Oggi la Chiesa cattolica celebra Santa Lucia, patrona della vista, la santa della luce che non a caso viene festeggiata proprio durante quello che, prima del calendario gregoriano, era considerato il giorno più corto dell’anno. In molte città del Nord quella di oggi è una giornata che in qualche modo anticipa il Natale, con tanto di regali ai bambini, tradizione che si perde nella notte dei tempi.
Prima delle correzioni introdotte dal calendario gregoriano, il solstizio d’inverno, che segna l’inizio della stagione più fredda, cadeva proprio nella giornata del 13 dicembre, spostato ora alla notte tra il 21 e il 22 dicembre. Nelle campagne, durante la giornata del 13 dicembre, vi era una consuetudine molto solidale: gli agricoltori che avevano avuto raccolti più abbondanti ne donavano una parte a chi invece aveva avuto una stagione meno fortunata. Si racconta anche che nel Bresciano, dopo un periodo di carestia, alcune signore di Cremona inviarono ai cittadini sacchi di grano a bordo di un carro trainato da asinelli con la distribuzione porta a porta che sarebbe avvenuta proprio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre. Fu quello il momento in cui si cominciò a parlare di un intervento della Santa, che in vita donò i suoi averi a molte persone bisognose, dando origine alla tradizione dei doni in occasione del giorno di Santa Lucia. Inoltre, secondo la leggenda, nella notte che precede il 13 dicembre la Santa vola sui campi con una corona di luce per riportare fertilità.
Nelle città del Nord, l’attesa della Santa è un evento magico e molto sentito per tutti i bambini che, a inizio dicembre, proprio come si fa con Babbo Natale, scrivono la loro letterina alla Santa con l’immancabile lista dei regali. La differenza tra la Santa e Babbo Natale è che la prima di certo non vola su una slitta trainata da otto renne, ma passeggia nella notte per le vie della città in groppa al suo asinello e distribuisce i doni solo dopo essersi assicurata che i bambini siano stati buoni. Per questo motivo vi è l’usanza di lasciare sul tavolo della cucina un piatto con del cibo, per far rifocillare la Santa e il suo asinello visto il lungo viaggio che dovranno sostenere, e guai a restare svegli per aspettare il loro arrivo, si rischia l’accecamento con la cenere se solo si prova a rivolgerle lo sguardo!
Lucia nacque a Siracusa da una nobile e ricca famiglia nel 283 e morì nel 304 a soli 21 anni di età. Fu martire cristiana durante la grande persecuzione voluta da Diocleziano e oggi è venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, per tradizione protettrice della vista, data l’etimologia del suo nome che significa “luce”. La Santa, tra l’altro, profetizzò la fine delle persecuzioni cristiane e quando morì la mamma fece scolpire una colomba sulla sua tomba, simbolo della pace che in vita aveva profetizzato. Le sue spoglie sono custodite nel Santuario di Lucia a Venezia, ma il luogo di culto principale è la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro a Siracusa.
In realtà sono tante altre le leggende diffuse sulla Santa e sul motivo per cui faccia da apripista con i regali di Natale e sono parecchie le città che si contendono le origini della tradizione. A Verona, per esempio, la festività di Santa Lucia è molto sentita e, secondo la tradizione, nel XIII secolo in città si diffuse un’epidemia agli occhi che aveva colpito particolarmente i bambini. La popolazione chiese la grazia alla Santa, compiendo un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello nel freddo dicembrino fino alla chiesa di Sant’Agnese. I bambini, a causa del freddo, non volevano partecipare al pellegrinaggio e i genitori proposero loro che se si fossero convinti a prenderne parte Santa Lucia, al loro ritorno, avrebbe fatto trovare molti doni. Con quell’escamotage i bimbi accettarono e l’epidemia cessò all’istante.
Giornalista