Immagini dal Sannio: il percorso sannita del Giro d’Italia

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In copertina, Cusano Mutri e i monti del Matese.
Foto di Pierpaolo Masotta

Il Sannio beneventano sta per tingersi di rosa, grazie al passaggio e all’arrivo della decima tappa del Giro d’Italia che il prossimo 14 maggio partirà da Pompei e arriverà a Bocca della Selva, nel territorio della bellissima Cusano Mutri. Da uno dei centri archeologici più importanti del mondo, si arriverà sul Matese, dunque, percorrendo strade, saliscendi e paesaggi di rara bellezza e importanza storica e culturale. Un tragitto ricco di risorse e bellezze naturalistiche, dallo stampo prettamente agricolo, dove valli, campi aperti, oasi naturalistiche, chiese, tradizioni, vigneti e uliveti fanno da sfondo a uno spettacolo mediatico che vedrà coinvolti spettatori da ogni parte del mondo. Un territorio che parla con la sua storia, grazie alla cultura senza tempo, con le sue tradizioni che ci immergono in una identità prevalentemente rurale e ricca di bellezze da scoprire.

Il primo paese sannita che la carovana rosa raggiunge, dopo aver attraversato l’area nolana, è Arpaia, piccolo centro della Valle Caudina situato fra i monti Tairano e Paraturo, attraversato dalla Via Appia. Erroneamente, per lungo tempo, si è creduto che il paesino fosse l’antina Caudium. Luogo di frequenti battaglie tra Aragonesi e Angioini, fu per questo motivo più volte saccheggiata e messa al fuoco. Oggi gode di una posizione strategica, ed è una sorta di passaggio obbligato di merci e uomini che si muovono fra la Campania e addirittura la Puglia.
Sotto il dominio longobardo, nel VI secolo probabilmente appariva come una cinta fortificata con torrioni angolari e torri difensive, forse separata dall’esterno e protetta dalle incursioni da un fossato. Notevoli di visita sono l’Abbazia di San Fortunato, risalente al IX secolo, e la chiesa di San Michele Arcangelo.

Dopo aver attraversato Montesarchio, con il suo splendido castello che troneggia, ricco di reperti archeologici di rilevante spessore, tra viuzze e borghi si arriva a Camposauro, caratterizzato da un bosco molto fitto dal quale, attraversandolo, si può raggiungere una chiesetta all’aperto, col suo piccolo altare. Salendo un po’ più in alto si raggiungono i 1187 mt e una croce di vetta che indica un altro luogo in cui è possibile godere di uno straordinario panorama. Camposauro è una località molto amata da villeggianti e turisti, da chi cerca conforto nella calura estiva e da chi sente la necessità di stare qualche ora a contatto con la natura. Il Parco Avventura è uno dei maggiori della Campania e dell’Italia meridionale, molto ben attrezzato, con percorsi in altezza allestiti tramite piattaforme di legno, cavi, liane, carrucole e il ponte tibetano.
Passeggiando fra sentieri e tracciati è facile imbattersi in varie specie animali, tra cui il cinghiale, la volpe rossa, la lepre, il fagiano, lo scoiattolo, il riccio, la talpa. E tanti uccelli notturni, come il gufo, la civetta, il barbagianni, e poi la poiana, il gheppio, il tordo sassello o il picchio muratore. Ancora, abbondano cinghiali, ricci, lepri, caprioli, mufloni nonché cavalli allo stato brado. Di qualche anno la notizia, da parte del WWF, della presenza stabile di un branco di lupi.
La vegetazione è costituita soprattutto da aceri, carpini e frassini, e nelle zone più alte faggi e lecci. Gli abeti bianchi presenti sono di impianto artificiale e rigogliosa è la vegetazione anche dei campi coltivati a frutteti, vigne e uliveti.

Breve passaggio per Solopaca, rinomata città del Vino della provincia di Benevento, si raggiunge un altro borgo caratteristico principalmente per la sua vocazione vitivinicola: Guardia Sanframondi. Il toponimo di stampo normanno, Warda, ossia luogo di guardia, di vedetta, richiama proprio alla elevata e strategica posizione collinareE proprio da questa bella collina si riesce a dominare con lo sguardo tutta la Valle del medio e basso corso del fiume Calore. I conti Sanframondo dotarono il paese di un enorme castello che permetteva il controllo dell’intera vallata, baluardo dell’intero sistema di difesa sannita. Il castello è un po’ il simbolo storico e architettonico di Guardia, che nel tempo ha assunto una sagoma da palatium. Esso è davvero la vedetta della vallata, da cui si gode di un singolare panorama.
Borgo di cultura, raffinata bellezza, dove vicoli e stradine si intersecano e si salutano, con campanili che svettano, uomini storici che richiamano a tanto sapere, memorie di tempi economicamente floridi, come quello dei conciatori di pelle, terra di tradizioni e Riti Settennali di penitenza in onore della Vergine Assunta. Nel bel santuario mariano dell’Assunta e di San Filippo Neri, Basilica Pontificia di Guardia Sanframondi, troviamo la bellissima statua della Madonna. Lei è lì, in fondo alla navata centrale, in una nicchia ricavata sotto a un maestoso baldacchino settecentesco, sempre illuminata, in atto benedicente, assieme al Bambino che ha in braccio, a guardare dritto negli occhi di chi si prostra ai suoi piedi, in una commovente scena di comunione verso il fedele. Da secoli, la Vergine è vestita da una veste di seta ricamata d’oro, che non fa altro che esaltarne la luce e la bellezza. Le stelle sul manto d’oro trapuntato ne esaltano purezza e lucentezza. E il 2024 è proprio una delle scadenze dell’attesissimo settennio: ad agosto si svolgeranno i Riti Settennali, momento di profonda fede.
Guardia è altresì terra di Vino, di Falanghina, di ricchi vigneti che fanno e hanno fatto parlare di sé al mondo. 

