Immagini dal Sannio: il castello Monforte, l’elegante maniero di Campobasso

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In copertina, il castello Monforte.
Foto di Rosario Minichetti

Se ci accingiamo a fare una bella passeggiata nell’elegante centro storico di Campobasso, possiamo arrivare fin sopra a un’altura rocciosa, a ben 790 metri sul livello del mare, dove sorge il castello Monforte, così denominato perché la sua edificazione viene attribuita al conte Nicola II dei Monforte – Gambatesa, detto Cola, nel 1459. I Monforte furono i feudatari di Campobasso dal XIV secolo.
Secondo alcuni il maniero è di origine normanna, costruito in pietra in sostituzione di una torre lignea longobarda, anche se una pergamena del 1375 menziona per la prima volta l’esistenza del fortilizio. Una certezza è che Cola Monforte si occupò proprio della sua ristrutturazione, a seguito del violento terremoto del 1456, che ridusse in macerie la maggior parte delle strutture campobassane, quando fece abbattere abitazioni ancora esistenti sulla sommità del colle, lasciando intatte soltanto le chiese. Di conseguenza, l’abitato fu spostato più in basso e la parte alta, dove il castello si ergeva, divenne una cittadella militare e ben fortificata, con una cinta muraria con sei porte intervallate. Non a caso, le sei torri che si trovano sullo stemma cittadino rappresentano proprio queste sei porte.
La cinta muraria inizialmente comprendeva anche le chiese di San Giorgio, di Sant’Angelo, di Santa Maria Maggiore o del Monte, e di San Bartolomeo. Apparteneva, altresì, alla struttura il “torrazzo”, presso la chiesa di San Bartolomeo, oggi detto Torre Terzano, che era collegata a una porta.

Il castello è una delle caratteristiche del capoluogo molisano, tra i principali punti di interesse culturale del Molise, considerato monumento di interesse nazionale. Sulla sommità vi è una torretta rettangolare, il mastio, nella quale è conservata la stazione meteorologica di Campobasso, con un’altezza di 808 m.s.l.m, per cui una delle più alte d’Italia.
Si presenta ancora oggi come un massiccio quadrilatero con alti torrioni circolari, merlature guelfe e, come già detto, il mastio. Poche sono le finestre e anche di piccole dimensioni, vere e proprie feritoie, adatte proprio all’utilizzo dell’edificio ad avamposto militare.
Sul portale si può ammirare lo stemma della famiglia Monforte, rappresentato da una croce con quattro rose. Originariamente, l’ingresso principale era rivolto verso la città, mentre oggi l’unico atrio praticabile è posto sul piazzale dove affaccia anche il Santuario di Santa Maria del Monte.

L’interno è piuttosto sobrio, direi scarno, con un grande spazio vuoto senza soffitto chiuso dai muri dove sono visibili le divisioni in piani e le tracce delle scale. Nella sala coperta sono ospitati pregevoli lavori in ferro battuto, artigianato caratteristico campobassano.
Molto interessanti risultano i sotterranei, con le carceri che, secondo i rogiti, furono utilizzate fino al 1573, dove viveva il carceriere, chiamato anche castellano, con la famiglia. Dall’alto terrazzo si gode un bellissimo panorama, che arriva fino alle meravigliose terre abruzzesi, pugliesi e campane, spaziando nell’infinita bellezza delle valli del Biferno, Trigno e Fortore.

Panorama di Campobasso vista dal castello.
Foto di Filo

Alcune credenze popolari raccontano che uno dei locali delle segrete abbia avuto la funzione di sala delle torture e che da lì partisse un passaggio segreto, oggi murato, che scendeva lungo il fianco della collina arrivando sin fuori il borgo. Si racconta, altresì, che passando per una porticina posta sul lato nord del maniero si potesse accedere a un sottopassaggio che lo collegava a una collina, chiamata tutt’oggi di San Giovannello, fuori dal centro cittadino. Questo sottopassaggio veniva utilizzato come via segreta per una eventuale fuga dal nemico.
Durante l’estate nel cortile interno vengono organizzati eventi e mostre, mentre nel mese di agosto è possibile assistere alla rievocazione storica della corte, con la rappresentazione di Cola di Monforte, la sua sposa, Altabella di Sangro, e ancora tamburini, guardie e spadaccini.
Il castello è circondato da un bellissimo parco, quello della Via Matris, percorso naturalistico che si snoda lungo il pendio della collina in cui sorge e che ripercorre le tappe della Via Crucis.
Il castello Monforte è inciso su una moneta d’argento di cinque euro coniata dalla Zecca dello Stato nel 2012, per la serie Italia delle Arti.