Un’altra, triste storia di furbizia, vigliaccate e inganni in Campania. Sono state inoltrate circa 800 domande per i buoni spesa stanziati in emergenza Coronavirus su novemila abitanti a Cesa, in provincia di Caserta. Un’alta percentuale che include persone che non hanno un reale bisogno di tale aiuto economico per fare la spesa. Stessa cosa accaduta anche a Casal di Principe. Appena si sono resi conto del grave accaduto, i sindaci delle sue città hanno manifestato il loro disappunto e ora spetta alla Guardia di Finanza fare chiarezza su tale caso. Queste le parole del primo cittadino di Cesa. “Di fronte a questo numero di domande impressionante sono deluso e amareggiato. Avevamo fatto appello al buon senso affinché non venissero presentate domande da parte di persone che non ne avessero necessità, in quanto i fondi non sono sufficienti per dare assistenza a lungo tempo, e gli uffici comunali sono stati inondati di domande”.
Il primo cittadino ha segnalato le troppe richieste giunte al Comune, lista in cui figurano non poche persone che non possiedono i requisiti necessari. “Ci siamo ritrovati domande di persone con redditi importanti, di persone che hanno lavorato fino a poche settimane fa e che quindi hanno sicuramente la possibilità di fare la spesa, di persone che camminano in auto di lusso, di altre che hanno addirittura sponsorizzato iniziative di beneficenza ed hanno presentato la domanda per tramite del coniuge. Addirittura abbiamo trovato domande dello stesso nucleo familiare presentate più volte. Questo determina che gli uffici dovranno perdere un bel po’ di tempo per esaminare tutte le domande, con un effetto deleterio per chi ne ha veramente bisogno. Volevamo provare a distribuire i buoni al massimo entro sabato 11 aprile, ma esaminare 800 domande in pochi giorni è impossibile”. Situazioni analoghe si sono verificate un po’ in tutta Italia, ove non mancano i furbetti che cercano di trarre dei vantaggi personali.
Giornalista