Questo è uno dei periodi più dolci dell’anno. Perché, nonostante la Quaresima in corso ci imponga di non ricorrere a leccornie gastronomiche, immagino che tutti noi stiamo cominciando a impastare le nostre specialità pasquali. Parlo di quei dolci, di quelle torte salate, di quelle delizie che rievocano le tradizioni del nostro territorio e dei nostri borghi, paesi che parlano con la loro storia e con le loro radici che riemergono ogni qualvolta riproponiamo antiche usanze, magari tramandate da nonni, bisnonni e ancora più sù. Immaginando le vostre cucine disordinate, con i primi preparativi pasquali che affollano tavoli e ripiani, con spianatoie impolverate da farina, profumo di arancio e ricettari macchiati qua e là di olio o zucchero a velo, oggi voglio raccontarvi di una tradizione tutta abruzzese e molisana, da regalare e regalarsi a Pasqua, fatta da buona volontà e ingredienti genuini. Piuttosto che infornare la solita colomba, perché non provate qualcosa di simpatico e alternativo? In Abruzzo e Molise non c’è Pasqua che si rispetti senza le tradizionali pupe, cavalli e cuori: ogni nonna ha la sua ricetta segreta, tramandata da generazioni in generazioni, eppure quello che accomuna tutte le versioni è la forma di queste deliziose opere d’arte.
Una tradizione che ha il sapore di una bella storia d’amore, di scambi e condivisione, di antichi rituali che per fortuna non sono stati dimenticati. Si tratta di un dolce che già nel 1800 veniva preparato dalle famiglie che erano in procinto di imbattersi nella festa di fidanzamento degli sposi, quando la coppia si presentava pubblicamente ai rispettivi genitori e parenti. Con una cerimonia alquanto sontuosa, la pupa veniva consegnata alla famiglia dello sposo, il cavallo a quella della sposa con la benedizione di un’unione prospera e duratura. La pupa e il cavallo, tra l’altro, simboleggiano la resurrezione, il momento in cui Gesù, durante l’ultima cena, spezzò il pane e lo divise tra gli apostoli. Ed eccola qui un’altra storia d’amore: quella di solidarietà e di sacrificio che Gesù ha compiuto. Dolci che si confezionano già durante il Giovedì Santo. Un tempo, in questo giorno in cui si avviano tutte le golose attività dolciarie della Pasqua, le nonne preparavano per le nipoti delle donzellette dolci, molto prosperose, simbolo di benessere, caratterizzate dalle prosperose forme mediterranee, mentre ai nipoti maschi preparavano un puledro. Ognuna di queste piccole sculture differiva dalle altre per via delle decorazioni, che di solito interpretavano le tradizioni e a volte anche lo status delle singole famiglie. Entrambi avevano sulla pancia, racchiuso da due strisce di pasta a forma di croce, un uovo che simboleggia la rinascita e la durata della vita e dell’unione. Inoltre, sia la pupa che il cavallo venivano ricoperti di confettini colorati, e gli occhi erano rappresentati da due chicchi di pepe nero e chiodi di garofano. La bocca, invece, da uno o due chicchi di caffè. Ovviamente, non erano gli unici dolci che venivano preparati, ma questi erano i più caratteristici, perché erano quelli tradizionali.
E ancora oggi lo scambio di pupe e cavalli continua: pupe per le bambine e cavalli per i maschietti, e a essi si aggiungono i cuori, regali che vengono fatti ai fidanzati o che gli stessi fidanzati si scambiano per Pasqua. E sono tanti, tra Abruzzo e Molise, i ripiani delle pasticcerie o i bancali dei mercati a esporre, in un tripudio di profumi e di colori, queste delizie caratteristiche. Di seguito riporto la ricetta tratta da blog.giallozafferano.it
Ingredienti: 350 r di farina 00, 120 g di zucchero, 150 g di burro fatto ammorbidire, 1 uovo intero e 1 tuorlo, 60 g di latte, 10 g di cacao in polvere, 1 cucchiaio di miele, un pizzico di sale, codette e pasta di zucchero per decorare
Preparazione: impastate, a mano o in una planetaria, le uova con lo zucchero, aggiungete il burro ammorbidito a temperatura ambiente, il latte, il cacao, il miele, la farina e un pizzico di sale. Formate una palla e mettetela in frigorifero, coperta da pellicola trasparente, per 30 minuti. Riprendete la pasta e dividetela in tre parti, modellatela con le mani, o con un matterello, formando una pupa, un cavallo e un cuore. Io non sono molto brava nel modellamento! Decorate le parti che preferite con le codette di zucchero colorato e infornate a 180 gradi per circa 30 minuti. A fine cottura, sfornate le figure, lasciatele raffreddare e continuate la decorazione con la pasta di zucchero. Ovviamente potete decorare le figure come più vi piace, potete anche ricoprirle di glassa al cioccolato fondente o bianco e coprirle di codette colorate o come vi suggerisce la vostra fantasia!!!!
Giornalista