700, anno in cui una confraternita locale celebrava la festività in onore dell’Addolorata raccogliendo doni, soprattutto uva, trasportati su carri addobbati, per poi essere venduti in un’asta pubblica nella centrale piazza Vittoria. Il ricavato dell’asta finanziava attività religiose della stessa confraternita.
La Festa ha dato alla celebre città del vino dell’entroterra beneventano la possibilità di farsi conoscere in tutto il mondo, sia per il buon nettare che ne deriva sia per i colorati e caratteristici carri allegorici, vere e proprie opere d’arte, tutti realizzati con chicchi di uva dai bravi maestri carraioli del paese. Questi ogni anno si diversificano con nuovi temi ricchi di fantasia e danno via libera a una immensa creatività. Si tagliano i chicchi con cura e delicatezza dai grappoli, alcuni di essi vengono colorati e poi, uno ad uno, vengono incollati a formare un disegno.
Un momento di festa per il borgo sannita che va a dare ufficialmente inizio al periodo di vendemmia. Il tema della sfilata dei carri allegorici è, come già detto, ogni anno sempre diverso e spazia dall’attualità, alla fantasia, alla satira. L’ultima edizione, la 44esima, ha avuto come tema ComunicArte.
Giornalista