Immagini dal Sannio: il museo delle farfalle, un battito d’ali a Guardia Sanframondi

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Una teca di farfalle, foto di copertina dal web

Non si tratta di un borgo tropicale, no! Tantomeno Guardia Sanframondi è rinomata per le farfalle. Il vino, il castello normanno, i Riti penitenziali in onore dell’Assunta, ecco cosa porta a pronunciare il borgo dei Sanframondo anche a livello internazionale. Eppure le sue farfalle, la policromia e la rara bellezza di alcune di loro entusiasmano tutti e nel Sannio solo a Guardia possiamo recarci se vogliamo imbatterci in uno spettacolo di estrema bellezza come il museo entomologico di via Pietralata. E se è vero che questa caratteristica stradina del centro storico guardiese è rinomata per l’eleganza e per i fiori che qua e là tappezzano la viuzza, beh, fiori e farfalle vanno a braccetto, pare! Il museo delle farfalle guardiese è una vera rarità: una preziosa raccolta di lepidotteri, composta da più di mille esemplari provenienti da ogni dove, diversi continenti rappresentati da questi magnifici e affascinanti volatili, oltre ad altri rari insetti. Piccole ma grandiose creature qui conservate, anni fa collezionate dall’avvocato appassionato di entomologia Pascasio Parente e, nel 1990, donate al comune di Guardia Sanframondi dai suoi eredi. La collezione, in quanto a numerosità, originalità, molteplicità di esemplari, tecniche di raccolta e conservazione, è considerata unica al mondo. Il museo è stato inaugurato il 18 agosto 2017 e i suoi ambienti sono disposti su due piani: al piano terra vi è un’ampia sala climatizzata che ospita la collezione e al primo piano è stata realizzata una sala proiezioni, nella quale si possono visionare filmati in 3D che spiegano la biologia delle farfalle. Sempre al primo piano è presente una mostra fotografica permanente sui lepidotteri del Matese.

Pascasio Parente, guardiese dalla nascita nel 1897, fu podestà di Guardia Sanframondi, tra l’altro giornalista pubblicista e corrispondente del Mattino e fondatore del quindicinale Messaggio d’Oggi. Esercitò con maestria la professione di avvocato e tra le sue passioni vi era il collezionismo, in particolare di monete, conchiglie, cimeli e lepidotteri. Da dove proveniva quest’ultima? La ereditò dalla madre e si considerava un appassionato, di certo non un esperto. E proprio grazie a questa passione, oggi Guardia vanta una collezione di cinquantaquattro cassette di farfalle e dieci cassette di insetti, tutte perfettamente conservate. La raccolta originariamente era più ridotta e nel tempo è stata ampliata dal figlio Sergio. L’intera collezione è stata sapientemente restaurata da Francesco Parisi. Come testimoniato dai suoi eredi, per preservarne l’integrità e la bellezza, la cattura degli insetti avveniva con un bicchiere, anziché col retino, per evitare la perdita di colore delle ali. Dopo essere state catturate, le farfalle venivano fatte morire immediatamente con una soluzione di arsenico per far sì che non sbattessero le ali, sempre per non rovinarle. L’avvocato, dunque, le faceva essiccare, dopo averle inserite in un foro praticato nel cartone pressato, e infine le sistemava in teche con doppio vetro e cornice di legno, frutto dell’artigianato guardiese. Alcuni di questi esemplari furono personalmente raccolti in Africa, durante la guerra, altri furono spediti da amici o parenti o da associazioni e Istituti con i quali era entrato in contatto. Altri ancora vennero acquistati presso commercianti orientali, in particolare giapponesi. Alcuni furono affettuosi omaggi del figlio Sergio dalle terre del Sudamerica.

Interni del museo, foto d’archivio gentilmente donata a Fremondoweb

Le teche con doppiovetro, nelle quali vengono conservate le farfalle del museo, ci consentono la visione anche dal retro, dove spesso si diversificano in forme e colori, dando vita ad altre somiglianze e mimetismi. Vi sono alcuni esemplari veramente originali come la Testa di gufo, così chiamata in quanto molto simile a un gufo con grandi occhi gialli, o la Kallima, di provenienza messicana, molto appariscente in un lato e uniformemente marrone nell’altro, la cui altra particolarità sono i sottili disegni simili alle nervature delle foglie. Vi sono farfalle provenienti dalla foresta venezuelana che sono più colorate, farfalle geometriche come le giapponesi o quella tutta blu come quelle di Nabokov, appunto chiamata farfalla di Nabok, alcune più scure come le africane, gialle come quelle messicane, superbe e tenebrose, e le più piccole che sono italiane. Farfalle zebrate e farfalli bicolori, farfalle a pois e farfalle monocolore, insomma ce n’è per tutti i gusti e per ogni volo della fantasia. Fra gli insetti, si possono ammirare un grosso scarabeo, un draghetto del Borneo, una pelosa tarantola italiana e tantissime altre rarità. Insomma, una visita da non lasciarsi scappare per poter immergersi in un viaggio multicolore e tridimensionale tra gli affascinanti lepidotteri di tutto il mondo.