Visitare il Sannio senza assaggiare torroni e croccantini non ha senso.
Il torrone di Benevento è una versione più raffinata della cupedia. Si diffuse nel XVII secolo in tre varietà: il Perfetto amore, costituito da miele, bianco d’uova e nocciola e ricoperto da un naspro di cioccolato, limone o caffè; l’Ingranito, che aveva la stessa base del Perfetto amore ma con un arricchimento di confetti cannellini ricoperti di zucchero, l’ingranito appunto, e il Torrone del Papa, composto da zucchero liquefatto, pinoli e frutta sciroppata, il cui nome probabilmente deriva dalla sua eccezionale gustosità che lo fa essere degno della bocca di un papa.
La fama del torrone di Benevento si diffuse in particolar modo nel XVII secolo, dato che in occasione delle feste natalizie veniva mandato fino a Roma, come dono di Natale a prelati e ad alte cariche della capitale. Tra questi, appunto, il Torrone del Papa. Nella metà dell’Ottocento comparve il Torrone della Regina, creato di proposito per Ferdinando I di Borbone, apprezzato da tutti, a prescindere dal ceto sociale. Agli inizi del Novecento si assistette a un incremento della sua produzione, con il sorgere di numerose aziende, e Benevento venne conosciuta, anche a livello internazionale, per i suoi prodotti dolciari. Fra tutti i torroni prodotti si affermò il Torrone Strega che trae il suo nome dall’omonimo liquore con cui è aromatizzato. Alla ricetta originaria che prevedeva miele, albume e mandorle o nocciole, negli ultimi decenni si sono aggiunte diverse varianti al caffè, al cioccolato, frutta e agrumi.
Nel 1891 nacque a San Marco dei Cavoti una delle varianti più conosciute del torrone, il croccantino, costituito da zucchero, mandorle e nocciole tritate e ricoperto da cioccolato fondente. Era la fine del XIX secolo e tra i giovani abitanti sammarchesi c’era il Cavalier Innocenzo Borrillo che, trasferitosi a Napoli, trovò impiego in svariate pasticcerie. Nel 1891 creò il delizioso torrone Bacio, barretta croccante in cui amalgamò mandorle, nocciole tostate e zucchero, con rivestimento di naspro. Nel 1926, Saverio Serio, figlio d’arte, diede vita al Preferito, altra variante del croccantino. Solo negli anni Sessanta, la moglie Mariannina accettò la proposta di un amico di ricoprire i croccantini di cioccolato, come oggi noi lo conosciamo.
Giornalista