Immagini dal Sannio: la via Francigena del Titerno, introspettivo cammino dell’anima

postato in: Immagini dal Sannio | 0
Condividi articolo
In copertina, la mappa della via Francigena del Titerno

Possiamo girare il Sannio in lungo e in largo per trovare nuove ispirazioni, lasciarci travolgere da eccezionali bellezze, da racconti di storia e di tradizioni di assoluta importanza. Ma se volessimo tagliare la provincia sannita a pezzetti, potremmo imbatterci in elementi di microstoria, piccole entità territoriali di rilevante interesse che così piccoli proprio non sono. Tra queste micro frazioni sannite c’è l’area del Titerno, con i suoi magici percorsi naturalistici che ci portano fino al capoluogo, Benevento. Un viaggio introspettivo e silenzioso alla ricerca del bello, della natura e di noi stessi. E il “Cammino dell’Anima” è un percorso di riscoperta dell’interiorità e della dimensione religiosa che percorre un itinerario mistico facente tappa proprio nei luoghi più emblematici della Via Francigena del Sud dell’area titernina, in uno degli scenari più belli e interessanti dell’entroterra sannita.

La Francigena era la “strada maestra” che, in epoca medievale, da Canterbury conduceva i pellegrini a Roma, un percorso che intraprendevano molte anime “alla ricerca della Perduta Patria”. Sigerico, arcivescovo di Canterbury, descrisse in un diario le varie tappe toccate durante il suo viaggio di ritorno da Roma, luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo, nel 990 d.C.; non vi era solo Roma tra le destinazioni di quanti si avviavano a intraprendere un pellegrinaggio religioso, poiché molti erano i fedeli che partivano alla volta di Santiago de Compostela o di Gerusalemme. La Via Francigena del Sud era considerata una sorta di “Cammino di Santiago” nella direzione contraria, che passava per il Basso Lazio, la Campania, fino alle coste pugliesi, e di lì proseguendo, via mare e via terra, sino a Gerusalemme: un ritorno alle origini della fede, di cui il tratto campano rappresenterebbe uno snodo fondamentale.

Il percorso titernino parte da Faicchio, alle falde del monte Monaco di Gioia: alcuni studiosi la identificano nell’antica città sannita di Faefola, che viene ricordata anche da Tito Livio, conquistata da Quinto Fabio Massimo nel 183 a.C., al cui nome è intitolato il ponte romano a due arcate sul fiume Titerno. Fu feudo dei Sanframondo, dei Mansorio, infine dei De Martino, fino all’abolizione dei diritti feudali. Lo splendido Castello Ducale del XII secolo, costruito dai conti Sanframondo, sovrasta imponente il territorio e il fiume Titerno, e un tempo ospitò il vescovo di Cerreto Sannita. Fu successivamente recuperato e restaurato dalla famiglia Fragola. Puglianello vede la sua prima citazione nel IX secolo, col nome di Pullianellu, originariamente appartenente alla signoria dei Pugliano di Alife e poi feudo autonomo. Nel centro del borgo sannita è sito l’antico Castello dei Baroni che nel corso dei secoli è stato oggetto nel tempo di diverse ristrutturazioni, e attualmente suddiviso in più unità abitative. Si prosegue verso San Salvatore Telesino, il cui nome deriva dall’omonima abbazia benedettina fondata dai Longobardi, recentemente restaurata, che ospitò personaggi come Ruggero il Normanno e Sant’Anselmo, Arcivescovo di Canterbury. Eccezionale il parco naturalistico del Grassano, esteso su una superficie di oltre 120 mila mq, attraversato per tutta la sua lunghezza dal Rio Grassano, che offre ampie possibilità per effettuare sport acquatici e attività ricreative. Nel tragitto che conduce alla vicina Telese Terme vi è un bellissimo museo all’aperto, costituito dalle rilevanti testimonianze della cinta muraria dell’antica Telesia, che al tempo delle guerre puniche fu occupata prima da Annibale e poi riconquistata da Quinto Fabio Massimo, come viene tramandato da Tito Livio nei suoi Annali.

San Lorenzello fu citato per la prima volta nel 1151, quando fu possedimento dei Sanframondo, passato poi ai Carafa fino all’abolizione del feudalesimo nel 1806. Il borgo ha un centro storico molto bello ed elegante, con vicoli e piazzette che nulla hanno da invidiare a centri antichi di paesi e città più grandi. San Lorenzello è il paese natale del maestro ceramista Nicola Giustiniani, considerato uno dei più grandi del settore del 1700, figlio del più famoso Antonio e ancora oggi vanta una tradizione ceramistica di tutto rispetto, nelle cui botteghe i maestri figulini portano avanti una storica tradizione che si contendono con Cerreto Sannita. Il nome originario di San Lorenzello fu San Lorenzo Minore per distinguerlo dal vicino centro già denominato San Lorenzo MaggioreCerreto Sannita è, come già detto, l’altro centro titernino famoso per la celebre produzione artistica di ceramica. È “Città di fondazione” in quanto, dopo il terremoto del 5 giugno 1688 che distrusse completamente la città medievale, oltre a molti paesi vicini, non fu ricostruita seguendo il modello del paese crollato, ma venne ricostruita ex novo in un sito più spostato rispetto all’originario. Le sue prime attestazioni risalgono al Paleolitico, come è visibile nei resti della zona archeologica nei pressi della Morgia Sant’Angelo, detta Leonessa.

