Immagini dal Sannio: il lavatoio Reullo di Sant’Agata de’ Goti

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L’antico lavatoio di Sant’Agata de’ Goti.
Foto di repertorio

Sant’Agata de Goti’, si sa, è lo splendido borgo campano, simile a un presepe, che sorge su un costone di tufo ai piedi del Monte Taburno, caratterizzato da una luminosa storia culturale ma anche da una fervida attività rurale. Passeggiando nelle sue campagne è possibile imbattersi in diversi vecchi lavatoi, che testimoniano la viva memoria delle storiche abitanti del paese. Queste, infatti, vi si recavano per lavare i propri panni e per intrattenersi in momenti di socializzazione.
Questa tradizione, per la verità ancora oggi viene spesso rinnovata, tanto da imbattersi in donne che preferiscono lavare la propria biancheria in questi cimeli di archeologia e storia.

L’antico lavatoio Reullo è forse la testimonianza più bella e più viva di quanto detto. Sorge nel punto in cui il fiume Isclero incontra i torrenti Riello e Martorano.
Già alla fine del ‘700, lo storico Fileno Rainone descrisse un’antica fontana trasformata, dalle donne dell’epoca, in un lavatoio composto da vasche in pietra quadrata, di varia grandezza, ricolme d’acqua di sorgente, ove soprattutto il gentil sesso si recava per poter lavare il bucato.
Il lavatoio è caratterizzato da tre grosse vasche in pietra contenenti le acque delle sorgenti sotterranee e ha una particolare caratteristica, rappresentata da una tettoia centrale. Un altro motivo di fascino e curiosità, che lo rende sui generis, è il grande arco gotico ogivato in tufo giallo e grigio che circonda la struttura, legato a resti di una costruzione pertinente alla zona chiamata, negli annali parrocchiali, All’Arco ed esistente già nel Trecento.

Le fontane.
Foto di Francesco Marotta

Si tratta di una costruzione databile al Medioevo, a pianta quadrata con un ingresso ampio. Sulle pareti vi sono tracce di un solaio di copertura in legno, scomparso già nel ‘700. Un vero e proprio esempio di architettura e archeologia dell’acqua. Non trascurabile è l’ambiente circostante, caratterizzato dalla nutrita presenza di sorgenti d’acqua che testimoniano il modo di vivere a la cultura locale.
Altri lavatoi del territorio santagatese sono i cosiddetti Bocca e Riello, dove confluiscono ricche e fresche sorgenti d’acqua, che vanno ad alimentare il ruscello del Riello.
La stradina del fiume Isclero che conduce ai lavatoi viene comunemente chiamata “percorso dell’acqua di Sant’Agata”. E percorrendolo, infatti, ci si imbatte in piccole cascate e bacini che in passato erano utilizzati come piscine naturali.