Tramonto a Guardia Sanframondi.
Foto di Nicola Conte

Un breve e veloce passaggio per Cerreto Sannita, prestigiosa “città pensata” della ceramica, e pronti alla volata finale, certamente molto impegnativa. Si raggiunge Cusano Mutri, uno dei borghi più belli del Sannio, che rientra altresì nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, il club che nel 2001 nacque dall’esigenza di valorizzare lo straordinario patrimonio di storia, cultura, arte, ambiente e tradizioni dei piccoli centri italiani. E Cusano è uno splendido gioiellino dell’area matesina, con un patrimonio artistico, storico e culturale di grande rilevanza. Un paese che conserva ancora oggi il fascino medievale dei tempi passati, il cui centro storico, caratterizzato dalle sue tipiche case bianche in pietra, è un vero dedalo di viuzze e scalinate da salire e scendere e poi risalire, ma da cui, all’improvviso, si affacciano slarghi, piazze e chiese.
Al centro del paese è la bella e caratteristica piazza Roma, scenografica e a forma di anfiteatro, con diverse rampe di scale in pietra viva che confluiscono su più pianerottoli lungo la salita, la quale è circondata da antichi palazzi in pietra disposti in verticale che la rendono sicuramente una delle piazze più suggestive del paese. Piazza Lago, invece, si trova nella parte alta del borgo e ospita i resti del castello marchesale costruito su di una grande morgia. La chiesa di San Giovanni Battista, la più grande di Cusano Mutri, con la sua facciata in stile romanico e un interno di tipo basilicale, e imponenti colonne di pietra, conserva l’importantissima Sacra Spina della corona posta sul capo di Gesù, portata da un cavaliere di ritorno dalla Terra Santa. Da quel momento, la popolazione fedele di Cusano Mutri ha fatto ricorso alla Spina in ogni momento di bisogno, invocandola e portandola in processione, ottenendo sempre dei miracoli. Ancora oggi il 3 agosto, di buon mattino, si svolge tale processione verso Monte Calvario con i partecipanti scalzi, in segno di penitenza.
Siamo in un contesto naturalistico e paesaggistico davvero notevole, con ampi e distesi spazi verdi e vallate, in cui pastorizia e allevamento di bovini e ovini la fanno da padroni. Ecco, quindi, che formaggi, caciocavalli, caciotte, prosciutti, salumi tipici prendono vita dalle sapienti mani degli artigiani della gastronomia locale. Un gioiello che gode della protezione del monte Matese, in particolare del monte Mutria e dei percorsi naturalistici che offre. Le sue forre, la Gola di Caccaviola, le Gole di Conca Torta, sono un incanto per occhi e cuore.

Bocca della Selva è la tappa di arrivo. Dopo aver attraversato il piccolo paesino di Pietraroja, memoria storica del Paleolitico, in cui si può assaggiare il prosciutto crudo fra i più buoni al mondo, si raggiunge la rinomata località sciistica matesina al confine fra due province, quella di Benevento e quella di Caserta, e ponte fra due regioni, Campania e Molise. Si tratta di una piccola località a 1450 m.s.l.m., nella quale è possibile sentire unicamente il vento che soffia nella fitta boscaglia, assieme a risate di bambini e adulti che in inverno approfittano di slittini e bob per potersi divertire tra un pupazzo di neve e una battaglia di palle e che in estate godono di rigeneranti passeggiate a piedi o a cavallo.
Un luogo molto rinomato anche per il suo sottobosco ricco di funghi, tra cui i porcini, e lamponi e fragole. Di suggestivo interesse è lo stupendo sentiero che conduce al monte Mutria, con la sua vetta a 1900 m.s.l.m., percorribile facilmente per chi è appassionato di passeggiate in montagna e trekking. Una zona oggi purtroppo trascurata, nonostante sia ancora considerata la “perla bianca del Matese”, con la sua pista sciistica lunga 3 chilometri ma dismessa.
Un deserto bianco, così com’è stata definita, con strutture abbandonate, talvolta diroccate, e in un’area che un tempo era considerata lustro e vanto della zona matesina. Ciò non toglie che la memoria del tempo che fu la rende ancora una delle regine del Matese. La fauna del territorio è particolarmente ricca di cinghiali e caprioli, lupi, volpi, lepri, donnole, martore, tassi, faine, gatti selvatici e scoiattoli. E riguardo alla vegetazione, non solo faggi: fanno bella mostra di sé anche querce, lecci, castagni, frassini e ornelli. Una passeggiata nei suoi boschi può facilmente farci imbattere nella genziana, nella genzianella, l’arnica, l’issopo.