Il torrente Titerno, che con il suo corso d’acqua di circa trenta km, parte da Pietraroja e attraversa Cusano Mutri, Cerreto Sannita, San Lorenzello, Faicchio per poi sfociare nel Volturno, dà origine alla rinomata e rigogliosa Valle del Titerno, che comprende anche comuni non bagnati dal torrente stesso. È proprio in questi luoghi che crescono da secoli le piante di olivo, considerate una delle ricchezze della zona. Olivi secolari, e proprio in queste giornate si sta tenendo la raccolta delle olive e la loro molitura. Già tutta la zona del Titerno è ricca di prodotti, ma le olive, come la falanghina a cui dedicheremo uno spazio a parte, la fanno da padrone.
È novembre ed ecco che gli ulivi carichi non aspettano altro che essere liberati dai loro frutti portentosi per iniziare il processo che li porterà a diventare olio.
L’olio di oliva è consideraro l’oro verde del Sannio, in particolare del Titerno, utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire alimenti, conservare verdure in barattolo e molto adatto per le fritture. Ha delle capacità benefiche a causa della presenza di sostanze antiossidanti in grado di combattere il colesterolo. Ma viene utilizzato anche a livello cosmetico e per la produzione dei saponi. Un tempo si usava anche come farmaco e come combustibile per le lampade a olio.
Cerreto Sannita, in particolare, è un centro collinare ove il particolare microclima e la qualità del terreno favoriscono la coltura dell’olivo da cui si produce un grande olio DOP. Si tratta di un’olivicoltura per gran parte di stampo tradizionale, grazie agli uliveti ultrasecolari, con una notevole presenza di cultivar locali. Tra queste le più diffuse sono senza dubbio l’Ortice (l’oliva piccante), l’Ortolana (l’oliva bella) e la Racioppella (l’oliva a grappoli), dal gusto dolce, che originano oli extravergini dalle caratteristiche organolettiche ben riconoscibili ed eccellenti.
L’olio d’oliva extra vergine a Cerreto Sannita e dintorni è ottenuto solamente per lavorazione meccanica delle olive e la sua lavorazione avviene nei mesi di ottobre e novembre. L’olio del Titerno ha ottenuto molti riconoscimenti nel corso degli anni; in particolare va ricordato che quello cerretese ha vinto il premio nazionale “Ercole Olivario di Spoleto” per ben quattro volte. Tale riconoscimento risulta essere il più importante, dal 1993, nel campo dell’olio. Una delle caratteristiche più evidenti dell’olio d’oliva fresco di molitura è la sua piccantezza, quando essa è presente. Infatti, pare che nelle note amare e piccanti dell’olio ci siano presenze di polifenoli, molto salutari per l’uomo. La qualità del suo gusto coincide con le sue proprietà salutistiche. Più l’olio è dolce e più non è un grande olio, come sostenuto anche dal professor Maurizio Servilli, del Dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti dell’Università degli Studi di Perugia e coordinatore del gruppo alta qualità degli oli extravergine di Unaprol. Servili sostiene che gli oli extravergine d’oliva non facciano bene alla salute di per sé ma grazie alla loro composizione chimica e alla presenza di sostanze fenoliche bioattive.
Secondo il mio modesto parere, bisognerebbe dubitare delle bottiglie di olio extravergine da supermercato a prezzo basso e concorrenziale. Ciò che il Sud ci offre, in particolare la zona sannita del Titerno, ci lascia ben sperare che il futuro dell’agricoltura sia ben saldo e che l’eredità da lasciare ai nostri giovani sia davvero ricca e cospicua.
Giornalista