Cos’è il Black Friday: la tradizione e le origini del nome

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Il Black Friday cade il giorno dopo la Festa del Ringraziamento e fino a pochi anni fa se ne parlava solo come curiosità della tradizione USA. Segna tradizionalmente l’inizio del periodo di shopping natalizio con promozioni uniche, aperture straordinarie e con migliaia di clienti disposti a tutto pur di fare affari. Tradizione che da qualche anno è entrata anche nella nostra nazione, senza alcuna tradizione culturale da rispettare, non esistendo alcun giorno del Ringraziamento. Cos’è davvero il Black Friday e perché si chiama così?

Secondo un meme, il Black Friday si chiama così perché era il giorno in cui gli schiavi neri venivano svenduti. Si dice che i ricchi possidenti, passato il giorno del Ringraziamento, si preparavano all’inverno facendo incetta di braccia nuove e vigorose per svolgere il duro lavoro nelle piantagioni, approfittando di un prezzo scontato da parte dei negrieri, rumor diventato virale su Twitter nel 2008, e diffusosi nel 2014 con l’intervento della cantante Toni Braxton e del cestista JR. Questa storia, però, è pura invenzione; inoltre, un collegamento tra l’espressione Black Friday e lo schiavismo si trova nel romanzo antischiavista Oroonoko del 1688, scritto da Aphra Behn e lodato per il suo realismo: racconta la storia di uno schiavo africano rapito e portato in Suriname. Nel romanzo, il Black Friday è citato come un giorno in cui gli schiavi venivano puniti. È molto probabile che il significato sia legato al giorno della crocifissione di Gesù e secondo alcuni ricorda il modo in cui gli studenti chiamavano i venerdì in cui cadevano gli esami che dovevano sostenere.

Nel 1924, il giorno successivo al Ringraziamento, la catena di distribuzione Macy’s organizzò la prima parata per celebrare l’inizio degli acquisti natalizi ma le prime tracce di Black Friday risalgono agli anni Cinquanta del secolo scorso: era un venerdì nero, cioè nefasto, perché secondo gli imprenditori i dipendenti si davano malati in modo da fare il ponte col weekend. Black Friday, infatti, non è un giorno festivo e all’epoca non vi era ancora l’usanza di offrire il giorno libero ai dipendenti. Furono i poliziotti di Filadelfia che nello stesso periodo cominciarono a usare l’espressione in chiave derisiva per descrivere un giorno segnato da ingorghi automobilistici e negozi invasi da clienti. A Filadelfia, in quella giornata, i poliziotti dovevano essere in servizio con turni di dodici ore, senza possibilità di appello. Nel 1975, il Times lo definì “il giorno più movimentato dell’anno per gli acquisti e il traffico a Filadelfia” e negli anni Ottanta cominciò ad avere rilevanza nazionale.

Black Friday indicava qualcosa di negativo, e infatti si suppone che i poliziotti non fossero entusiasti del lavoro extra. Già negli anni Sessanta gli esercenti avevano cercato di cambiare il nome Black Friday in Big Friday, ma non funzionò, finché una ventina di anni dopo si provò a nobilitare la sua storia raccontando che si chiamava così perché era il giorno in cui sui libri contabili si cominciavano ad annotare i profitti in inchiostro nero, dato che fino a quel momento le perdite erano state annotate in inchiostro rosso. Per alcuni negozianti, infatti, erano proprio gli acquisti dello shopping natalizio che permettevano di chiudere il bilancio in attivo. Questa volta, finalmente, lo stratagemma riuscì e, nonostante la sua falsità, la teoria del colore dell’inchiostro è una delle più frequenti. Infatti, solo nel 2003 il Black Friday per la prima volta arrivò in vetta alla classifica dei giorni in cui si spendeva di più, fino a quel momento dominata dai giorni prenatalizi.