Nella piccola regione del Molise, terra dedita all’agricoltura e alle più radicate tradizioni, il mese del maggio rievoca caratteristiche tradizioni. Quella delle Carresi è antichissima, e si porta avanti da secoli e secoli: tra la fine di aprile e il mese di maggio, tantissimi sono i carri trainati dai buoi, soprattutto nei comuni del Basso Molise, nel ravvivarsi di antiche tradizioni. Tante le storie e le peculiarità che rendono uniche le tradizioni delle Carresi paese per paese e oggi, in pillole, vi raccontiamo le tipiche manifestazioni della regione dedicate a questo avvenimento a tema agricolo che quest’anno fa parte delle manifestazioni finanziate al 50% dalla Regione Molise tramite il bando “Turismo è Cultura”.
La corsa che si svolge a Ururi è probabilmente collegata all’istituzione della festa della Croce in legno di Gesù, portata in Italia da Sant’Elena. L’evento si tiene tradizionalmente il 3 maggio. Durante la tipica manifestazione, i carri si recano davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove, in assoluto silenzio, viene impartita la benedizione ai buoi, ai carrieri e ai cavalieri. Quindi i carri, seguiti dai sostenitori, si avviano alla partenza. La gara lascia tutti con il fiato sospeso e il giorno successivo, il 4 maggio, il carro vincente porta in processione la reliquia del Legno della Croce. È un evento in cui l’ansia si legge sui volti dei partecipanti e anche i buoi sembrano avvertire l’importanza della gara; essi sono trattenuti da un gruppo di persone che li lasciano andare solo al grido del “via”, quando scattano in maniera furibonda e la campagna si riempie di urla e incitamenti. Nell’attesa che i carri arrivino in paese, la gente si assiepa lungo le strade, in paziente attesa e con grande trepidazione, pronta a spostarsi velocemente al passaggio dei contendenti, incitando i buoi e i carrieri. Altri spettatori seguono la corsa dai balconi, dalle finestre e dai tetti. A Portocannone la corsa si svolge ogni anno il lunedì seguente la Pentecoste, quando viene celebrata la Madonna di Costantinopoli. La vittoria della corsa viene contesa da due carri trainati da quattro buoi, Giovani e Giovanotti. I carri e i rispettivi cavalieri si portano a circa 3 chilometri dall’abitato e si dispongono secondo l’ordine di arrivo dell’anno precedente. Anche in questo caso, il carro vincitore avrà l’onore di portare in processione la Madonna di Costantinopoli.
Di grande rilievo sul piano storico-culturale è la corsa dei carri in onore del patrono San Leo che si svolge nella piccola comunità di San Martino in Pensilis, il 30 aprile di ogni anno. Trattasi di una vera e propria corsa di carri trainati da buoi che si contendono la vittoria. A San Giuliano del Sannio, invece, a pochi chilometri da Campobasso, viene messa in scena una vera e propria parata militare che scorta il patrono San Nicola, condotto in processione attraverso il paese. Si tratta de La parata dei fucilieri, un rito giovane che risale all’entrata dei garibaldini nel 1860 nel paese, ma il cui significato simbolico, nel tempo, è diventato quello di allontanare il male con i numerosi colpi sparati da fucili d’epoca lungo tutto il tragitto della processione. A metà percorso avviene il cambio dei buoi, caratteristica unica nelle manifestazioni di questo genere. La gara termina davanti alla chiesa. Il carro vincitore ha l’onore di trasportare in processione il busto di San Leo il successivo 2 maggio. La competizione è vivissima e i carri, ormai da secoli, si dividono vittorie e sconfitte.
Quella di Larino è la più antica manifestazione molisana delle Carresi che si fa risalire al lontano 842, quando parte della popolazione, sopravvissuta a una terribile invasione saracena, si incamminò verso Lesina per recuperare le reliquie trafugate dei suoi santi martiri Primiano, Casto e Firmiano. I larinesi, però, trovarono ed entrarono in possesso delle reliquie di San Pardo, custodite a Lucera, in provincia di Foggia. Questo ritrovamento fu considerato da subito divino: le sue spoglie furono caricate su un carro ricoperto di fiori e portate lungo una festosa processione tra le strade della città. Da quel momento San Pardo divenne il santo protettore di Larino e oggi, proprio come allora, il centro molisano si riunisce con devozione e passione per celebrare i tre giorni di festa del patrono. Ed è proprio a San Pardo che è dedicata questa meravigliosa manifestazione: in questo caso, i carri, sempre trainati da buoi, procedono a passo d’uomo, senza competizione. San Pardo, patrono della città e della diocesi, viene festeggiato il 25, il 26 e il 27 maggio di ogni anno. La manifestazione è, allo stesso tempo, semplice e ricca. Il carro appartiene e rappresenta la famiglia che lo cura, lo custodisce e lo tramanda, generazione dopo generazione. Non vi è un numero definito di carri partecipanti, se ne contano circa 120, ognuno dei quali è trainato da buoi o mucche (ma i carri più piccoli spesso da pecore) ed è addobbato con colorati fiori di carta, che rappresentano tutta la maestria artigianale di questa comunità. Generalmente, per tradizione, le donne di ogni famiglia si riuniscono, mesi prima della festa, per preparare i fiori che ogni anno vengono realizzati a mano e ogni famiglia sceglie, secondo i propri gusti e la propria fantasia, il fiore da realizzare. Nei tre giorni di celebrazione ogni carro, con gioia e devozione ospita amici, parenti e visitatori, offrendo cibo e bevande. Anche gli uomini hanno un ruolo decisivo nella festa. Il loro compito, infatti, è quello di curare la doma. Nei mesi che precedono San Pardo, gli animali, i veri protagonisti della tradizionale festa, vengono preparati alla celebrazione, girando per le vie della cittadina.
Il numero assegnato al carro non è casuale ma rappresenta l’antichità dello stesso: più è bassa la cifra, più antica è la sua fondazione. Il numero indica, inoltre, l’ordine all’interno della sfilata. A differenza delle altre Carresi, a Larino i carri sfilano in tutte e tre le giornate. Il 25 maggio, la sfilata dei carri inizia nel pomeriggio, muovendosi dalla cattedrale situata nel borgo medievale, verso la piccola cappella nel cimitero dedicata al martire larinese San Primiano e continua fino a notte fonda, avvicinandosi al centro storico. Nella sera, la sfilata viene accompagnata da torce, formando una scia di luci colorate molto suggestiva. La giornata del 26 maggio, è totalmente dedicata al patrono San Pardo. I carri sfilano a passo lento nelle splendide vie del centro storico, seguiti dalle statue dei santi portati a spalla. La processione termina nel pomeriggio, lasciando spazio poi ai festeggiamenti serali. Il 27 maggio la festa si conclude riportando il simulacro di San Primiano nella sua cappella, preceduto da tutti i carri che hanno sfilato durante la rappresentazione. Arrivati nei pressi del cimitero, verso l’ora di pranzo, si dà vita a un’allegra scampagnata finché, nel primo pomeriggio, riprende la sfilata che termina poi presso la cattedrale, dove viene riposta la statua di San Pardo.
Giornalista