![](https://www.fremondoweb.com/wp-content/uploads/2025/01/babaci-1024x887.jpg)
Immagine di repertorio
Non è un fenomeno che appartiene alla tradizione del paese, ma fra tanti anni lo diventerà, o almeno è ciò che si augura una delle due ideatrici di questo mood che ha preso piede nel maggio del 2021 in un piccolo borgo molisano per contrastare il rischio spopolamento. Siamo a Poggio Sannita, in provincia di Isernia, ai confini con l’Abruzzo, su un declino collinare che sovrasta la valle del Verrino. Proprio in questo paesino molisano, che conta poche centinaia di abitanti, è nata l’idea dei Babaci, termine che in dialetto astigiano vuol dire “pupazzi”. E questi “nuovi abitanti” del centro molisano, più di cinquanta, sono proprio di stoffa, atti a riprodurre con umorismo, ironicamente e artigianalmente qualche persona che si conosce e qualche scena di vita quotidiana: pupazzi a grandezza d’uomo realizzati con pezze e stracci e con materiale di riciclo.
L’idea, diffusa e resa nota grazie ai social, è nata da Fausta Mancini e Maria Porrone, due donne originarie di Poggio che, inizialmente, dopo aver realizzato alcuni dei loro pupazzi, e dopo averli sistemati su scalinate e aiuole, li hanno fotografati e li hanno condivisi sui social network. Volevano ravvivare angoli del loro paese, attirare visibilità e magari turismo, con l’arte del riciclo, in un borgo che purtroppo vede avanti a sé il sempre più alto rischio di spopolamento. Ed ecco, dunque, la creazione di abitanti in stoffa come attrattori di gente. E ci sono riuscite: Poggio Sannita oggi vanta molti turisti curiosi di incontrare questi simpatici soggetti di pezza e felici di poterli fotografare.
Inizialmente, Mancini e Porrone, in maniera del tutto volontaria, hanno cominciato a produrre pochi pezzi dei loro simpatici e buffi pupazzi, ma ora sono gli stessi abitanti a richieder loro dei soggetti per poter abbellire balconi o giardini privati. Arte, colore, creatività: tutto nasce dalla laboriosità che fuoriesce dalle mani di queste due donne appassionate della loro terra e della propria storia.
I Babaci, infatti, tendono a raccontare la storia locale, a rappresentarla tramite la simbologia e con il richiamo delle più antiche tradizioni.
I cittadini di Poggio, ma anche dei comuni limitrofi, sono molto collaborativi e spesso mettono a disposizione, volontariamente, materiale di recupero, scampoli di stoffe, oggetti e accessori, ma anche luoghi privati per esporre le opere d’arte in stoffa. Ironia e fantasia sono le più grandi doti di questa gente che cerca, in qualche modo, di contrastare il triste fenomeno dell’abbandono della propria terra.
![](https://www.fremondoweb.com/wp-content/uploads/2025/01/babaci-presepe.jpg)
Foto di Guida Turistica del Molise
L’idea, in realtà, non è nata nel centro molisano. Già il Comune di Maranzana, in provincia di Asti, grazie ai Babaci ha visto accrescere, e non di poco, il turismo nel proprio territorio. Il piccolo paese piemontese, infatti, dalla primavera all’autunno, si colora di ben 150 pupazzi in stoffa, che raffigurano ironicamente alcuni degli abitanti del paese. Ognuno di loro viene rappresentato in base alla propria storia personale.
Un successo che Poggio Sannita spera di poter imitare. I Babaci molisani, tra l’altro, hanno fatto nel tempo tanta strada e sono addirittura arrivati a essere protagonisti di un originale e bellissimo presepe, La piccola Betlemme, quasi a grandezza naturale che contiene in sé tutte le caratteristiche delle più tradizionali scene della Natività: personaggi classici, pastori, lavandaie e animali, rigorosamente in stoffa, con costumi tipici e attrezzi dell’epoca. Una capanna riproduce l’antica grotta in cui nacque Gesù Bambino e l’originalità dell’opera presepiale supera ogni aspettativa e fantasia, nel rispetto del buon gusto e di un’arte che si spera possa un giorno essere considerata una importante tradizione da portare avanti.