Anche stamattina andiamo in giro per borghi, quelli belli del Sannio. Il Sannio è talmente caratteristico, nei suoi unici e suggestivi scenari, che non basterebbe una sola giornata per visitare uno solo dei suoi meravigliosi paesi. Restare a casa e visitare, seppur virtualmente, i nostri borghi, riesce a compensare la sana voglia di uscire che abbiamo, sentire odori e suoni della nostra primavera, suoni familiari per alcuni e piacevoli novità per altri. Questa mattina #iorestoacasa ma vado a… San Lupo, una piccola perla nel cuore del Sannio beneventano, a caccia di storia, di streghe e di una bella scorpacciata di fagioli. Il mio ringraziamento, come sempre, va a chi mi ha aiutata nella stesura di questo articolo. Ancora una volta ho trovato una grandiosa disponibilità da parte dei cittadini (e non cittadini) che mi hanno aiutata inviandomi le loro foto: in primis, il mio ringraziamento va a loro. Un particolare grazie va Maria Simeone e a Raffaele Pengue che, oltre ad averci fornito tante delle notizie qui sotto riportate, sono stati molto disponibili a risponderci, a qualsiasi ora del giorno, tramite telefonate e messaggi, alle tante richieste che abbiamo rivolto loro, e che sin dall’inizio hanno preso a cuore questa iniziativa. Ringrazio anche Carmela Ciaglia e Beatrice Solla, per avermi dato delle preziose informazioni richieste all’ultimo minuto.
San Lupo è un piccolo paese medievale situato nell’entroterra del territorio sannita, vicino ai comuni di Guardia Sanframondi e San Lorenzo Maggiore, che conta circa 800 abitanti ed è così chiamato in onore del vescovo francese San Lupo di Troyes, in possesso dell’antico monastero di San Lupolo e Zosimo. La sua nascita viene collocata a cavallo del millennio, quando i monaci benedettini vi si trasferirono dal convento del capoluogo per coltivarne la terra e ampliarvi i possedimenti. Da feudo demaniale sotto i Normanni, divenne molto tempo dopo possedimento dei Caracciolo e dei Carafa, fino all’avvenuta abolizione della feudalità nel 1806. Anche San Lupo, come la maggior parte dei paesi circostanti, fu distrutta dal terremoto del 5 giugno 1688, ma subito dopo ricostruita. Il piccolo paese fu interessato da episodi di brigantaggio. Tante altre le traversie subite dal territorio sanlupese, tra cui il grande flusso migratorio di fine Ottocento verso il continente americano e quello del secondo dopoguerra verso le terre australiane. È un borgo ricco di acque e sorgenti e rilevante è il bacino idrico oggi, purtroppo, ridimensionato dall’interferenza delle fondazioni e dagli spianamenti e cementificazioni a causa dell’imperversare delle strutture eoliche.
San Lupo conserva un centro storico molto caratteristico, fatto di antichi vicoli, viuzze, stradine e piazzette, con archi e pontili realizzati in pietra levigata locale dagli abili scalpellini del posto, detta perlato di San Lupo. Personaggio storico di eccellenza del paese fu il cavaliere Achille Jacobelli, che aveva rapporti eccellenti con Ferdinando II delle Due Sicilie, e che ospitò a San Lupo insieme alla moglie Maria Cristina di Savoia. Jacobelli in San Lupo fece realizzare una centrale idroelettrica e fu colui che cominciò la bonifica dell’attuale Telese Terme, realizzandovi le Terme Jacobelli, oggi dette Antiche Terme Jacobelli. Realizzò anche diverse opere pubbliche, come anche la strada che da Cerreto Sannita arriva a Guardia Sanframondi. Il settecentesco Palazzo Jacobelli domina nel centro storico del borgo sanlupese e, poco distante, si trova la Taverna Jacobelli, punto di incontro, nel 1877, di un gruppo di anarchici tra cui l’ideologo russo Bakunin.
