Riceviamo e pubblichiamo – Dott. Amedeo Ceniccola, Presidente del circolo “B. Craxi” – Benevento
Oggi 4 agosto di 38 anni fa nasceva il primo governo a guida socialista presieduto dall’on. Benedetto (Bettino) Craxi. Un grande uomo di governo che nel 1984 con il cosiddetto “Decreto di San Valentino” aveva quasi azzerato l’inflazione, portandola dal 16% al 4%; che aveva portato l’Italia al quinto posto nell’economia del mondo con un tasso di sviluppo di circa il 3% annuo ed ottenuto per la prima (ed unica) volta il massimo di affidabilità da parte delle maggiori agenzie di “rating” internazionale che attribuirono all’Italia la valutazione massima, la cosiddetta tripla AAA, portando in questo modo il nostro Paese nell’ aristocrazia dei paesi industrializzati ( oggi siamo scivolati in serie BBB: una valutazione che riflette il livello estremamente alto del debito pubblico, il bassissimo andamento della crescita del Pil, l’incertezza della politica economica e i rischi associati alle proiezioni sul debito); che aveva vinto la battaglia del terrorismo e che, pur convinto filo-americano, non s’era fatto umiliare da Reagan a Sigonella (in occasione del sequestro dell’Achille Lauro).
Un grande Presidente che arrivò alla guida del Paese in un momento di grave crisi strutturale (quando nell’agosto del 1983 il primo Governo Craxi iniziò ad operare la produzione industriale era crollata del 7% e le quotazioni azionarie precipitavano, al punto che, solo pochi mesi prima, si era stati costretti ad un intervento assolutamente eccezionale: la sospensione per tre giorni dell’attività di Borsa per evitare un vero e proprio tracollo) e che al programma dell’austerità considerata come la sola via d’uscita dalla crisi (proposto dall’on. Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano) seppe contrapporre la politica degli incentivi alla ripresa industriale per far uscire il Paese dalla recessione e dalla stagnazione.
Un grande modernizzatore che non esitò a far votare “si” ai socialisti quando si doveva decidere l’ingresso dell’Italia nello Sme (primo passo verso la moneta unica, ferocemente osteggiata dal Partito Comunista Italiano). Un grande statista che aveva fatto della difesa dei popoli oppressi una ragione di vita. Non ebbe paura di accusare le multinazionali per l’aiuto dato al golpe cileno di Pinochet, così come aiutò i socialisti portoghesi a combattere la dittatura di Salazar. Non ebbe d’altra parte alcuna remora nel denunciare con forza i regimi comunisti dell’Europa dell’Est e a impegnarsi nella difesa del popolo palestinese. Tutti i perseguitati politici, prima o poi, sono arrivati a Roma per incontrare e ringraziare Bettino Craxi per il sostegno (non solo politico) che avevano ricevuto: Sacharov, Pliusc, Havel, Pelikan, Walesa, Dubcek, Ricardo Lagos; gli intellettuali scampati a Castro, Yasser Arafat, Kaddumi, Nemer. Ciò che desiderava per lui lo avrebbe voluto davvero per tutti. Anche per coloro che ancora oggi, a distanza di tanti anni dalla sua morte, non riescono a liberarsi dalla faziosità ideologica e politica.