La rubrica #iorestoacasa ma vado a… è nata a metà marzo, quando all’improvviso ci siamo ritrovati limitati nelle nostre libertà. Chi, come me, ama girare tra borghi, cogliere immagini e conservarle in uno scatto e nella mente, si è vista negata la possibilità di percorrere vicoli e calpestare piazze, ammirare scorci e fontane. I nostri borghi sono tra i più belli del Sannio e, come già ho avuto modo di dire, sono apprezzati da chi li vive e spesso anche sconosciuti dai suoi stessi abitanti. L’idea iniziale era quella di visitare virtualmente i nostri paesi, la Valle Telesina e del Titerno, ammirarne angoli e conoscerne piccoli segreti, innanzitutto grazie alle foto inviateci dagli stessi abitanti e visitatori della zona. Sì, perché se questa rubrica ha avuto successo (e devo ammettere che ne ha avuto tanto) è grazie soprattutto a tutti i collaboratori che, tramite mail e messaggi privati, mi hanno inviato foto e notizie. Quello di oggi è l’ultimo appuntamento della nostra rubrica, l’idea era di arrivare alla fine della Fase 1 viaggiando virtualmente nelle nostre terre. Non sappiamo bene come evolveranno le cose, cosa accadrà nella prossima Fase 2, in ogni caso il mio ringraziamento va a tutti quelli che hanno seguito questa riuscitissima rubrica.
Oggi #iorestoacasa ma vado a… Telese Terme, il cuore pulsante della Valle Telesina, il centro che raccoglie tutti i nostri interessi e bellissimi angoli di immersione nella natura. Mi sento in dovere di fare i miei soliti ringraziamenti, oltre che per le foto, anche per la disponibilità che c’è stata nella stesura di questo articolo. In primis, ringrazio Giuseppe Del Nigro, che in occasione degli speciali per Cerreto Sannita e Cusano Mutri ha collaborato con le sue splendide fotografie: lui mi ha incoraggiata fino alla fine nella stesura di quest’ultimo lavoro e mi ha aiutata a reperire foto e a non arrendermi. Ringrazio Antonio Castellitto per i suoi preziosissimi contributi, specialmente fotografici, e Giovanni Forgione per avermi permesso di spulciare e rubare alcuni dei suoi scatti. Ringrazio Gaia Studio, nelle persone di Gennaro Sebastianelli e Assunta Funaro, per la disponibilità che hanno avuto nei miei confronti fin dal primo momento (mi preme consigliare anche la loro pagina Facebook). Ringrazio le Terme di Telese, nella persona di Alfredo Minieri e Paolo Cazzulo per avermi aiutata nella stesura delle notizie storiche di Telese.
Telese Terme è una ridente, colorata e simpatica località termale della provincia di Benevento, il cuore della Valle Telesina, il centro commerciale dell’intera area geografica e certamente uno dei punti di riferimento, nella vita quotidiana, degli abitanti del Sannio beneventano. È molto probabile, ma non vi è certezza, che il suo toponimo derivi dal verbo greco teleo, che vuol dire iniziare ai misteri. Conta più di 7mila abitanti e chi vive all’interno del suo territorio non la scambierebbe con nessuno. Telese è considerata città delle acque che sono proprio la sua caratteristica più importante. Dal fiume Rio Grassano al torrente Seneta, di origini matesine, che vanno a confluire nel fiume Calore, al suo preziosissimo Lago, piccolo eppure il più grande dell’intera provincia, dalle acque del Monte Pugliano, di natura carsica, fino alle acque curative delle sue rinomatissime Terme, Telese non può che essere associata alle sue caratteristiche risorse idriche. La Telese sannita, Tulisium, si trovava sul Monte Pugliano mentre le origini dell’attuale Telese le ritroviamo nella colonia romana Telesia, riconosciuta come urbs foederata, presidio militare sillano. Proprio alle porte della cittadina termale, lungo la Piana Vagnara, ora parte del Comune di San Salvatore Telesino, è possibile vederne i resti nell’antico anfiteatro, di cui si possono ancora riconoscere cavea e gradinate, ove si poteva assistere a spettacoli di gladiatori e naumachia, nel teatro e nell’acquedotto. Sono visibili i resti delle mura dell’antica Telesia, costruiti con la tecnica dell’opus reticolatum, lungo il cui perimetro si aprivano quattro porte principali più alcune secondarie, sull’antica Via Latina che univa Telesia a Beneventum. I Longobardi si insediarono nei territori già esistenti di Telesia, e nella zona del Vescovato, chiamata Episcopio, nell’attuale centro urbano di Telese Terme, in via Roma, oggi è visibile la Torre longobarda-normanna, longobarda perché edificata dapprima con i Longobardi