In un anno nell’intera Campania sono stati persi 219 ettari di superfici naturali per dar via al processo di urbanizzazione del territorio ed è circa il 10% il territorio campano occupato da coperture artificiali.Il Rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, pubblicato di recente dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, fornisce il quadro aggiornato e dettagliato dei processi di trasformazione del territorio. In particolare, è la provincia di Napoli a risaltare rispetto al resto della regione, con una quota di consumo di suolo che si attesta al 33,89%, quota che sale al 62,62% nel solo comune di Napoli. Il territorio che conserva la maggiore percentuale di superficie naturale è la provincia di Benevento, con un consumo di suolo pari al 7,13% dell’estensione provinciale. Circa i vari comuni, Casavatore è il comune italiano con la più alta quota di consumo di suolo, pari al 90,43% del territorio comunale, seguito da comuni come Arzano e Melito. Circa l’aumento di superficie con copertura artificiale tra il 2018 e il 2019, i tre comuni che hanno consumato più suolo nel corso di un anno sono Morcone (Benevento) con 24 ettari, Maddaloni (Caserta) con 20 ettari e San Lupo (Benevento) con 12 ettari.
Per il direttore tecnico Arpac Claudio Marro, “il rapporto mostra che il peso dell’urbanizzazione, su un territorio fragile come quello campano, rischia di non essere sostenibile, e che l’istituzione di parchi e aree protette, di cui la Campania è dotata in quantità consistente, non è purtroppo un rimedio sufficiente. Nell’ultima rilevazione abbiamo registrato un lieve rallentamento della crescita del consumo di suolo in Campania, ma probabilmente è una frenata dettata più da determinanti economiche che da una radicata consapevolezza del problema”. Intanto, a fine agosto, sulla rivista istituzionale dell’Agenzia verrà pubblicato un dossier di approfondimento con i dati campani dell’edizione 2020 del rapporto Snpa sul consumo di suolo.
Giornalista