Comunicato Stampa – Ufficio Stampa, Meritocrazia Italia, Regione Campania
Dopo attenta lettura e analisi del piano di rilancio e resilienza Campano, identifichiamo, quale pilastro centrale dell’azione programmatica Regionale, quella di interventi infrastrutturali, necessari, datati e improcrastinabili. Risultano, dunque, in tal senso scelte quasi obbligate perché indispensabili e tese a favorire gli interscambi regionali, colmando il gap infrastrutturale accumulato negli anni. Restano molteplici dubbi, però, legati ad uno squilibrio di risorse impegnate in alcune aree territoriali, soprattutto costiere, con una reiterata penalizzazione negli investimenti nelle aree interne campane.
Nello specifico alcune delle opere previste nel Sannio e in Irpinia, risultavano già approvate e finanziate, così come più volte dichiarato e ribadito da documenti ufficiali, ed ora trovano allocazione nel Pnrr Campano quale strumento finanziario di copertura. È evidente, all’uopo, che o, troppo frettolosamente, per molti anni e fino ad un recentissimo passato, si sono fatti annunci senza una reale copertura di spesa o queste poste di bilancio andrebbero chieste e “ridestinate” a nuove progettualità tese allo sviluppo delle aree a cui erano dedicate e ciò al fine di maggiori investimenti in zone in forte sofferenza economica ed a rischio spopolamento.
Questo disequilibrio negli investimenti, inoltre, unitamente all’impressione di una carenza caratterizzante del piano stesso, porta a pensare che non vi sia una organicità programmatica, che risponda alle classiche domande di previsione e, dunque, risulta nebulosa la mission, essendo carente il come ed il perché finale. Molto poco incisivi, infatti, restano gli interventi legati alla green economy, con nessuna predisposizione verso una economia circolare e sostenibile, verso la lotta alle povertà ed assolutamente inadeguati gli investimenti nella scuola e per le pari opportunità, con somme investite sia in termini di inclusione sia di coesione sociale veramente esigui. Interventi che, il più delle volte, ripetono schemi di investimento ed azioni già viste, che non hanno mai prodotto, data la situazione complessiva e consuntiva socio-economica regionale, i risultati sperati.
Si continua, dunque, con investimenti a pioggia che non riusciranno senza un programmazione organica di insieme a produrre la crescita sperata, con una proiezione in termini di crescita ottima per i prossimi 5 anni, data per certo la ripresa del settore edilizio dovuta all’immissione di forte liquidità in tale ambito, ma che inevitabilmente risulterà senza prospettiva nel medio/lungo periodo con una proiezione, più che ipotetica, di curva discendete del Pil regionale ad esaurimento delle progettualità. Gli interventi, poi, tesi a migliorare e promuovere il turismo regionale risultano del tutto carenti mentre il processo di tutela e sviluppo del settore agroalimentare, altro pilastro regionale, marginale.
Un capitolo a parte merita la posta di spesa riguardante gli interventi tesi a far conciliare famiglia e lavoro e quelli per le politiche attive verso la crescita demografica. Crediamo, infatti, che, senza la creazione di un vero Welfare regionale , nulla di quello prefissato in sede di pianificazione possa essere raggiunto e, date le cifre investite in materia, non pensiamo si possa realizzare un rafforzamento di tale importante e fondamentale pilastro, sufficiente ed idoneo agli scopi prefissati nel Pnrr Regionale. Resta d’ intesa, dunque, che accanto a questa pianificazione, che più che di sviluppo sembra essere di emergenza, occorre una pianificazione parallela a sostegno in grado di colmare le carenze sopra sottolineate al fine di disegnare una nuova Campania.