e ultimata dai Normanni con il piano campanario, ceduto con il terremoto del 1349. Questo fu un evento che rivoluzionò la vita di Telesia e modificò la sua stessa esistenza. Un terremoto che distrusse completamente la città, la Telesia Nova, che si estendeva fino all’attuale Quadrivio, radendola al suolo, e causando l’apertura delle sorgenti di acqua solfurea, sia nel territorio telesino, sia nei territori circostanti. Le scosse furono numerose e intense e causarono sprofondamenti e sconvolgimenti del suolo da cui ebbero origine stagni, paludi e il Lago. La zona di Telese comunemente detta Acqua fetente è la più antica della città e fu cosparsa da esalazioni di anidride carbonica e solforosa, le cosiddette mofete, particolarmente letali alla respirazione che furono la causa dell’abbandono della città da parte dei cittadini e dei vescovi, a causa delle malattie che un clima così malsano portava. Si ingrandirono nuovi centri abitati come Cerreto, Vicus San Fremundi, Solopaca. I vescovi abbandonarono Telesia e vagarono nella diocesi in cerca di una dimora stabile che, alla fine, trovarono nel XVI secolo a Cerreto Sannita. Fu, successivamente, feudo dei Gaetano, dei Lagonessa e dei Caracciolo, finché fu acquistato dai Grimaldi che lo annessero al feudo di Solopaca, di cui fu frazione nella seconda metà dell’Ottocento. Il 10 aprile 1934 Telese divenne Comune a sé, dopo il distaccamento da Solopaca, e nel 1992, con un referendum, il Comune dalla denominazione di Telese, assunse quella di Telese Terme. A gennaio 2014, con decreto del Presidente della Repubblica, ha assunto il titolo di Città.
In epoca ottocentesca (ma anche prima!) Telese aveva già cominciato a sfruttare le sue sorgenti termali, utilizzandole a fini terapeutici e divenne anche un centro rinomato dal punto di vista della rete commerciale e turistica : in estate, specialmente, vi accorrevano bagnanti provenienti da varie zone di Campania e Puglia per mezzo di un treno speciale che collegava Napoli con le Terme. Nel 1822 vi fu la prima idea di sfruttare le sue acque a scopo curativo e di costruire uno stabilimento balneare. Le pozzanghere abbandonate della miracolosa acqua furono bonificate e nel 1861 furono fondate le Antiche Terme Jacobelli, dal cavaliere Achille Jacobelli di San Lupo, con inaugurazione che avvenne nel 1867, complesso che si trova ancora oggi all’incrocio fra Telese, Castelvenere e Solopaca, nel gergo telesino chiamate comunemente Terme Vecchie. Era un ameno luogo ricco di verde, camerini, sedili in marmo bianco, una grande fontana e una vasca sempre di marmo, nella quale affluiva l’acqua che si rinnovava di continuo, ma il cui getto poteva essere interrotto a seconda delle necessità. All’interno delle Terme Jacobelli vi era anche un bistrot e una piscina in stile Liberty in cui, per la prima volta, uomini e donne potevano usufruire contemporaneamente dello stesso spazio e in cui la famosa Pacchiana mesceva l’acqua per gli ospiti. A causa delle difficoltà finanziarie di Jacobelli, nel 1875 il napoletano cavaliere Eduardo Minieri acquistò lo stabilimento e, dopo i lavori di ristrutturazione ultimati nel 2008, le Antiche Terme Jacobelli sono ora un parco naturale, dove ancora dominano i resti delle cabine private per la balneazione, due piscine di acqua sulfurea, e la bouvette. Poco dopo sorse, ai piedi del Monte Pugliano, il Grand Hotel Telese, in stile Liberty, allora considerato tra i più prestigiosi d’Italia, e il nuovo parco termale, oggi considerato tra i più grandi del territorio italiano, un parco immerso tra alberi secolari, con le sue rinomate piscine Pera e Goccioloni, sfruttate a fini terapeutici, e con le acque utilizzate per curare malattie otorinolaringoiatriche e delle vie respiratorie, ginecologiche e dell’apparato gastroenterico, oltre che cardiovascolari. La piscina Goccioloni è così chiamata perché un tempo, al suo centro, vi era una fontana che spruzzava grandi gocce; la piscina Pera, secondo la leggenda, sorge in una zona in cui era un grande pero. All’interno accoglie i numerosi ospiti e visitatori la bellissima Bouvette, sottoposta a rifacimento nel 2017 in occasione dei 140 anni delle Terme, e immergendosi nei lussureggianti sentieri pieni di verde del parco termale si può arrivare alla zona del Cerro, in cui scorre per l’appunto il torrente di acqua solfurea Cerro, che ha origine dalla fonte sorgiva più antica che è quella di Santa Lucia.
