Immagini dal Sannio: la Porta Santa di Guardialfiera, passaggio verso il Perdono

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Siamo a Guardialfiera, piccolo paese che non raggiunge i mille abitanti della provincia di Campobasso, che rispecchia la sua storia e la propria bellezza nell’omonimo lago artificiale che ne caratterizza il paesaggio. Un territorio ricco di bellezze naturali, arte e antiche tradizioni, con una delle curiosità più invidiate e amate. Guardialfiera, infatti, è depositaria di una delle poche Porte Sante del mondo che ogni anno, mediante una cerimonia officiata dal vescovo il 1° giugno, in occasione della festa patronale di San Gaudenzio, viene aperta per dare l’indulgenza plenaria a chiunque vi entri con spirito e cuore liberi. Custode della Santa Porta è la chiesa di Santa Maria Assunta, la principale del paese, risalente almeno all’XI secolo. Il sacro edificio è caratterizzato da pietre scolpite con iconografie cristiane e pagane risalenti al VII e all’VIII secolo che sono state incorporate nell’edificio che oggi conosciamo. Molto probabilmente queste pietre facevano parte di un tempio pagano che originariamente si trovava sul sito dove in seguito venne edificata la chiesa. La chiesa fu elevata a cattedrale nel 1061.

Già secoli fa territorio molto suggestivo, con i suoi immensi boschi, le colline, e le risorse idriche, nel 1053 fu visitato da Papa Leone IX, il pontefice tedesco che amava viaggiare e che in quel tempo si muoveva verso le Puglie per combattere le bellicose scorrerie normanne che stavano contrastando il regno longobardo. Il Papa voleva impiantare un forte Stato confinante col Governatorio Pontificio. Al suo arrivo trovò l’antico Ponte Romano sommerso ed era l’unico che gli consentisse di varcare il Biferno. Fu così che decise di sostare a Guardialfiera fino alla fine della piena, per poi poter passare sull’altra sponda e proseguire alla volta di San Paolo Civitate. Fu accolto in modo molto affettuoso e devoto dai guardiesi, dal feudatario e dal clero tutto e per questo motivo decise di donare un suo ritratto e di elargire la più antica forma di Indulgenza Plenaria Perpetua della Porta Santa, la prima nella storia universale della Chiesa, una delle poche al mondo oltre a quelle presenti nelle quattro basiliche patriarcali di Roma, alla quale appunto è associato il lucro dell’Indulgenza Plenaria Perpetua, ossia la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati già rimessi per quanto riguarda la colpa, con la confessione. Si trova nel lato nord-est della chiesa cattedrale e vi si accede tramite una gradinata laterale composta da quattordici scalini. Il portale di ingresso è in stile gotico. Ricostruita tra il 2020 e il 2021, essa è realizzata totalmente in bronzo ed è a due battenti. Presenta, tra effigi, segni e simboli e decorazioni di foglie d’acanto, la riproduzione fedele di alcuni intarsi delle pietre che si trovano collocate nell’interno.

Guardialfiera

Il rito religioso dell’apertura della Porta Santa comincia la mattina del 1 giugno di ogni anno, con l’adunanza dei fedeli sul sagrato della chiesa dedicata a San Giuseppe, l’altra chiesa del paese. Tutti in processione si portano verso la cattedrale, alla presenza del vescovo diocesano, del parroco, dei sacerdoti che concelebrano, del sindaco e delle autorità civili e militari in alta uniforme. Una volta arrivato davanti alla Porta Santa, il vescovo pronuncia l’Antifona a conclusione dei Salmi e benedice la Porta, incensandola. Poi bussa per tre volte con la croce, finché essa viene aperta. Dopo essersi inginocchiato, il vescovo entra in chiesa seguito dalla sua folla. Finita la celebrazione eucaristica, segue la processione dell’urna contenente le ossa del santo patrono del paese, San Gaudenzio martire. Il pomeriggio seguente, quello del 2 giugno, si tiene il rito di chiusura della Porta con una messa e con l’ultimo passaggio attraverso la Porta in preghiera e raccoglimento. Un evento caldo e sentito, che richiama al paese migliaia di visitatori e pellegrini che arrivano da ogni dove, Un modo per percorrere la strada verso il Perdono, l’Amore e il Perdono di Dio.