Fonte Agenzia Dire – www.dire.it
Secondo il procuratore del tribunale con sede all’Aia, “ci sono ragionevoli motivi per credere che crimini che ricadono sotto la nostra giurisdizione sono stati commessi in Ucraina dal 2013 a oggi”
Si dovrebbe tenere oggi il secondo round di negoziati tra Russia e Ucraina: i colloqui, annunciati per ieri, sono stati rinviati. Fonti russe avevano parlato di “difficoltà logistiche” della delegazione di Kiev a raggiungere il luogo dell’incontro. Ma i combattimenti non si fermano. E dopo la condanna dell’Onu all’attacco di Mosca, si muove anche la Corte Penale Internazionale.
Il procuratore del tribunale con sede all’Aia, Karim A.A. Khan QC, ha annunciato che, dopo la segnalazione di 39 Paesi (tra cui l’Italia) aderenti allo Statuto di Roma, ha aperto un’inchiesta sulla situazione in Ucraina “a partire dal 21 novembre 2013 fino a oggi”. L’obiettivo dell’inchiesta, spiega il procuratore Khan, è scoprire se ci sono stati “crimini di guerra, crimini contro l’umanità o genocidi commessi in qualsiasi parte del territorio ucraino da qualsiasi persona”.
Il procuratore ha fatto sapere di voler procedere immediatamente con “investigazioni attive” e di aver già iniziato a raccogliere prove. Secondo l’ufficio di Khan, ci sono “ragionevoli motivi per credere che crimini che ricadono sotto la giurisdizione della Cpi sono stati commessi“. Dall’Aia si assicura che l’inchiesta sarà condotta “oggettivamente e in maniera indipendente” e che saranno presi contatti con tutti gli stakeholders e con le parti in causa nel conflitto. Il procuratore della Cpi ha invitato queste ultime ad “aderire strettamente alle regole del diritto internazionale umanitario”.