Benvenuti nel Sannio: l’Aglianico (FOTO)

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Uva aglianico.
Foto di Flaviano Foschini

Benvenuto, caro turista. Oggi beviamo un saporito protagonista della viticoltura sannita, l’Aglianico, re del Taburno, in primis dell’areale di Torrecuso, vitigno a bacca nera più diffuso nel Sannio beneventano.
La sua coltivazione secolare ha selezionato l’Aglianico biotipo Amaro, da cui si ottengono alcuni dei vini sanniti più affermati e prestigiosi, primo fra tutti l’Aglianico del Taburno D.O.C.G. nelle tipologie rosso, rosato (l’unico rosato a D.O.C.G. italiano) e riserva, prodotto in tredici comuni sanniti.
Oltre all’areale del Taburno, l’Aglianico è il vitigno principe di alcune produzioni enologiche di notevole pregio, come il Sannio D.O.C. e nelle sottozone Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Guardiolo.

Anche soprannominato Barolo del Sud, ha origini molto lontane nel tempo e molto difficili da stabilire. La più probabile delle ipotesi è che sia arrivato nella nostra terra per merito dei greci, con il nome Hellenico. Perché allora chiamarlo Aglianico? Sembra che questa sia la pronuncia spagnola della parola Hellenico, data la dominazione degli Aragonesi nel meridione. È pur vero, secondo uno studio glottologico di Michele Carlucci, che solitamente si parla di vitigni greci, e soltanto in questo caso di parlerebbe di vitigno ellenico. Come mai? Cosa ci sarebbe di diverso da questo vitigno ellenico e gli altri greci? Sempre a proposito della dominazione aragonese, dunque, lo studioso ipotizza un apporto della lingua spagnola “perché in Spagnolo la doppia l (ll) si pronuncia come la “gli” degli italiani”, sicché la forma –glianica deriverebbe dallo spagnolo –llano, cioè “il piano, la pianura”. Per cui, quindi, l’Aglianico dovrebbe essere una delle viti latine la cui coltivazione era praticata non solo nelle aree pianeggianti, ma praticamente dappertutto in Campania.

Un vino dalle fortissime e riconosciute proprietà qualitative, non a caso il paragone col grande Barolo. La Campania, oltre alla Basilicata, vanta una eccellente produzione di questo vino rosso rubino, elegante e corposo, dal gusto intenso. Il suo vitigno, vulcanico, predilige terreni argillosi e di colline ventilate, ma non vuole il freddo rigido o il caldo eccessivo. Un clima mite, temperato, ventoso.
L’Aglianico è perfetto da abbinare a carni alla griglia e arrosti, alla selvaggina come anatra, fagiano, capriolo e cinghiale, a taglieri di salumi e formaggi come il caciocavallo o il provolone.