Da ammirare, tra gli edifici religiosi, la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, la più grande del paese, al cui interno si trova la statua lignea settecentesca a mezzo di busto di San Lupo, realizzata dallo scultore Giacomo Colombo nel 1708, con il suo campanile sormontato da un cupolino ricoperto da tegole in maiolica gialle e verdi. Sulla facciata dell’edificio vi è un bassorilievo in bronzo, dell’artista Ernesto Pengue, che raffigura l’evento in cui San Lupo, vescovo di Troyes, fermò Attila. Vicina è la Congregazione, oggi chiusa al culto, al cui interno si trovano acquasantiere di pregevole fattezza artigianale, e le altre strutture religiose sono la Cappella De Giorgio, una tomba cimiteriale, appartenente al cimitero, forse una delle testimonianze monumentali più importanti, uno dei primissimi esempi di neogotico in Campania; la Chiesa dell’Annunziata, risalente al XVII secolo, e la Cappella della Crocella, nell’omonima contrada, dedicata a San Lupo. Sulla strada che porta verso Pontelandolfo vi è un tabernacolo dell’edicola di Maria Santissima col Bambino, nota come Madonna delle Grazie, risalente al 1948, edificata dell’americano Giulio Rullo. Poco distante dai ruderi del complesso di San Lupo de Foris, storica è la Fontana Sant’Angelo, sita in un luogo dove sorgeva un monastero benedettino, realizzata nel 1614 in pietra sanlupese, con tre getti d’acqua intervallati da mascheroni e da una figura femminile. Sulla fontana sono inseriti due stemmi araldici e delle scritte in latino che invitano i pellegrini a dissetarsi: “Hospes si nescis haec levat unda sitim”. L’altra interessante e bella fontana è la Fontana Capodacqua, con nove getti d’acqua, che scrosciano impetuosamente da quattro rosoni e altrettanti mascheroni in pietra, con al centro una sirena bicauda. Nell’antica grancia dell’Abbazia di San Lupo, che un tempo sorgeva in località Cortesanta, vi erano delle maestose colonne in granito, probabilmente facenti parte, originariamente, di qualche tempio dedicato a divinità egizie, portate alla luce da scavi risalenti agli inzi degli anni Trenta del secolo scorso. Di rilevante importanza è il Ponte delle Janare, in pietra e ad arco, sopra l’omonimo torrente, considerato la pozza dell’Inferno, al quale si legano le leggende magiche e intriganti che San Lupo racchiude, connesse soprattutto al periodo medievale. Le Janare sanlupesi agivano nel cuore della notte, entrando nelle case attraverso le fessure di porte e finestre per vendicarsi di azioni cattive ricevute. I bambini erano le sue vittime preferite, li paralizzava e soffocava, storpiandoli o uccidendoli. Ancora oggi, è usanza a San Lupo fare un cuscinetto detto abbetielle con fierr’ e acciaje, l’immagine di un santo protettore ed erbe incantate che le mamme appendevano al collo dei loro bambini, come amuleto, simbolo di protezione. Altro espediente era ed è quello della scopa di saggina e del mucchietto di sale messo davanti alle porte per ingannare la strega malefica. La leggenda narra che una coppia di sposi adottò una bimba nata dall’unione di un demone e una strega e che, questa ragazzina ormai cresciuta, avrebbe attirato l’attenzione di un nobile della vicina Limata. Un giorno, mentre la fanciulla era al torrente a bagnarsi, l’uomo la sorprese con maliziose intenzioni ma, avendo avuto il suo rifiuto, questi decise di vendicarsi, mettendo in giro la voce che la ragazza fosse una strega e che avesse fatto un patto con il diavolo. Fu così che, per tutelarsi, l’intera popolazione di San Lupo decise di annegare la ragazza nel fiume, dove il suo corpo venne risucchiato e, da allora, il fantasma della donna compare e scompare dal ponte attraendo con la sua bellezza e inducendo gli uomini al suicidio, con un salto nel vuoto. Un’effige mosaicata delle Janare, caratteristica del borgo di San Lupo, si trova nel Largo Belvedere, al centro di un grande e imponente bastione in pietra bianca, in piastrelle di ceramica dipinto a mano nella bottega Vecchia Cerreto, rilevante per la sua caratteristica contrapposizione di colori.
