Immagini dal Sannio: il percorso naturalistico delle cascate a caduta libera

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Le cascate di Carpinone, foto di copertina di Tommaso Labella

Cascata è sinonimo di freschezza e vitalità, di gioia e di vita. Nella simbologia dei sogni è portatrice di rinnovamento, la caduta libera dell’acqua vuol dire rigenerazione e, certamente, in una torrida estate come quella che stiamo vivendo l’idea è più che apprezzata. Il Molise, ricco di verdi colline, alte e sinuose montagne e distese di prati, con dei percorsi naturalistici dalla tipica bellezza, ha un tesoro non indifferente in quanto a cascate. Angoli naturali spesso celati ai più; corsi d’acqua che scendono a picco, si gettano in ruscelli, danno vita a meravigliosi spettacoli e creano percorsi onirici e invitanti. Forse non tutti ne sono a conoscenza, e l’invito, dunque, è leggere bene, fino in fondo, lasciandosi travolgere dalla freschezza del racconto. E poi, basta mettere ai piedi scarpe comode, un cappellino, una bella macchina fotografica e ci si può tranquillamente incamminare per vivere e immortalare questi scenari unici, di natura incontaminata.

Roccamandolfi – A Roccamandolfi, in provincia di Isernia, possiamo imbatterci nell’Area Naturale del Torrente Callora, uno dei numerosi valloni del Matese. Un’area recentemente dichiarata “Protetta” dal Ministero all’Ambiente, che i cittadini di Roccamandolfi chiamano “Arret’ a r’ t’rron”. Infatti, se si guarda questo luogo ameno dal paese, ci si accorge di essere a ridosso della Torre. L’Area è situata sul versante a nord del massiccio del Matese, ai piedi del Monte Miletto. Un vero e proprio angolo di paradiso, una bellezza intatta, selvaggia, dominata dall’inaccessibile castello medievale e caratterizzata da una varietà di ambienti che si sviluppano ai bordi del torrente Callora, che scorre in una profonda fenditura, e dei valloni Fosso Fornello – sporgenza e Rio Torrone, anch’essi dalle ripide pareti rocciose. Una forra con ripide pareti in cui il fiume scorre con salti, guizzi e balzi, anche di notevole altezza. Fra le pareti rocciose sono abbarbicate piante di leccio e fiori diversi, come i bucaneve e i crochi nei periodi più freddi, il giglio rosso, le campanule e le scabiose, che rendono policromo e variegato il paesaggio. 

Carpinone – Restando sempre in provincia di Isernia, a Carpinone il protagonista è il fiume Carpino che, nascosto in una fitta e rigogliosa vegetazione, dà vita a uno spettacolo mozzafiato: una cascata che parte da un’altezza di circa 10 metri e che va a gettarsi all’interno del percorso del fiume Cavaliere. Un perenne profumo di menta e di origano che ricoprono le pareti di roccia calcarea, e che animano di brio il percorso lento e sinuoso del fiume che procede con la sua sicurezza nella propria corsa verso il mare. Guardiaregia – Ci spostiamo, questa volta, nella provincia di Campobasso, presso le Gole del Quirino che formano oggi una stretta e profonda incisione tra il centro abitato e le alture circostanti con una lunghezza di circa 3,5 km. Nei pressi del borgo di Guardiaregia, il canyon del Quirino riceve le acque di un impetuoso e incostante torrente Vallone Grande, e la forra che se ne origina è davvero complessa. Poco più avanti, il Vallone Grande scarica tutta la sua intensa portata attraverso la spettacolare cascata di San Nicola che, con tre meravigliosi balzi, raggiunge un’altezza totale di circa 100 metri. Una precipitazione per circa un centinaio di metri, che scava profondi solchi sulla roccia. Un meraviglioso spettacolo che ripaga il cuore di chi lo osserva.

Capracotta e Agnone – Il Verrino è un torrente la cui portata mostra significative variazioni durante l’anno. Sorge nel territorio di Capracotta e, dopo aver attraversato diversi comuni tra cui Agnone, affluisce nel Trigno. Stiamo parlando di una zona protetta dal Ministero dell’Ambiente, con un impatto molto vivo e interessante dal punto di vista paesaggistico. Gli spettacoli che l’acqua crea hanno un notevole interesse dal punto visivo, poiché l’acqua fluisce lungo tratti molto impervi, facendo salti su imponenti dirupi e formando delle cascate particolarmente suggestive. Ricca e rigogliosa la vegetazione, fra ontani, pioppi e salici, carpini neri e aceri campestri. San Vincenzo al Volturno – In località La Cartiera, una frazione a 1,5 km dal comune di Castel San Vincenzo, ancora una volta in provincia di Isernia, il Volturno disegna altezzosi profili e percorsi naturali in una valle davvero ricca di suggestioni e incontaminata. Vasche spettacolari, anfratti di acqua, limpidi laghetti e cascate, in cui esplodono maestosamente i colori più vivaci. Il corso d’acqua, quando ritorna sinuoso e sottile nel suo percorso, congiunge anche le sorgenti all’Abbazia di San Vincenzo, storico complesso benedettino, ricco di storia e meta turistica di grande prestigio nel territorio regionale molisano. 

Il Parco dei Mulini di Santa Maria del Molise, foto tratta da paesionline.it

Santa Maria del Molise – Una vera perla rara, immersa tra i rilievi in cui scorrono canali d’acqua, i quali generano due laghetti, formando delle splendide cascatelle nella lussureggiante vegetazione. Canali, salti e laghetti che confluiscono nel fiume Rio, uno dei principali affluenti del fiume Biferno, e che probabilmente sono alla base dell’antica denominazione del paese. Un ambiente lacustre modellato sapientemente dalle mani e dall’ingegno dell’uomo nel corso dei secoli per utilizzare l’energia dell’acqua a favore del movimento di una serie di mulini, uno dei quali è stato recentemente ristrutturato e che oggi rappresenta un esempio di architettura fluviale. Un’acqua davvero purissima, tanto è vero che ospita il gambero di fiume, sul quale dimorano molti uccelli acquatici. Un luogo in cui ascoltare l’assordante rumore del silenzio, profondo, melodioso e dall’intensa spiritualità.

Sant’Agapito e Longano – All’interno della profonda valle scavata dal Torrente Lorda, possiamo seguire il suo limpido corso d’acqua, ricco di cascate, cisterne e pozze fresche che allietano il vivo bisogno di freschezza nei caldi giorni d’estate. Un ambiente selvaggio, affascinante e stupefacente con le sue forme e i suoi colori più belli. Una rotta da seguire che unisce Sant’Agapito e Longano, districandosi tra guglie rocciose e fitta vegetazione. Un ambiente vario, a tratti suggestivo e selvaggio con ripide pareti a strapiombo alte anche più di un centinaio di metri, a volte con versanti più dolci e ricoperti da folta vegetazione. Carpini, ornelli, aceri, qualche castagni, corbezzoli e, salendo in quota più elevata, i faggi. Salti, scivoli e pozze nelle rocce, creando uno spettacolo emozionante. Un corso d’acqua con caratteristiche peculiari, salti e scivoli, e con tratti in cui le acque limpide e trasparenti si placano soffermandosi in profonde pozze, con il fiume che scorre fra ripide pareti di roccia grigia o rossastra su cui spiccano le macchie di verde scuro dei lecci sempreverdi, ammassati in gruppo, a volte fra versanti ricoperti di muschio e edera. Uno spettacolo che rende unico e affascinante uno dei tratti naturalistici più belli del Molise.