Immagini dal Sannio: Pesche, un presepe nel cuore del Molise

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Le nostre case si sono accese di mille lucine che lampeggiano a intermittenza, in alcune non sono gli alberi di Natale a primeggiare in angoli eleganti o nei salotti, ma sono i presepi, il cui culto sembra non scomparire. Anzi, a dir la verità, nel meridione d’Italia esso fa parte di una tradizione ancora viva, Casette abbarbicate alle montagne, fuochi accesi nei vicoli per riscaldare ogni avventore, antiche arti e antichi mestieri. Se vogliamo dirla tutta, il nostro Sannio è ricco di borghi da considerarsi veri e propri capolavori naturali, piccole ma grandi sculture degne della migliore arte presepiale partenopea. Pesche, per esempio, è uno di quei borghi di poco più di mille anime che scaldano il cuore solo a guardarlo, lassù, aggrappato al versante roccioso di Monte San Marco, fiero, possente e ricco di orgoglio e dignità. E oggi è di Pesche che vi voglio raccontare. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, in cui si respira l’aria del tempo che fu, in uno spazio che sconfina tra passato e presente, circondato da speroni di roccia e da una natura incontaminata, quella della Riserva naturale orientata, che si sviluppa in altitudine sino a circa 1130 metri dal livello del mare, ove è possibile passeggiare, scoprire la natura, fare pic-nic, gustare il buon vino del luogo e i cibi semplici della buona cucina pescolana. Prodotti semplici che discendono dalla cultura contadina che giunge da lontano, una cultura povera, ma genuina, naturale e autentica. Fra queste ricette troviamo i nodi di trippa che sono ricavati dall’intestino dell’agnello lattante che ha mangiato i resti del grano durante la spigolatura, e poi la pezzata di pecora, le pollotte e le tante preparazioni di carne di maiale, vera ricchezza della cultura contadina. Un luogo che conserva le caratteristiche della rinomata radice culturale della transumanza, con un occhio di riguardo all’allevamento e alla produzione casearia, come il burrino, il pecorino, la ricotta, la mozzarella, la stracciata e il caciocavallo.

Un borgo caratteristico, nel quale si dimentica di trovarsi nel territorio sannita, date alcune particolarità riscontrabili solo qui: casette bianche scavate nella montagna che contrastano con i colori forti e intensi della natura che le circonda e con il grigio delle rocce. Un gioco policromo che lascia senza fiato. Non si può negare che si tratta di uno dei borghi più belli, emozionanti e affascinanti del Molise, un piccolo presepe vivo e alla portata di tutti. La forma del paese viene detta “a libro” perché le case sono costruite su un dislivello, quasi l’una sull’altra, un impianto che fa sembrare Pesche simile a un presepe. L’abitato non occupa la cima del monte, bensì è disposto lungo il suo pendio con costruzioni realizzate in forte pendenza, addossate le une alle altre slanciate in altezza tanto da raggiungere anche i cinque piani. Questo disegno urbanistico, con i suoi scorci suggestivi e pittoreschi, rispondeva in passato a pressanti esigenze difensive. Con questo tipo di assetto, si creava una fortificazione in cui il centro abitato costituiva la prima difesa e il primo ostacolo per l’assediante e la cinta muraria, lungo la quale sono ancora visibili alcune torri, chiudeva il borgo rendendo impossibile l’ingresso delle macchine da guerra.

Il primo nucleo abitato risale, molto probabilmente, attorno all’anno 1000, con il nome di Sant’Angelo d’Isernia, ed ebbe origine dalla migrazione delle popolazioni di Bagno d’Isernia, in fuga dall’invasione barbarica. Queste si spostarono in località Rava, presso Le Peschie o Pescla o Pesclatura, ossia la zona delle pietre. Le abitazioni si svilupparono dapprima attorno all’antico castello medievale, un fortilizio di epoca longobarda, diverso nella struttura dagli altri molisani, dal quale si dominava la valle circostante, che fu anche dimora fortificata delle nobili famiglie che si susseguirono nel periodo feudale. Oggi restano soltanto pochi ruderi e una torre che guarda l’alto, del maniero di Pesche, devastato insieme all’antico borgo a causa di un violento terremoto che ebbe luogo nel ‘400. Perché Pesche è considerato un vero e proprio presepe abbarbicato al Monte San Marco? Solo per la sua meravigliosa posizione? No! Le sue casette sembrano certamente le piccole strutture che allietano la vista nei nostri presepi casalinghi o in quelli più articolati di chiese o di altre strutture religiose. La particolarità di questo borgo, però, risiede anche nel fatto che ogni edificio ha la sua grotta che si snoda nelle profondità della montagna. un vero e proprio pertugio segreto che un tempo era adibito a ricovero degli animali e oggi costituisce una cantina. Le sue strade intricate spesso si ritrovano in più larghe piazze dalle quali poter dominare con lo sguardo l’intera valle. Da visitare la Chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario, conosciuta anche come Chiesa di San Michele Arcangelo, del 1593, eretta sulle ceneri di edifici religiosi risalenti a prima del XV secolo, a due navate molto semplici e con un altare maggiore di pregevole fattura e con due semplici navate. Molto caratteristica è anche la Chiesa di Santa Maria dei Bagni, un piccolo tempio dedicato alla Vergine che assunse questo particolare nome a causa delle vasche alimentate da una sorgente di acqua sulfurea che un tempo costituivano un importante bagno romano della zona. In esso si può ammirare un dipinto del 1500 che raffigura una Madonna del Bagno.

Foto di copertina Francesco De Vincenzi