Benvenuti nel Sannio: l’antico borgo di Limata (FOTO)

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I resti di Limata visti da un drone.
Foto estrapolata da un video di Nicola APR

Benvenuti nell’antico borgo di Limata, sul Toppo di Limata, nel territorio di San Lorenzo Maggiore, le cui origini sono riconducibili al 700 d.C. circa, nominata nel Chronicon Vulturnense del monastero di San Vincenzo al Volturno e propriamente nel testamento di un tale Imend, nell’Ottocento: “Ego enim Imend Tendacus filius Teupi, in primis omnium integram portionem meam de casale in Telesias et portionem meam in Limata”. Fu il primo centro abitato di San Lorenzo, e nel 663 d.C. fu sede della battaglia che si tenne fra le truppe del longobardo Mittola, conte di Capua, e l’esercito dell’imperatore bizantino Costante II, che ne restò sconfitto. Per Limata transitava la via Latina, una delle tre arterie romane indicate da Strabone come nobilissimae viarum.

Intorno all’anno 1000, sempre grazie alla sua collocazione, Limata diventò un fiorente nucleo commerciale ed ebbe una rapida evoluzione demografica; con l’avvento dei normanni divenne sede dei Sanframondo. Nel dicembre del 1382 ospitò Luigi d’Angiò, e nel 1448 la località fu data da Alfonso I a Giovanni di Sanframondo, conte di Cerreto. Nel XV secolo passò in mano ai Carafa e nei secoli successivi iniziò la sua fase discendente fino all’abbandono in favore del Nuovo Borgo di San Lorenzo. Nel 1593 il borgo non esisteva più. Tra i motivi vi fu principalmente il fatto che i Carafa preferirono dimorare a Napoli, ma certamente anche gli insopportabili miasmi che arrivavano dal fiume Calore. Alcuni profughi si ritirarono sulle colline presso l’attuale borgo di San Lorenzo Maggiore, Castrum Sancti Laurentii. Verso il 1590 Limata scomparve del tutto, e non solo a causa dello spopolamento, ma anche per via delle innumerevoli esondazioni e piene del fiume Calore che distrussero i ruderi rimanenti di case e dell’antico borgo. In quell’area “vi si abbarbicarono roveti e negli acquitrini prese stanza sempre di più la malaria”. (Abele De Blasio, Appunti su Limata). Il 5 giugno 1688 vi fu il disastroso terremoto che provocò ingenti danni al paese, come per la maggior parte dei centri limitrofi, che però venne subito ricostruito e, quindi, ripopolato.

L’antico castello sorvegliava tutto l’attuale territorio solopachese, il versante settentrionale del Taburno e le pendici del Matese, e l’incrocio delle strade provenienti da Benevento, Campobasso, Telese e Faicchio, e le antiche mulattiere che portavano nei territori delle attuali Guardia Sanframondi, San Lupo, San Lorenzo Maggiore e Castelvenere. Dell’antico castello resta, ancora riconoscibile, un torrione. Sui suoi ruderi fu costruita una casa colonica ove è murata una pietra con un bassorilievo incastonato nelle mura raffigurante una donna longobarda, con pettinatura corta, un corsetto, una cintura e una gonna a pieghe, probabilmente scultura tombale. Altri frammenti murati sono delle scritte epigrafiche in latino e delle raffigurazioni a mezzo busto di una donna e un uomo togati, risalenti sempre all’epoca romana.
Una leggenda collega Limata a una delle più importanti manifestazioni religiose sannite: parliamo della Madonna dell’Assunta, amata, venerata e celebrata a Guardia Sanframondi, soprattutto in occasione dei Riti Settennali di penitenza alla Vergine. Un giorno di tantissimi anni fa, nel bel mezzo del solleone del mese di agosto, un contadino rinvenne la statua della Vergine Assunta e gli importantissimi campanelli.









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