Frosolone è un borgo molisano, nella provincia di Isernia, posto nei pressi delle sorgenti del Torrente Durone, con la spettacolare e affascinante Morgia Quadra, il pianoro del colle dell’Orso con il suo laghetto, il sentiero Altair che si snoda attraverso la faggeta, protetto tra i monti del Matese e delle Mainarde. Un borgo d’altri tempi che rievoca atmosfere suggestive e uniche, che è stato inserito nella lista dei Borghi più Belli d’Italia, con l’assegnazione della Bandiera Arancione Touring Club. Chi arriva a Frosolone si imbatte nella statua di un artigiano impegnato, in piedi, a lavorare su un’incudine: si tratta del Monumento al coltellinaio, dato che il borgo è maggiormente conosciuto per la sua attività di forgiatura delle lame, che vanta una tradizione secolare a lungo tramandata di generazione in generazione. Non è semplice collocare una datazione precisa dell’origine di questa attività, comunque la maggior parte presume che sia databile al VI secolo, tramandata poi di padre in figlio. Alcuni documenti dimostrerebbero che, in epoca medievale, dei fabbri veneziani si stabilirono nella zona meridionale della penisola e diedero origine a una lunga tradizione di forgiatura nel Molise. A Frosolone, questa attività ebbe una fortuna destinata a crescere e nel XIX secolo le sue lame divennero così rinomate che riuscirono a far concorrenza anche a quelle di Toledo. In questo periodo, con la fabbricazione di lame per uso domestico e non più bellico, questa attività si impose come preponderante nel paese. Il borgo era un centro di eccellenza nel settore già nel periodo del Regno di Napoli, sviluppandosi quando Carlo di Borbone, re delle due Sicilie, volle dare un assetto industriale al suo regno. L’attività divenne così fiorente che i prodotti del borgo molisano furono esportati in tutta Europa. Un’attività molto florida e redditizia, che dava lavoro a tante famiglie tanto che, nella prima metà del 1900, si contavano a Frosolone circa ottanta botteghe artigianali.
Ancora oggi sono molti gli artigiani che si affermano nella lavorazione di lame, acciai e coltelli, ma anche forbici, sciabole, pugnali e altri arnesi da taglio. Attività manuali accanto a macchinari più moderni ancora oggi svolgono questa arte caratteristica che va a unirsi a una preziosa fase decorativa. I prodotti che ancora si producono sono gli strumenti che ogni anno, in agosto, diventano protagonisti della Mostra mercato nazionale delle Forbici e dei Coltelli, una manifestazione che convoglia in paese numerosi visitatori e venditori, e le vie del centro storico vengono invase da banchi di lavoro, botteghe artigiane, dimostrazioni all’aperto. Anche la Festa della Forgiatura mostra a tutti i metodi di lavorazione artigianale che appartengono al passato, ma che conservano intatto il loro fascino. In paese ancora oggi si forgia, si arrota e si lima tenendo in vita un’arte dei “ferri taglienti” che resta tutto sommato florida, forse proprio grazie al fatto che una vera e propria industrializzazione non la si è vista mai. Nel borgo molisano è possibile visitare il Museo dei Ferri Taglienti, che tramanda la tecnica della forgiatura e della lavorazione artigianale delle forbici e dei coltelli. Vi si trovano esposti circa 400 oggetti di valore storico. Nel museo, inoltre, sono allestite anche due botteghe, una con strumenti d’epoca che mostrano i sistemi di lavorazione dell’acciaio di fine Ottocento, l’altra con macchinari di epoca moderna, che illustrano le tecniche della produzione in serie.
Giornalista