Immagini dal Sannio: la valle del Titerno e il pregiato olio extravergine d’oliva

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Cerreto Sannita, il Titerno e il ponte di Annibale, foto di copertina tratta da sudalia.it

Rinomata e molto ammirata è la Valle del Titerno, con i suoi borghi storici e antichi, la natura rigogliosa, habitat ideale per i suoi pregiatissimi uliveti secolari. Con il suo corso d’acqua di circa 30 chilometri, il torrente Titerno parte da Pietraroja, nascendo dalle sorgenti Petrosa e Crocella, a 1200 mt di quota e dal torrente Acquacalda ai piedi del monte Pesco Rosito, attraversa Cusano Mutri, in un contesto ricco di faggi e querce, Cerreto Sannita e lo stretto canyon del Lavello, San Lorenzello e Faicchio per poi sfociare nel fiume Volturno. Un luogo in cui stupirsi e rimanere meravigliati dalla particolarità e dalla bellezza che vi si può riscontrare. La rinomata Valle del Titerno è la sintesi tra storia, tradizioni e sostenibilità e comprende anche comuni non bagnati dal torrente. Ed è proprio qui che in autunno vediamo un grande afflusso di uomini, contadini, imprenditori, famiglie, bambini dedicarsi alla raccolta delle olive per produrre una delle più importanti eccellenze del territorio, l’oro verde del Sannio, ossia il rinomato olio extravergine di oliva. Le piante di olivo titernine, infatti, sono considerate una delle ricchezze della zona, già di per sé rinomata per le diverse eccellenze agroalimentari e a chilometro zero che le danno lustro. E l’olio extravergine del Titerno è il filo dorato che accontenta ogni gusto.

In questi mesi di ottobre e novembre, gli ulivi carichi non aspettano altro che essere liberati dai loro frutti portentosi per iniziare il processo che li porterà a diventare olio. L’oro verde sannita viene utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire alimenti, conservare verdure in barattolo, ed è molto adatto per le fritture. Ha delle capacità benefiche eccezionali grazie alla presenza di sostanze antiossidanti in grado di combattere il colesterolo. Già i Fenici e gli antichi Greci lo diffusero in tutti i territori colonizzati, come alimento ma anche come ingrediente di unguenti e profumi. La cosmesi a base d’olio, infatti, era rinomata e apprezzata da persone di ogni ceto sociale: da agricoltori e contadini alle persone più umili, che spesso utilizzavano l’olio per curare le callosità e idratare la propria pelle dopo lunghe e intense giornate al lavoro, sotto al sole o al freddo spesso gelido, fino a regine e nobili, dai quali l’olio veniva visto come un vero e proprio prodotto di lusso. I Romani, poi, ne favorirono la coltivazione, soprattutto nella provincia di Benevento. E ancora oggi, l’olio extravergine viene utilizzato a livello cosmetico e per la produzione di saponi. Un tempo si usava anche come farmaco e come combustibile per le lampade a olio.

Uliveti a San Lorenzo Maggiore, foto di Nicola Ferrara

Cerreto Sannita, in particolare, è un centro collinare ove il microclima e la qualità del terreno favoriscono la coltura dell’olivo da cui si produce un grande olio DOP. L’oro verde del Titerno ha ottenuto molti riconoscimenti nel corso degli anni; in particolar modo, va ricordato che proprio quello cerretese ha vinto il premio nazionale Ercole Olivario di Spoleto per diverse edizioni. Tale riconoscimento risulta essere il più importante, dal 1993, nel campo dell’olio. Si tratta di un’olivicoltura per gran parte di stampo tradizionale, grazie agli uliveti ultrasecolari, con una notevole presenza di cultivar locali. Tra queste le più diffuse sono senza dubbio l’Ortice (l’oliva piccante), l’Ortolana (l’oliva bella) e la Racioppella (l’oliva a grappoli), dal gusto dolce, che originano oli extravergini dalle caratteristiche organolettiche ben riconoscibili ed eccellenti. Nel territorio del Titerno, l’olio d’oliva extra vergine viene ottenuto solamente per lavorazione meccanica delle olive e la sua lavorazione avviene nei mesi di ottobre e novembre. Una delle caratteristiche più evidenti dell’olio d’oliva fresco di molitura è la sua piccantezza, quando essa si manifesta. Infatti, pare che nelle note amare e piccanti dell’olio ci siano presenze di polifenoli, molto salutari per l’uomo. La qualità del suo gusto coincide con le sue proprietà salutistiche. Più l’olio è dolce e più non è un grande olio, come sostenuto anche dal professor Maurizio Servilli, del Dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Perugia e coordinatore del gruppo alta qualità degli oli extravergine di Unaprol. Servili sostiene che gli oli extravergine d’oliva non facciano bene alla salute di per sé ma grazie alla loro composizione chimica e alla presenza di sostanze fenoliche bioattive. Insomma, ciò che il Sud ci offre, in particolare la zona sannita del Titerno, ci lascia ben sperare che il futuro dell’agricoltura sia ben saldo e che l’eredità da lasciare ai nostri giovani sia davvero ricca e proficua.