Parliamo di progresso, di luci e colori, in un piccolo borgo molisano che non viene raggiunto alla meglio dalla rete internet e che per questo ha saputo innovarsi e inventarsi grazie al fenomeno della street art e della decorazione urbana. Siamo in provincia di Campobasso, in un borgo che forse neanche raggiunge le 500 anime. Il Castello angioino è certamente il più caratteristico monumento architettonico del borgo, risalente al 1300. Un bel cortile interno lascia accedere agli ambienti che in passato accoglievano il corpo di guardia, le cantine, le stalle e le prigioni. Il primo piano accorpa tutti gli ambienti che un tempo venivano utilizzati come residenza signorile e al suo interno si possono ammirare una fontana medievale, le camere dei signori e le prigioni nei sotterranei. Tra i vicoli che si susseguono nel bel borgo è possibile visitare i resti della Casa del Mercante, risalente al XVIII secolo, di cui restano il portone ad arco e un parapetto dal quale venivano venduti i prodotti locali. In essa si trova una pietra rozza con l’iscrizione A D 1732 I (Anno Domini 1732), che potrebbe indurre a pensare si riferisca all’anno di costruzione dell’immobile. In realtà questa formella, come le altre, proviene dalla demolizione della chiesa che si trovava di fronte al castello, di cui ora rimane solo il campanile, e che crollò nel 1903. Nei pressi di Civitacampomarano si può visitare anche il cimitero napoleonico, uno dei pochi esempi di arte napoleonica presenti nel sud della nostra penisola. Nel borgo medievale è conservata anche la casa natale di Vincenzo Cuoco. Le chiese, da visitare assolutamente, sono quella di Santa Maria Maggiore, Santa Maria delle Grazie, e quella di San Giorgio Martire.
Questa zona, come gran parte del territorio molisano, è perfetta per chi ama le escursioni naturalistiche, per trascorrere qualche ora, o una intera vacanza, all’insegna del riposo assoluto. Il borgo è circondato da oltre 600 ettari di bosco nel quale è possibile fare passeggiate a piedi o a cavallo. L’area boschiva è caratterizzata da cerri, roverelle, carpini, aceri e noccioli, in cui in autunno è possibile raccogliere tartufi e funghi, e in estate invitanti fragoline di bosco. Nel territorio del borgo è possibile osservare i calanchi, formazioni erosive modellate dall’azione delle acque piovane sui terreni argillosi del luogo e scarsamente ricoperti dalla vegetazione. Un sito che ha visto classificarsi tra le aree protette e dichiarato Sito di Interesse Comunitario.
A Civitacampomarano internet non funziona granché bene, e questo, ai giorni nostri, può far sentire isolati dal resto del mondo. L’artista Biancoshock, grazie all’installazione “web 0.0” ha reso il paesino al passo con i tempi, con una street art ironica che va a rimpiazzare le app digitali come Youtube, Whatsapp, Facebook, Twitter e altri, con una semplice cabina telefonica, un tavolino di un bar o con la cassetta della posta. Sul belvedere è collocata una cabina telefonica, vera e propria rarità, che gli abitanti utilizzano per comunicare all’esterno, proprio come Whatsapp. C’è anche Twitter, rappresentato da una panchina azzurra vicino a un cartello con il suo logo. Per spifferare prima bastava una panchina davanti casa, non un’app social. Al numero 31 di una casa dove risiede una signora anziana del posto, troviamo l’insegna Wikipedia: le persone anziane sono le vere custodi del sapere e della conoscenza. La farmacia del paese riporta il logo di Avast, il famoso antivirus. Chi più di una farmacia può pubblicizzare un antivirus? Specialmente di questi tempi… A proposito di loghi, quello di Ebay lo troviamo affisso su un negozio di alimentari, mentre quello di Gmail lo troviamo sulla classica, rossa cassetta delle poste. Il logo di Google lo troviamo sul tavolo di un bar, il motore di ricerca a cui chiediamo quotidianamente ogni tipo di informazione e che possiamo trovare avanti a un buon caffè, in compagnia dei nostri amici. E le sedie della pro loco hanno il logo di Youtube: non c’è bisogno di andare sui social per guardare programmi televisivi o per ascoltare musica, tutto si può svolgere in compagnia. E non può mancare Facebook, rappresentato a una bacheca blu, ove vengono affissi annunci pubblicitari e comunali. Quella sì che è una vera bacheca, nulla di virtuale!
Un borgo che ir0nicamente e nel modo più artistico possibile tende a superare il digital divide. Ma Civitacampomarano è anche un museo a cielo aperto di arte contestuale, un esempio di come l’arte urbana possa diventare uno strumento per valorizzare questo luogo, semi deserto e semi dimenticato. Qui si svolge un festival di strada, che ha luogo ogni anno ad aprile, dal 2016. Tutto cominciò quando il presidente della Pro loco contattò via mail Alice Pasquini per dipingere un muro del paese, non sapendo che proprio a Civitacampomarano era nato e vissuto il nonno dell’artista. Un borgo al quale l’artista era ed è talmente legata da rendersi conto che sarebbe stato riduttivo dipingere solo un muro: ecco come nacque il festival Cvtà, che coinvolge la gente del posto e artisti provenienti dall’Italia e non solo, come Milu Correch, Francesco Bosoletti, Brus, Add Fuel, Jan Vormann, Mp5, Biancoshock, Pablo S. Herrero, Icks, Studio Aira, Albero Nero, Hitnes, Nespoon, Alex Senna, Davide De La Mano, Uno e ovviamente la direttrice Alice Pasquini. In questo borgo le opere di street art si inseriscono perfettamente nel contesto naturalistico e nel paesaggio urbano. Qua e là ci si imbatte in mattoncini Lego nelle crepe dei palazzi, oppure vere e proprie opere d’arte sulle porte di case antiche e spesso abbandonate. Insomma, un borgo che sembra dimenticato, in cui arte, colori e innovazioni digitali hanno messo a punto una grande opera di ingegno. Basta passeggiare tra le antiche viuzze per restarne affascinati e meravigliati. Ogni angolo, ogni stradina, una sorpresa!
In copertina, opera di Pablo Sherrero
Giornalista