Prima di diventare la giornata di adorazione dei Re Magi, tra i popoli pagani il giorno dell’Epifania i riti si sprecavano: alcune popolazioni bruciavano un pezzo di legno per esorcizzare le privazioni del passato, altri si sedevano a tavola tenendo vicino i propri animali di allevamento per evitare che questi imparassero a parlare. Per i Romani, invece, tra la fine di dicembre e il 6 gennaio la dea Diana volava sui campi coltivati per renderli fertili, portando in regalo ai più piccoli frutta o dolci antichi. Un tempo si riteneva che i dodici giorni che vanno da Natale al 6 gennaio, fossero magici e che la dodicesima notte potessero accadere prodigi e meraviglie: gli animali avrebbero acquisito la parola, le lenzuola dei letti sarebbero divenute lasagne, l’acqua si sarebbe trasformata in vino oppure oro splendente, i muri sarebbero diventati ricotta. In alcune regioni italiane, si crede addirittura che i morti si possano risvegliare per tornare dai propri cari e impastare insieme a loro il pane dell’Epifania e si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, per scacciare il maligno dai campi grazie al gran chiasso di pentoloni e accendendo imponenti fuochi o costruendo dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
In Europa, l’Epifania viene festeggiata in vari modi: in Spagna il 6 gennaio tutti i bambini si svegliano presto per vedere i regali che i Re Magi hanno lasciato. Il giorno precedente mettono davanti alla porta un bicchiere d’acqua e qualcosa da mangiare per i cammelli assetati e affamati. In Francia nel giorno della befana si fa un dolce speciale, all’interno del quale si nasconde una fava: chi la trova diventa il re o la regina della festa. In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, perché da Natale fino a questa data trascorrono tredici giorni ed è l’ultimo giorno del periodo festivo nel quale si dice addio al Natale. Si inizia a festeggiare con una fiaccolata alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi e a metà strada arriva anche l’ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo. La fiaccolata finisce con un falò e con dei fuochi d’artificio. In Romania, invece, la festa dell’Epifania rappresenta la venuta dei Re Magi ed è un giorno festivo, come qui in Italia. Ancora oggi in alcuni Paesi i bambini vanno lungo le strade e bussano alle porte per chiedere se possono entrare a raccontare delle storie e solitamente come compenso ricevono qualche spicciolo. Anche i preti vanno di casa in casa per benedire le case. E voi, avete preparato le vostre calze?
Giornalista