L’Episcopio è la zona in cui sorge la Torre campanaria, con un’altezza complessiva di 19 metri, costruita inizialmente dai Longobardi e ultimata dai Normanni, con materiale di risulta dell’antica Telesia. Si alza su tre piani in cui sono conservati reperti della Telesia romana, come vasellame e materiale ceramico tipico telesino. Fu costruita sulla roccia, nella parte più alta di Telese, per poter tenere sotto controllo il territorio, in caratteristica pietra telesina detta rudine. Dalla sua cima è possibile vedere il Castello di Guardia Sanframondi e perfino Alife. Resta ben visibile la scritta UNAL, originariamente TRIBUNAL, in quanto presidio militare. Successivamente, nell’XI secolo, fu costruita la Cattedrale, dedicata alla SS. Croce, ricostruita successivamente col nome di Maria SS. Trinità, con tre navate. Nella zona dell’Episcopio, da recenti scavi archeologici è emersa una necropoli con circa 500 corpi che lascia supporre di quanto grande fosse l’antica città e di come fosse popolosa. Oggi i resti dell’area episcopale si trovano all’interno di un Giardino archeologico. Alle spalle delle Terme è Monte Pugliano, di natura carsica e quindi intriso di acque, così chiamato perché si trovava sulla Via Latina che collegava Roma con le Puglie, attorno al quale sono stati ritrovati molti nuclei abitativi risalenti al paleolitico. Salendo su Monte Pugliano è possibile imbattersi nei suoi crateri e doline di natura carsica, che i suoi abitanti, tradizionalmente, chiamano puri, dal greco pyr, fuoco, dato che anticamente si credeva fossero crateri di vulcani. Le origini di queste doline sono abbastanza misteriose ma si tende a ipotizzare che derivino dalla mineralizzazione delle acque e dalla oscillazione del livello di base carsico. Vi sono dei puri dalle gigantesche dimensioni: in uno di questo si può anche scendere attraverso un apposito sentiero. Nelle doline è presente un clima di tipo tropicale per cui, data la nebbiolina sempre presente, si pensava, in passato, che si trattasse di fumi vulcanici. Grazie ai suoi sentieri e alle specie botaniche presenti, il Monte Pugliano è meta fissa degli appassionati di trekking.
Il Lago di Telese è una delle più importanti attrazioni della cittadina termale: si formò proprio a causa degli sprofondamenti e della formazione di paludi che vi furono dopo il terremoto del 1349. La sua formazione è datata proprio 25 maggio 1349. È un lago di natura carsica, una dolina, sotto la quale confluivano le acque del Grassano, del Calore Irpino e del Seneta, dalla profondità massima di 30 metri. Un tempo era balneabile, ed era frequentato proprio per questo motivo da numerosi turisti e da tante famiglie con bambini. Oggi è frequentato per la pesca sportiva ed è una delle mete preferite dei telesini e non, che vi si recano per una passeggiata a contatto con la natura, e dei runners della zona. Ai confini con San Salvatore è il Parco del Grassano (appartenente appunto al comune di San Salvatore Telesino).