San Lupo è un centro agricolo conosciuto per la qualità del suo eccellente olio d’oliva, la cui economia è basata soprattutto sull’agricoltura, grazie alle sue campagne in cui la fanno da padroni, per l’appunto, i secolari e pregiati uliveti. Anche le viti sono caratteristiche del paesaggio sanlupese, grazie alle quali si produce un buon vino. Il suo ambiente naturale, rigoglioso e incontaminato, fa sì che sia meta di escursionisti, specialmente nel periodo estivo, che possono godere delle sue belle aree attrezzate come la Pineta di Monte Croce e l’Oasi di protezione naturale del Monte Petroso, con il suo piccolo lago montano. San Lupo è anche terra di radicate tradizioni: è il paese dei Fagioli della Regina, una varietà locale molto antica, prodotto tipico proveniente da una pianta autoctona unica del territorio e difficile da reperire, così chiamata per essere stata regalata nell’Ottocento da Achille Jacobelli alla sua ospite Regina Maria Teresa di Borbone. Spesso questi fagioli vengono celebrati da una Sagra a essi dedicati. Tipici prodotti della gastronomia sanlupese sono la ‘mbanatella, caratteristico piatto a base dei suddetti fagioli, cardilli, broccoli di rapa e farina di mais, e i peperoni imbottiti.
La festa per eccellenza religiosa di San Lupo è quella che ricorre il 27, 28 e 29 luglio di ogni anno. Il 28 luglio è tradizionalmente il giorno del grano, simbolo di fecondità e, nel rispetto di questa tradizione, donne e bambine in costumi tradizionali trasportano, a mano o in testa, conche e pentoline pieni di grano e olio, in offerta al Santo. La tradizione è molto radicata nei sanlupesi e viene esaltata proprio durante la festività religiosa e civile in memoria del Santo patrono, durante la quale si esibiscono le tre bande musicali di Conversano, Lanciano e Ailano. Durante la processione in onore di San Lupo, che si tiene il 29 luglio, si svolge anche la tradizionale processione dei ceri votivi, in onore del Santo, in cui alcuni fedeli camminano anche scalzi. Altre festività religiose sono la più piccola festa di San Lupo che si svolge il 28 aprile, che rievoca l’evento in cui, nel 1830, dopo una forte siccità e ripetute pubbliche preghiere, dietro la statua di San Lupo, cadde una benefica pioggia unicamente sul territorio sanlupese, rendendo il raccolto di granone abbondante. Si celebrano anche Sant’Antonio, nella prima decade di giugno, San Rocco, a metà agosto, e San Celestino a settembre. A giugno si tiene anche una processione alla Cappella della Crocella e il 24 giugno, tra le feste di rito pagano, vi è la festa al Torrente delle Janare.
GALLERIA FOTOGRAFICA DI SAN LUPO
Piazza Umberto I: la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, e una scena di vita quotidiana del borgo sanlupese. Foto di Nicola Conte e Piero Simonetti.
Il settecentesco Palazzo Jacobelli, del Cavaliere Achille Jacobelli, in cui fu ospitato il Re Ferdinando II delle Due Sicilie, con la moglie. Foto di Maria Simeone.
Panorama di San Lupo. Foto di Nicola Conte e Maria Simeone.
Piazzetta Pergola, uno degli angoli più suggestivi del centro storico sanlupese. Foto di Piero Simonetti
Il centro storico di San Lupo, con le sue caratteristiche stradine in pietra locale, elegante nei suoi scorci caratteristici. Foto di Piero Simonetti e Maria Simeone.
Il Ponte delle Janare, sull’omonimo torrente, legato alla leggenda sabbatica sanlupese. Foto di Nicola Conte.
L’effige mosaicata delle Janare, in Largo Belvedere. Foto di Maria Simeone.
Una scena dell’organizzazione della Sagra del fagiolo sanlupese, edizione settembre 2019, il famoso Fagiolo della Regina, così chiamato perché varietà autoctona donata alla Regina Maria Cristina di Savoia da Achille Jacobelli. Il Pastificio Rummo di Benevento fece da sponsor alla manifestazione. Foto di Carmela Ciaglia.
L’edicola della Madonna delle Grazie, sulla Strada Statale 87. Fu edificaita nel 1948, nel punto in cui la pellegrina Madonna delle Grazie passò dal territorio di Pontelandolfo a quello di San Lupo. Foto di Nicola Conte.
La tradizionale festa patronale di San Lupo che si svolge il 27, 28 e 29 luglio di ogni anno: dalle luminarie, al corteo bandistico, fino alla processione dei ceri. Foto di Maria Simeone e Nicola Conte.
La storica Fontana Sant’Angelo, realizzata nel 1641. Foto di Nicola Conte.
La Fontana Capodacqua. Foto di Piero Simonetti.
Uno dei tipici architravi in pietra locale del centro storico di San Lupo. Foto di Maria Simeone.
Una delle colonne trovate nella grancia dell’Abbazia di San Lupo. Foto di Maria Simeone.
Giornalista