Il giorno del Corpus Domini, in gran parte dei piccoli paesi e delle grandi città prevalentemente italiani, è un giorno ricco di colori e fiori. La tradizione delle decorazioni floreali ha origini romane e risale alla prima metà del XVII secolo, in quanto espressione della cosiddetta festa floreale, in cui fiori recisi, sfrondati e sminuzzati emulavano i mosaici. Per la prima volta, le decorazioni floreali furono esibite il 29 giugno 1625, festa dei santissimi patroni di Roma, Pietro e Paolo. Pochi anni dopo, nel 1633, un altro quadro floreale venne realizzato da Stefano Speranza, uno stretto collaboratore del Bernini. Da quel momento questa straordinaria arte si divulgò anche al di fuori della capitale. La prima infiorata del Corpus Domini risale forse al 1778, anno in cui vennero allestiti alcuni quadri floreali nella via Sforza di Genzano, o probabilmente a qualche anno prima, il 1782, anno in cui un tappeto coprì una intera via senza soluzione di continuità.
Cusano Mutri, nel cuore del Parco regionale del Matese, è un borgo dalle squisite e radicate tradizioni. Come quella della grande Infiorata. Quando il covid ha fermato tutto, è sembrato incredibile, inconcepibile per la coesa e allegra comunità matesina. Eppure, anche in quella occasione la manifestazione non si è fermata del tutto, con la rappresentazione di un unico quadro nella chiesa di San Nicola. Da oltre un secolo a Cusano vige la tradizione di infiorare strade, piazze e chiese del borgo, proprio a testimonianza della radicata religiosità dei suoi abitanti. Grandi e policromi tappeti floreali abbelliscono le superfici, solitamente calpestabili, della cittadina; veri e propri quadri realizzati con petali di fiori e altre sostanze vegetali che raffigurano immagini sacre del Vangelo, parabole e Antico e Nuovo Testamento, o riproduzioni di opere di autori celebri o ancora creazioni che nascono come fantasie ex novo da parte dei maestri infioratori. L’edizione appena conclusasi, a Cusano come in gran parte dei centri italiani, ha reso omaggio alla straziante storia di cronaca che ha scosso l’Italia intera nei giorni scorsi, quella di Giulia Tramontano e del piccolo che aveva in grembo, Thiago, uccisi dalla brutalità di un uomo che avrebbe soltanto dovuto proteggerli. E ancora, sempre a Cusano Mutri, tappeti hanno omaggiato le Olimpiadi, ma anche l’amore senza distinzioni di colore della pelle e la libertà delle donne. Ogni anno, le rappresentazioni sono le più varie e variopinte e destano stupore e meraviglia da parte dei numerosi visitatori. Cittadini volontari e artisti locali lavorano tanto, con la mente, la fantasia e la creatività, e ovviamente anche fisicamente per portare a termine questo vero e proprio vanto caratterizzato unicamente dalle risorse che la natura mette loro a disposizione.
Cusano si adagia tra vaste vallate e immense distese che regalano una natura incontaminata. Qualche giorno prima della giornata del Corpus Domini, centinaia di donne, uomini, bambini e giovani si riversano negli spazi aperti tutt’intorno per poter fare incetta dei più colorati e profumati petali appartenenti alle tante specie di fiori che popolano un territorio ameno. I tappeti di fiori cominciano a prendere forma al mattino, molto presto, mentre il giorno precedente si provvede a tracciare il disegno che si vuole adornare con questi splendidi monili naturali e profumati. Non si tratta di pittori, non sono madonnari, sono infioratori che danno vita a meravigliose scene policrome con l’ausilio dei più semplici elementi naturali. Bellissime creazioni da ammirare passeggiando qua e là nel bellissimo centro storico cittadino. Composizioni che richiamano le tradizioni religiose o fatti laici, attualità ed eventi storici. Nella giornata dell’Infiorata, Cusano regala uno spettacolo che solletica vista e curiosità di ognuno di noi.
La processione parte dalla chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e si incammina nelle stradine di Cusano Mutri in un’atmosfera carica di forti emozioni, con l’omaggio dell’esposizione di lenzuola e tappeti dalle abitazioni, in un clima solenne e al contempo festoso, che esprime la profonda devozione e il forte senso d’identità dei cittadini del borgo del Matese. Uno spettacolo che richiama centinaia di fedeli e semplici appassionati, le cui immagini fanno il giro dell’Italia intera e che sono la testimonianza di una bellissima tradizione che non tramonta e che piuttosto ogni anno si rinnova nella sua autenticità.
Giornalista