C’è sempre il sole a Guardia Sanframondi, anche all’ombra di due pini

Condividi articolo

Non puoi capire Guardia se non conosci i segreti più reconditi del suo essere. Del suo fare. Del suo laborioso vivere, creare e immaginare. Non puoi capirla se non ti sei addentrato nei suoi vicoli, se non hai calpestato ogni sampietrino o se non hai fatto almeno una volta il gioco del nascondino, nel suo cuore antico pulsante di vita e di anima. Non puoi capire Guardia se non ne hai sentito storie, racconti accanto al focolare, se non ne hai rievocato, almeno con l’immaginazione, segreti e speranze dei tempi che furono. Nonne che cantavano le loro nenie e mamme che cercavano qua e là, con lo sguardo, bambini ribelli e per lo più scanzonati. Non puoi capire Guardia se non la osservi attraverso il bagliore dorato di un vivo e pallido astro che fa vedetta dall’alto e che c’è in ogni caso. Sempre.

Sì, perché c’è sempre il sole a Guardia Sanframondi, anche quando piove, o diluvia. Anche quando un triste pensiero spazza la più grande genuinità che il nostro cuore possa provare. C’è il sole in ogni goccia di pioggia e c’è il sole anche dietro la nube più oscura. C’è il sole nel freddo pungente di un febbraio intirizzito, e accanto alla legna pronta ad ardere nei camini assetati di fiamma. C’è il sole quando non si sa come fare e dove andare, e c’è il sole anche quando il cielo sembra terribilmente spento e assente. Il sole è in ogni orto terrazzato, è nello sguardo che si perde affacciati dal ponte Ratello, o da via Dietro gli Orti, dove due pini dominano incontrastati la scena, accanto alla laboriosa gru e la sovrastano nella loro possenza. Un teatro a cielo aperto, uno scenario riconoscibile tra mille vedute, guardi giù e vedi il mare di vita della Valle, due alberi dipinti in un dipinto, immortalati e raccontati, sigilli identitari di uno dei panorami più indiscussi del Sannio che vive e brilla di luce propria. E il sole è lì, tra ricordi di adulti che invocano tempi lontani, che rievocano memorie mai spente, che sono stati bambini ai piedi della possenza di quei due alberi, nati e cresciuti insieme, come fratelli, amici o amanti. Quei bambini di un tempo che il nascondino lo hanno giocato tra i loro tronchi, che hanno aneddoti da raccontare e storie mai rivelate, di baci fugaci e segreti detti solo con uno sguardo, lì, tra i due colossi che Guardia custodisce. E il sole è lì, a Guardia, e non teme la bufera, e non teme il vento forte. C’è il sole in ogni alito violento, il sole che fa capolino in una notte di maltempo, il sole che non ha paura di mostrarsi durante pioggia, neve, raffiche e tempesta. E c’è il sole nelle lacrime amare di ogni cittadino spento al cospetto della brutta sorpresa del giorno dopo, quando al posto di quella folta chioma si è materializzato solo tanto silenzio.

Guardia sa sempre come custodire il suo più dolce ricordo, nei momenti di debolezza e in quelli di intenso vigore. Sa come trasformare un pianto in un sorriso, una lacrima in una goccia di rugiada, un sorriso amaro in un vago ricordo. Sa che strada intraprendere e sa costruirsi il proprio percorso tra intemperie e fango, acqua ventata e violenti soffi che vengono dal cielo. Sa come rievocare, immaginare lì, il suo pino spezzato, ancora come se fosse stagliato verso il suo cielo. Lo vede e lo osserva sorridente e lo racconta ai suoi figli e ai suoi tanti amanti. Perché Guardia sa sempre trovare il sole in ogni cosa, in ogni angolo di vita e in ogni battito d’ali di una verde e rigogliosa speranza. Verde come il suo pino, verde come la vita, come i suoi orti e ogni traccia di linfa vitale che le dà vigore e possenza, verde come i suoi filari e le foglioline che insieme ne formano il dipinto che tutti conosciamo e amiamo. C’è il sole anche quando l’ombra avanza spedita, ma lui fa capolino. Anche nella notte. Sì, a Guardia c’è sempre il sole capace di rischiarare il buio delle piccole ore spente. accese solo da una patina stellata, e anche quando non si vede, prima o poi torna sempre a risplendere. Il sole, a Guardia, ritorna sempre.

In copertina, foto di Assuntina Lombardi, a ricordare quello che non è più, ma che continua ad affiorare nella mente di tutti.

Leggi anche C’è sempre il sole a Guardia Sanframondi, anche quando non si vede