Immagini dal Sannio: Airola, la città caudina con ben 36 chiese

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In copertina, panorama di Airola. Foto di repertorio

Nel cuore della Valle Caudina, proprio di fronte al Monte Taburno, c’è una città di poco più di ottomila abitanti, che può essere definita centro culturale e regno di arte, sapere e bellezza. Il 2 agosto 1754 fu Carlo III di Spagna a renderle il titolo di Città, perché la bella Airola contribuì, con la sua acqua, alla costruzione del meraviglioso impianto dell’Acquedotto Carolino, opera di Luigi Vanvitelli, che contribuiva ad alimentare le cascate della Reggia di Caserta. Il titolo venne poi confermato con un D.P.R. del 31 luglio del 1997. L’Acquedotto è Patrimonio Mondiale dell’Umanità ed è uno dei monumenti più belli e rappresentativi della nostra regione: esso collega le province di Benevento e Caserta, Sannio e Terra di Lavoro, con la sua magnificente opera idraulica.

Airola, centro di origine longobarda, fu fondata intorno a un castello medievale. È sita in una zona molto fertile e ricca, dove l’economia agricola la fa da padrona: ricchi uliveti, meleti (questa è infatti terra di mele annurche), vigneti, campi di allevamento di mucche di razza frisone e un rinomato Aglianico. E poi la cipolla airolana, presidio Slow Food. Una delle caratteristiche della cittadina caudina è l’elevato numero di chiese: sono ben trentasei, infatti, i luoghi di culto della città di Airola, una per ogni dieci giorni dell’anno. Impossibile disquisire di tutte: mi soffermerò, dunque, sulle principali chiese che sono considerate vero e proprio simbolo della città: la chiesa della Santissima Annunziata, la chiesa della Santissima Concezione e la chiesa di San Gabriele.

La chiesa della Santissima Annunziata fu costruita tra il XIV e il XV secolo come un piccolo edificio sacro, in seguito ampliato e portato nella forma che oggi si può ammirare nella sua più ampia bellezza. La facciata viene attribuita all’architetto Vanvitelli e fu realizzata fra il 1778 e il 1786. Si presenta in tutta la sua armoniosità con pilastri in travertino, disposti su due livelli, e due statue marmoree raffiguranti Fede e Speranza, poste su due pilastri alle estremità della facciata. Il suo caratteristico campanile è imponente e suggestivo: alto 35 metri, si innalza su tre livelli. Esso è in stile rococò e ha un orologio civico. La chiesa presenta una struttura a croce latina a tre navate con stucchi policromi in stile sei–settecentesco: sulla volta della navata centrale si può apprezzare il soffitto barocco a cassettoni, decorato da tre tele di Paolo Domenico Finoglia. Il coro e il pulpito ligneo, quadri di arte sacra e acquasantiere del ‘600, sono le principali opere caratterizzanti l’edificio. Nel corso dei secoli, la struttura si è arricchita di dipinti e sculture a firma di Pietro Negroni, Francesco Curia, Francesco De Mura, Dirck Hendricsz.

La chiesa dell’Annunziata, foto di Domenico Ruggiero

La chiesa della Ss Concenzione, o convento di San Pasquale Baylon, è per l’appunto un convento francescano nato per venerare il Poverello di Assisi. Nel 1712, donna Antonia Caracciolo, principessa della Riccia e ultima duchessa di Airola, chiese ai Padri Alcantarini della provincia di Napoli di fondare un convento in Airola. Il 10 novembre di 11 anni dopo, Sua Eccellenza il cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo di Benevento, poi papa Benedetto XIII, giunse in città con la sua corte, per benedire solennemente la prima pietra e le fondamenta del costruendo convento francescano dei Frati Scalzi di San Pietro d’Alcantara. Terminata la costruzione, sul portone del convento e sulla porta carrese venne incisa la data 1725, mentre sul portone della chiesa venne posta l’arma gentilizia della famiglia Caracciolo. Si tratta di una costruzione molto semplice e simmetrica. Il suo titolo giuridico è Ss Concezione e sull’altare principale è posta proprio una statua lignea della Vergine Immacolata. Alla sommità, lo spazio del lunotto raffigura il Dogma dell’Immacolata. Il 13 maggio 1997 venne solennemente inaugurata, nel giardino del convento, una struttura artistico religiosa intitolata all’Immacolata Regina della Pace, dall’allora vescovo diocesano, Mons. Mario Paciello. Questa Oasi della Pace, con annessa grotta della Madonna di Lourdes è diventata un punto di riferimento per tanti fedeli che quotidianamente vi si recano per pregare la Vergine Immacolata e trovare spazio per la meditazione personale.

La prima chiesa che venne dedicata a San Gabriele fu eretta nell’anno 960 sulle ridenti colline di Monteoliveto, e dieci anni dopo venne consacrata dall’arcivescovo di Benevento Landolfo. Nel 1033 alla chiesa venne annesso un piccolo monastero gestito da monaci benedettini cluniacensi che vi restarono fino al 1201. Nel 1875 il monastero venne acquistato dalla famiglia Montella che lo rivendette nel 1882 alla Congregazione dei Padri Passionisti, i quali ancora oggi vi risiedono. Si tratta di una chiesa dalla forma ellittica, imperniata su di una navata unica dotata di quattro altari laterali e un pregevole altare maggiore. All’interno di una delle due nicchie, una colonna di porfido rosso custodisce gelosamente una reliquia di san Bartolomeo Apostolo. Il monastero è invece di forma rettangolare con due chiostri e al suo interno vengono custodite opere d’arte di pregio considerevole.