La pandemia, che ha tanto percosso e modificato le nostre abitudini, talvolta in meglio, ci ha spinti a ricercare luoghi e percorsi verdi, itinerari naturalistici in cui respirare aria pura, riserve incantate che ci mettano in contatto con rarità vegetative e bellissimi esemplari faunistici. Quei luoghi in cui regnano pace e silenzio, dove il rumore è caratterizzato soltanto dal fruscìo delle fronde, dai passi felpati degli animali che vi dimorano, dal respiro che emettono e dai pensieri che nel silenzio sono l’unico contatto che abbiamo con noi stessi. Il Molise è la regione dei parchi, del verde, dei boschi, delle riserve nascoste fra i profili di montagne e vallate e oggi non possiamo esimerci dall’invitarvi a visitare la Riserva Statale Naturale di Collemeluccio – Montedimezzo, situata nel cuore dell’Appennino molisano, nei territori dei comuni di Vastogirardi e Pescolanciano.
È una vasta area composta da circa 300 ettari, una delle otto Riserve della Biosfera italiane. L’immenso bosco di Collemeluccio un temp9o era proprietà del duca D’Alessandro di Pescolanciano, e lo fu fino al 1895, e venne portato in dote a questi dalla nobildonna Desiderata Melucci, dalla quale sembra derivi il nome. Alla fine del XIV secolo il Banco di Napoli lo vendette a famiglie del luogo finché, negli anni che seguirono, fu frazionato più volte per successioni ereditarie. A partire dal 1968 l’ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ha dato il via a un’intensa attività di ricomposizione fondiaria che ha portato alla formazione di un consistente nucleo di 363 ettari a fronte dei circa 500 ettari dell’abetina originaria.
Nella sua interezza la riserva naturale è caratterizzata da ambiente boschivo, con una grande presenza di alberi di cerro sotto i 900 metri e alberi di faggio sopra i 1.300 metri. Non solo: nel corso degli anni la natura vegetativa si è arricchita con altre specie autoctone quali l’acero di Lobelius, l’acero montano, campestre e riccio, il carpino bianco, il frassino maggiore, il nocciolo, il sorbo degli uccellatori, il ciliegio, il pero e il melo selvatici, il prugnolo e diverse altre specie. Questa varietà vegetativa dà dimora a diverse specie di mammiferi: cinghiali, lepri, tassi, caprioli, martore, donnole, faine, volpi e scoiattoli, e il lupo che ha trovato in questo ecosistema un ambiente a lui congeniale. L’intera area della foresta è caratterizzata da formazioni argillose e il suo reticolo idrografico è costituito dal vallone Salcitaro e da alcuni valloncelli i cui alvei hanno uno sviluppo di poche centinaia di metri, tutti confluenti nel Trigno.
Tra gli itinerari proposti dal centro visitatori della riserva naturale Collemeluccio – Montedimezzo c’è la certezza di trovare quello che più si confà alle proprie esigenze: visite guidate con esperti forestali, sentieri per trekking o mountain bike, in ogni caso percorsi da poter effettuare anche autonomamente. Nella sua vasta area sorgono anche alcuni musei di rilevanza storico-culturale, come il Museo delle Civiltà e del Costume d’Epoca, il Museo della Civiltà Contadina, il Museo naturalistico – Riserva della Biosfera Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise e il Museo della Ceramica di Pescolanciano, strutture volte a preservare l’identità del territorio e il valore della cultura e della storia, proprio come il programma UNESCO MAB si prefigge di fare. Troviamo, inoltre, anche un sito archeologico, il Santuario Italico di Pietrabbondante, la pietra miliare della storia e della cultura sannita. Un’ottima occasione per grandi e piccini, quella di tornare alla scoperta della natura, della cultura del nostro Sannio, e comprendere l’importanza della biodiversità e del rispetto per mamma natura.
Giornalista