Telese Terme è il centro più importante dell’intera Valle Telesina, e il suo nome trae origine proprio dall’antica città sannitico-romana Telesia. È un rinomato centro termale per le sorgenti solfuree-carbonico-alcaline generate a seguito del terremoto del 1349, fenomeno da cui ebbe origine anche il suo rinomato lago. A causa della fuoriuscita dei gas irrespirabili, altamente solfurei, si ebbe l’abbandono del vecchio centro abitato e l’insediamento nel sito in cui oggi si trova. Nel 1992, dall’originario toponimo Telese, ha assunto la denominazione di Telese Terme e oggi si fregia del titolo di CittàCastelvenere si trova in un verdeggiante paesaggio collinare, solcato dai suoi bellissimi e rettilinei filari di uva che si susseguono l’uno all’altro a perdita d’occhio. Si tratta, addirittura, del territorio più vitato del Sud Italia. Abitato sin dall’era preistorica, fu un noto centro longobardo, rinomato per aver dato i natali a San Barbato, vescovo di Benevento, fautore della conversione dei Longobardi al Cristianesimo. Anch’essa fu feudo dei Sanframondo e poi dei Carafa, fino all’abolizione della feudalità. 

La tappa finale, Pietrelcina e la casa di Padre Pio, foto tratta da seguendoulisse.it

Guardia Sanframondi è un paese di origine longobarda e poi normanna che conserva intatto il suo caratteristico aspetto medievale. L’attuale abitato fu costruito intorno al maestoso e imponente castello fatto edificare dal normanno Raone, capostipite della famiglia dei Sanframondo nel 1139. Anche Guardia presenta un paesaggio naturalistico fatto di vigneti e uliveti che ricoprono ogni angolo del territorio. Famosa è la produzione del suo vinoche rappresenta la principale risorsa economica del paese, bontà apprezzata sia in Italia che all’estero. Guardia Sanframondi è anche nota per la caratteristica manifestazione religiosa, che sopravvive nella sua forma tipicamente medievale e che si svolge ogni sette anni, come rito di penitenza in onore della Madonna Assunta. Celebri sono i penitenti in saio bianco, battenti e flagellanti, che si percuotono a sangue. Anche San Lorenzo Maggiore si trova in uno scenario naturale fatto di ruralità, vigneti e uliveti, noto per la produzione di ottimi olio e vino. Il passaggio della via Francigena arriva nei pressi della chiesa di Santa Maria della Strada. Le sue origini storiche risalgono al XV secolo, quando decadde il centro di Limata, antico borgo che sorgeva alle falde del circostante monte, e del quale restano i ruderi del castello di origine longobarda. Anche qui, ogni anno, nel giorno del Venerdì Santo, si svolge una caratteristica processione di battenti flagellanti, anch’essa di origine medievale, che si percuotono in segno di penitenza alla Vergine Addolorata. Una bella strada panoramica ci conduce a Ponte, rinomato centro anch’esso per le sue aziende enologiche e per la produzione di olio, che trae il suo nome dalla presenza di un imponente ponte in pietra, ad pontem lapideum, sul quale passava la Via Latina, che congiungeva Roma a Benevento. Il castello fu costruito alla fine dell’XI secolo e di esso sono visibili consistenti tracce: fu oggetto di ampi scontri tra gli Angioini e gli Svevi nel 1266. Il paese, inizialmente appartenente al Molise, perse nel 1829 la propria autonomia, e con decreto reale di Ferdinando di Borbone venne unito a Casalduni, e in seguito a Paupisi. Riacquistò definitivamente la sua autonomia nel 1913.

Benevento è posta nell’entroterra della regione, posizionata tra i fiumi Sabato e Calore, col suo passato ricco di storia, e i suoi simboli monumentali di grande valore. È conosciuta come la città delle streghe, grazie alle antiche leggende di streghe e janare, da cui il famoso liquore giallo prodotto dagli Alberti, famosissimo in tutto il mondo. L’Arco Traiano, al centro della città, fu costruito tra il 114 e 117 d.C. in onore dell’imperatore Traiano, posto all’inizio della Via Traiana che abbreviava il percorso da Benevento a Brindisi; il Teatro Romano fu voluto da Caracalla ed è famoso per la sua ottima acustica. Nel periodo longobardo fu elevata a Principato da Arechi II, il quale, amante delle arti e della cultura, realizzò numerose opere architettoniche, quali la chiesa di Santa Sofia con il suo bellissimo chiostro. La fine della dominazione longobarda segnò il passaggio di Benevento al dominio pontificio: testimonianze architettoniche di tale periodo sono la maestosa Rocca dei Rettori, il Duomo, Palazzo Paolo V, Basilica di San Bartolomeo, la Basilica della Madonna delle Grazie. Imboccata la Via Appia Traiana, percorriamo una serie di strade secondarie che ci conducono alla scoperta di un paesaggio agricolo collinare, dolce e vario, tra vigneti, uliveti e pascoli a perdita d’occhio e giungiamo a Pietrelcina, ubicato su un’ansa di un affluente del fiume Tammaro, nota in tutto il mondo per aver dato i natali a Francesco Forgione, San Pio da Pietrelcina. Era il 25 maggio 1887, e il piccolo Francesco venne alla luce al civico 32 di vico Storto Valle. Fu battezzato il 26 maggio nella chiesa di Sant’Anna e proclamato santo da papa Giovanni Paolo II il 16 giugno 2002. Pietrelcina è un paese agricolo dalle antiche origini, un borgo affascinante e caratteristico sito su un’alta morgia, comparso per la prima volta in un documento del 1101. Un borgo di pietra che ben rappresenta il favoloso contesto semplice e rurale che il paesaggio della provincia beneventana offre.