È quasi un anno, ormai, che l’Italia, come il resto del mondo, vive in pieno l’emergenza pandemica. Tanti, tantissimi in questo lungo periodo sono stati i cristiani che si sono rivolti a un protettore, San Rocco, invocato da secoli dai fedeli di tutto il mondo, particolarmente in Europa, durante le pestilenze e le epidemie. Secondo la tradizione e le fonti pervenuteci, Rocco nacque in Francia, a Montpellier, verso il 1350, e durante la più grande epidemia di peste di tutto il Medioevo in Europa si recò in pellegrinaggio a Roma dopo aver donato tutti i suoi beni ai poveri. Quando arrivò ad Acquapendente, vicino Viterbo, vi si fermò per occuparsi dell’assistenza agli ammalati di peste, il morbo che in quel momento storico stava imperversando in tutta Europa. Da quel momento, gli furono attribuiti molteplici guarigioni miracolose. Appena Rocco seppe che la situazione in Emilia era gravissima, decise di raggiungerla per occuparsi delle persone che soffrivano e confortarle. Giunto a Roma nel 1367, operò nell’Ospedale del Santo Spirito, dove tracciò il segno della croce sulla fronte di un cardinale, guarendolo istantaneamente dalla malattia.
Nell’iconografia classica, il santo viene spesso ritratto insieme a un cane. Mentre accudiva degli ammalati vicino Piacenza, infatti, lui stesso si ammalò e, per non contagiare chi gli era vicino, decise di andare a vivere in una grotta, ove quotidianamente veniva raggiunto da un cane che, per garantirgli la sussistenza, rubava ogni giorno un pezzo di pane dalla mensa del suo padrone per portarla al santo. Una volta guarito, continuò a girare tra Italia e Francia, fino alla morte che avvenne il 16 di agosto di un anno tra il 1376 e il 1379. Dal momento della sua sepoltura, avvenuta a Voghera, fu subito invocato dai suoi contemporanei affinché intercedesse presso Dio per evitare nuove pestilenze. Nel 1414 fu anche invocato dal Concilio di Costanza affinché cessasse l’epidemia di peste diffusasi durare i lavori. Grande risonanza ebbe il culto di San Rocco nella Chiesa cattolica. Artisti, pittori e scultori iniziarono a raffigurarlo come un pellegrino, con bisaccia e mantello, e il più delle volte con un cane al suo fianco e con una conchiglia sulle sue vesti, simbolo dei viandanti. Spesso gli artisti dipingevano o scolpivano sul corpo del Santo anche un simbolo della guarigione dalla peste, come una benda che copre una ferita, una piaga o il segno di una incisione praticata dai medici.
Geograficamente, San Rocco è il patrono di oltre cento comuni italiani e trenta francesi, e compatrono di città europee come Barcellona,Napoli, Torino, Venezia e Montpellier, e dell’antica Costantinopoli. È patrono dei volontari, dei pellegrini e dei viandanti, essendo stato lui stesso un pellegrino, degli automobilisti, farmacisti,dei chirurghi, e infermieri. In Italia sono circa tremila i luoghi di culto dedicati al santo francese, distribuiti in tutte le regioni e in gran parte delle diocesi. In quasi tutte le grandi città italiane vi è un luogo di culto dedicato a san Rocco, e lo stesso vale per i più piccoli borghi storici. Tanti i proverbi e i modi di dire legati alla sua figura. Viene celebrato il 16 agosto, il primo giorno dopo la festività di Ferragosto, quando ha inizio un lento avvicinamento dell’autunno. Ecco perché è usanza dire: “Per San Rocco la rondine fa fagotto” oppure “A San Rocco la castagna si riconosce lontano un tiro di schioppo”oppure ancora “A san Rocco, la noce cade dal ramo”. Altri detti popolari riguardano san Rocco e il cane che lo sfamò nel periodo di soggiorno nel piacentino.
Giornalista