Oggi siamo a Moiano, piccolo centro agricolo della valle caudina, molto legato all’economia rurale, le cui prime testimonianze storiche si ricavano dal Codice Cavese del 974 d.C., nel quale si legge “loco ubi dicitur Meane trans Bonea”. Per secoli e secoli fu casale della vicina città di Airola, e con la fine della feudalità, riuscì a ottenere l’autonomia, aggregato nel 1809 alla provincia di Terra di Lavoro. Con l’Unità d‘Italia divenne parte della provincia di Benevento, insieme al casale di Luzzano. Un centro dall’antico abitato molto caratteristico, con le sue case dal tradizionale stampo post-medievale, costituite da scale esterne in pietra che portavano da un livello all’altro. Il borgo deriverebbe il toponimo da un Fundus Mevianus, per cui richiamerebbe un’origine prediale, riferendosi a una proprietà fondiaria. Parimenti, anche il nome della frazione Luzzano sarebbe una formazione prediale in quanto avrebbe origine da Lutius che ricorre in alcune iscrizioni romane rinvenute nella zona. Certo, possiamo pensare che la formazione storica del paese e dei suoi insediamenti possano risalire già all’epoca sannitica, date le numerose tombe del periodo rinvenute in località Vado degli Anfratti, alcune delle quali complete di corredo funebre, che rimandano a presenze abitative già nel IV – III secolo a. C.. Tale periodo ci parla di uno dei più importanti eventi storici della storia sannitica, quello delle Forche Caudine, in cui, nel 321 a.C., i Sanniti umiliarono l’esercito di Roma. Un avvenimento storico molto importante per la zona caudina, raccontato nel dettaglio da Tito Livio, che in ogni caso non fornì elementi topografici e geografici che consentissero di individuare con certezza il luogo dell’evento. Alcuni accenni di Moiano e Luzzano vennero fatti anche nel periodo del basso Medioevo.
Uno dei monumenti più interessanti del paese è la chiesa di San Pietro, nella quale si venera la miracolosa Madonna della Libera, di cui è presente una bella e pregevole statua lignea. Qui è presente un fonte battesimale di rilevante valore artistico. L’interno a tre navate, divise da pilastri, è ricca di notevoli altari in marmi policromi. Accanto alla facciata si eleva un’alta torre campanaria con cuspide a “cipolla”. La chiesa di San Sebastiano è un vero e proprio gioiello d’arte, che custodisce un pregiato ciclo di affreschi di Tommaso Giaquinto: Concerto degli Angeli, Storie di Mosè, Annuncio ai Pastori, e Cacciata dei Mercanti. Di rilevante importanza, esempio di alta architettura settecentesca, sono il Palazzo Crisci e Palazzo Pece.
Moiano conserva una tradizione molto importante del Sannio, quella dell’arte presepiale: qui da decenni, davanti alla chiesa di San Vito di Luzzano, viene allestito il presepe più importante dell’intera provincia di Benevento. Una delle tappe obbligatorie del paese è il Museo dell’arte presepiale, realizzato dalla locale associazione Amici del Presepe, che nel mese di dicembre assume uno spessore ancora più importante, grazie ai mercatini di San Nicola, caratterizzati da esposizioni, botteghe aperte ove è possibile degustare piatti tipici, come la pasta fatta in casa, agnelli alla brace, e prelibati vini D.O.C. del territorio, vendita di prodotti artigianali, addobbi natalizi, presepi, spettacoli con artisti di strada, zampognari e tutto ciò che fa Natale in una zona dallo stampo rurale. Nato nel dicembre 2012, il museo opera sul territorio per sottolineare l’importanza di questa antica e sentita arte, affinché ne possa diffondere segreti e bellezze e per operare nello spirito della fratellanza e della collaborazione. Il presepe ogni anno richiama un evento di grande catechesi: è ricco di figuranti, di una grandezza che varia da 30 ai 40 centimetri, statuine artigianali, costruite a mano nei minimi dettagli, in terracotta, con personaggi in movimento in una scenografia con tufo tagliato, per richiamare una caratterizzazione della zona. Il paesaggio è costruito in muratura e legno e rilevante importanza viene dedicata a luci e musica di sottofondo. Un’opera che, per essere realizzata e portata a termine, ha bisogno di parecchi mesi di lavoro, a cui, ogni anno, viene dato un tema religioso.
Giornalista