Gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele: ecco chi erano

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Oggi la Chiesa cattolica oggi celebra i soli tre Arcangeli citati nelle Scritture: Michele, Gabriele e Raffaele. Una precisazione doverosa, dato che si potrebbe obiettare che nei testi del passato sono citati altri arcangeli, fino ad arrivare al numero di sette nel Libro di Enoc: Uriel, Raffaele, Raguel, Michele, Sariel, Phanuel e Gabriele. In epoca medievale si stabilì che fossero resi leciti il culto e la venerazione dei soli tre arcangeli citati dalla Bibbia. L’etimo deriva dal latino archangelus (in greco antico: ἀρχάγγελος, archànghelos), composto dalle parole greche αρχειν, “àrchein“, comandare e αγγελος, “àngelos“, angelo (la traduzione letterale è angelo capo o capo degli angeli). L’esistenza degli angeli è una verità di fede. La loro presenza nella Bibbia ne è la testimonianza più inoppugnabile. Essi sono esseri incorporei, spirituali, perfetti, creati da Dio all’inizio dei tempi con lo scopo di farne i suoi servitori e messaggeri. Essi contemplano da sempre e per sempre il volto di Dio, pronti ad accorrere a ogni suo comando, attenti ascoltatori ed esecutori della Sua parola. Fin dall’antichità si considera il fatto che le schiere angeliche sono organizzate in una sorta di Corte celeste, in cui gli angeli rivestono gradi e dignità differenti. I tre arcangeli occupano le sfere più alte di questa gerarchia angelica. Anch’essi hanno compiti simili a quelli degli angeli comuni, ma i loro doveri sono ancora più alti e importanti. Loro è il compito di contemplare Dio, giorno e notte, di glorificarlo incessantemente preservandone e proteggendone il mistero. I loro stessi nomi suggeriscono il loro ruolo e la loro stessa natura: tutti finiscono con El, che significa Dio.

Michele è il guerriero che combatte contro Satana e i suoi emissari.

Gabriele è uno degli spiriti più vicini a Dio, davanti al suo Trono celeste, colui che ha rivelato a Daniele i segreti del piano di Dio, ha annunciato a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 26-38).

Raffaele sta davanti al trono di Dio, accompagna e protegge Tobia nel suo viaggio periglioso e guarisce suo padre dalla cecità e la sua futura sposa dall’influsso del maligno.

Ecco, quindi, che il compito dei tre Arcangeli, oltre alla contemplazione di Dio, è comunicare all’uomo in modi diversi la sua volontà, essere ispirazione per gli esseri umani, catalizzatori della Grazia divina per loro.

Michele

San Michele compare nelle Sacre Scritture, in particolare nel Libro di Daniele, nella Lettera dell’Apostolo San Giuda Taddeo e nell’Apocalisse. Il suo nome deriva dall’ebraico Mi-ka-El che significa Chi è come Dio? L’iconografia popolare lo rappresenta come un guerriero in armatura che brandisce una spada, o intento a trafiggere con una lancia un drago, che simboleggia il Demonio. Infatti è questo il ruolo rivestito da Michele, quello del combattente in lotta contro gli angeli ribelli capeggiati da Lucifero. Michele guidò le schiere celesti nella guerra che portò alla cacciata dal Paradiso degli angeli ribelli, e da allora egli continua a ergersi come difensore di Dio contro il Maligno e i suoi inganni. Nell’Apocalisse è descritto come un essere maestoso investito del compito di esaminare le anime destinate al Giudizio finale. Giudice di anime, difensore della Chiesa, e del popolo di Dio. Il suo culto nacque in Oriente ma si diffonde rapidamente in tutta Europa, soprattutto in seguito alla sua apparizione sul Gargano, in Puglia, quando l’Arcangelo apparve a San Lorenzo Maiorano in una grotta che divenne per secoli meta di pellegrinaggio per papi, sovrani, futuri santi. L’Arcangelo Michele, il guerriero celeste, è protettore degli spadaccini, dei maestri d’armi. Le sue capacità come giudice di anime lo hanno reso anche patrono di tutti i mestieri che prevedono l’uso di una bilancia, come i commercianti, i farmacisti, i pasticcieri. È anche patrono della Polizia.

Gabriele

Il suo nome deriva dall’ebraico e significa Potenza di Dio Dio è forte e nella tradizione biblica era considerato uno degli angeli più vicini al trono di Dio, al punto da essere definito “la mano sinistra di Dio”. Nella Bibbia viene presentato anche come angelo della morte, e nella tradizione cristiana, Gabriele è ricordato soprattutto il suo ruolo di messaggero. Rivelò a Zaccaria la futura nascita di Giovanni Battista, apparve in sogno a Giuseppe per farlo desistere dal ripudiare Maria, in quanto la sua gravidanza era opera dello Spirito Santo, e, naturalmente, fu latore dell’annuncio a Maria stessa del suo miracoloso concepimento e della nascita di Gesù. In questo caso più che in ogni altro si consacra nel suo essere messaggero di Dio. Fu Gabriele ad apparire a Maria e a comunicarle che Dio l’aveva scelta come madre per il Suo unico Figlio. Il ruolo di Gabriele è dunque fondamentale. Egli porta il messaggio di Dio agli uomini, rendendolo comprensibile per loro, aiutandoli a porsi in ascolto con cuore puro e ad accettare la volontà dell’Onnipotente. Gabriele è considerato il protettore di chi lavora nelle comunicazioni, dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai e dei corrieri. L’iconografia cristiana lo raffigura come un giovane efebo alato, che spesso porta tra le mani un giglio, simbolo dell’Annunciazione a Maria.

Raffaele

Raffale è l’arcangelo la cui missione è quella di portare la guarigione. Infatti il suo nome deriva dall’ebraico e significa Medicina di Dio. Nella Bibbia è tra gli angeli più vicini al trono di Dio. È considerato il patrono dell’amore coniugale, dei giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti, profughi. Sebbene non venga citato nel Corano, per gli islamici è l’angelo incaricato di suonare il corno che segnalerà l’inizio del Giorno del Giudizio (secondo altre tradizioni questo compito spetterebbe a Gabriele). Nell’iconografia classica, viene raffigurato spesso con un vaso di contenente medicamenti e del pesce, è patrono dei farmacisti, dei viandanti, dei profughi. Il suo ruolo di guaritore, di Medicina di Dio va sempre interpretato come la volontà di guarire l’anima, di alleviarla dalle sue sofferenze per renderla ben disposta ad accogliere Dio. Attraverso San Raffaele il potere risanatore e purificatore dell’amore di Dio discende su di noi, rendendoci più degni, più vicini a Dio.