
Foto di Tina Marchesciano
Morrone del Sannio, piccolo borgo in provincia di Campobasso, conta poche centinaia di abitanti. Si trova in una posizione elevata sulla valle del Biferno, e anticamente era abitato da Pentri e Frentani.
Ancora oggi, probabilmente, facciamo ricadere il comune di Morrone nella zona un po’ più in là dell’area che convenzionalmente definiamo Sannio, ma la storia narra che le due tribù sannitiche si contesero il territorio, nonostante questo sia stato prevalentemente occupato dai Frentani.
Proprio in questo paesino molisano la tradizione di San Giuseppe è molto viva e sentita. Qui, infatti, la celebrazione del Santo conserva tutti i rituali e i simboli dell’antichità. I fuochi, ad esempio, sono i protagonisti assoluti; vengono infatti accesi per tutta la notte nelle varie strade del paese. Una scenografia bellissima che rende ancor più magico il caratteristico borgo.
Il rito della Sacra Famiglia è molto noto e riesce ad attirare tantissimi devoti o semplici visitatori. Per la ricorrenza vengono scelte tre persone, a rappresentare San Giuseppe, la Vergine Maria e il Bambinello. Solitamente la scelta viene fatta ricadere tra le famiglie più disagiate, per dar loro la possibilità di potersi nutrire a dovere almeno per un giorno. Questi, infatti, recitano la loro scena in una stanza ove è imbandita una tavolata allestita per un pranzo davvero speciale, quasi unico. Ecco, per l’occorrenza, gli alimenti della tradizione contadina del luogo, quelli classici, nutrienti e genuini: legumi, come fagioli, ceci, cicerchie o fave, rigorosamente cotti lentamente dinanzi a una brace, e verdure a volontà, riso bianco, pasta, baccalà fritto, lumache, sarde, scrippelle, arance condite con zucchero, acqua e vino, e l’immancabile pane.
Il lauto pranzo viene preceduto da un rituale fatto da una serie di preghiere che continuano ogni qualvolta arrivi una nuova portata e che concludono il medesimo pasto. Non finisce qui: subito dopo il pranzo, a casa di ogni componente della Sacra Famiglia viene portato un ricco cesto contenente tutto ciò che è avanzato e che, quindi, non è stato consumato durante la rappresentazione scenica. Il cibo viene raccolto in una ciotola, accompagnato da quattro chili di pane e scrippelle.

Foto di Michele Giagnacovo
Cosa non può assolutamente mancare sulle tavole imbandite del San Giuseppe morronese? Innanzitutto i maccherune ca’n’drit e i maccherune maritate. Si tratta di due primi piatti che si preparano quasi esclusivamente in occasione del 19 marzo.
I primi si preparano con pane indurito, di circa sette/dieci giorni, meglio ancora se casereccio. di cui si grattugia la mollica. Si prepara un trito di noci e di buccia d’arancia e il tutto viene messo a soffriggere in olio, con un pizzico di sale e un po’ di vincotto. Si mescola velocemente fino a ottenere un colore brunito, si versa il composto su un piano di legno e si lascia raffreddare. Una volta cotti, gli spaghetti, possibilmente nr 5, si condiscono con il composto che prende il nome di n’drit.
I maccherune maritate, invece, vengono preparati versando 1 kg di farina di grano duro sulla spianatoia e aggiungendo un pizzico di sale e piano piano, con una certa gradualità, si uniscono 4 uova, con un po’ di acqua calda, ammassando con forza. Una volta ottenuta la pasta morbida ma compatta, essa va stesa col matterello, per poi tagliare la sfoglia piuttosto spessa e ricavarne degli spaghetti, con i quali preparare una semplice minestra a base di acqua salata e 2 o 3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva.
Volete preparare le scrippelle? Impastate farina di grano tenero con lievito naturale o di birra, un pizzico di sale e patate lesse. Queste servono a rendere l’impasto più morbido. Per ogni chilo di farina, utilizzate 300 grammi di patate. Lavorate l’impasto con pugni chiusi e con forza, fino a che non diventa vellutato ed elastico. Ponetelo in un recipiente grande, coprite e tenere in un luogo tiepido per farlo lievitare. Prendetene un po’ e versatelo in un tegame in cui è stato fatto soffriggere dell’olio. Una volta tolta dalla padella, le scrippelle vanno servite spolverate con lo zucchero.