L’acqua solfurea di Telese è storicamente apprezzata dalla maggior parte dei cittadini campani. Passeggiare a Napoli vuol dire imbattersi ancora oggi in antiche bouvette con le vecchie insegne Acqua di Telese. Viene imbottigliata nelle sue tradizionali bottiglie di vetro verde, ha un sapore inconfondibile dovuto alla presenza di idrogeno solforato ed è ricca di sali minerali, adatta per la cura dei problemi dell’apparato digerente. Una delle caratteristiche della telesinità è quella di inzupparci un tarallo all’olio extravergine d’oliva. Il tarallo che si tuffa nell’acqua solfurea è il vero inno battesimale alla telesinità. I taralli fanno parte della quotidianità gastronomica telesina, contenuti in panzanelle o conditi con insalata di pomodori, bagnati con acqua, possibilmente proprio quella solfurea telesina.
Santo Stefano è il Santo Patrono della cittadina termale: in occasione del 26 dicembre a Telese si svolgono le tradizionali cresime e in estate, a fine giugno, è possibile assistere alla festività civile in onore del Santo patrono. Telese è la cittadina più gettonata dai turisti e dai giovani della Valle Telesina e non solo, grazie alla sua movida, alla vita che pullula in ogni dove, ai locali di cui è piena, alle manifestazioni e ai concerti e notti bianche e ai tanti negozi che colorano il ridente centro termale. Il Viale Minieri è il luogo simbolo dell’anima telesina. Telese è rinomata anche per le manifestazioni sportive che vi fanno capo: una fra tutte la Telesia Half Marathon e i tanti eventi podistici che vi si svolgono annualmente.
GALLERIA FOTOGRAFICA DI TELESE TERME
La Torre campanaria, nel Giardino archeologico, costruita inizialmente dai Longobardi e ultimata, con il piano campane, dai Normanni. La sua costruzione risale alla fine del IX e l’inizio del X secolo d.C.. Foto di Gaia Studio e Antonio Castellitto.
Panorama di Telese Terme. Foto di Antonio Castellitto e Gaia Studio.
Il Viale Minieri che confluisce nella Piazza Minieri, all’ingresso delle Terme di Telese, centro della movida telesina. Foto di Gaia Studio.
Il Lago di Telese, di origine carsica, formatosi dopo il terribile terremoto del 1349. Foto (nell’ordine) di Giovanni Forgione, Gaia Studio e Antonio Castellitto.
Una delle caratteristiche tradizioni telesine: il tarallo che si tuffa nel bicchiere di acqua solfurea. Foto di Gaia Studio.
La Piscina Goccioloni, meta estiva ambita dai telesini e non. Foto concessa dalle Terme di Telese.
La Bouvette delle Terme di Telese, dopo il suo rifacimento in occasione del 140esimo anniversario del parco termale. Foto di Gaia Studio.
Antiche cartoline di Telese Terme (ristampe di mia proprietà): il vecchio treno dei bagnanti e la zona del Cerro.
Ai piedi del Fiume Calore e la località Fiumara. Foto di Giovanni Forgione.
Le Antiche Terme Jacobelli, edificate dal Cavalier Achille Jacobelli di San Lupo e in seguito acquistate da Eduardo Minieri. Foto (nell’ordine) di Antonio Castellitto, Gaia Studio, Nicola Conte e Barbara Serafini.
Monte Pugliano con le sue caratteristiche doline, comunemente chiamate puri, uno dei percorsi naturalistici più rinomati dell’area telesina. Foto di Antonio Castellitto.
La pista ciclabile di Telese che circonda parte del percorso del fiume Grassano. Foto di Alessandra Rainieri.
Il Grand Hotel Telese, costruito assieme alle nuove Terme, ai piedi del Monte Pugliano, in stile Liberty. All’interno, una piscina termale di acqua calda e varie cure idropiniche si affiancano a quelle che si volgono nei padiglioni dell’area del parco termale. Foto concessa dalle Terme di Telese.
La Telesia running, corsa nel giugno 2019 in memoria di Alex Forgione. Foto di Giovanni Forgione.
Il fiume Grassano nel Parco del Grassano, appartenente al territotio del vicino Comune di San Salvatore Telesino. Foto di Gaia Studio.
Giornalista