Ceniccola ambasciatrice della Commissione Europea per il Patto Climatico Europeo

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Riceviamo e pubblichiamo – Dott. Amedeo Ceniccola

La Commissione Europea nell’ambito del Gren Deal Europeo, ha lanciato il Patto Climatico Europeo che punta a coinvolgere i cittadini e le comunità nell’azione di sensibilizzazione per il clima e l’ambiente. Per conseguire questi obiettivi ha nominato dei propri rappresentanti sul territorio e tra questi vi è Fiorenza Ceniccola, amministratrice della Casa di Bacco, laureata in Diritto e Relazioni Internazionali presso l’Università di Sussex e consigliere comunale a Guardia Sanframondi, in qualità di ambasciatrice della Commissione Europea per il Patto Climatico Europeo.

Nell’apprendere la nomina ricevuta da parte della Commissione Europea, Ceniccola ha dichiarato: “Sono particolarmente orgogliosa di questo incarico  e il mio impegno sarà finalizzato a stimolare un ampio coinvolgimento della società sulle tematiche ambientali e sui cambiamenti climatici utilizzando canali e strumenti multipli. Impegnerò tutte le mie energie per fare un’opera di sensibilizzazione su queste tematiche  sulla base di prove scientifiche affidabili e contrastando con tutte le mie forze l’attuazione ideologica del Green Deal.

In poche parole, l’emergenza climatica c’è e la transizione energetica va fatta però, nel contempo, deve essere tutelato lo sviluppo e l’occupazione e  senza dimenticare che le nostre rinunce e adeguamenti servono a poco se, nel contempo, in altre parti del mondo si continuano a costruire centrali a carbone che consentono economie ma nello stesso tempo inquinano anche noi destinati per tali scelte a morire sani ma di fame. E mi riferisco alla Cina, in particolare, a cui è stata riconosciuta nel 2015 dalla conferenza di Parigi la qualifica di Paese “in via di sviluppo” con tutto ciò che ne deriva da tale caratterizzazione.

L’Europa ha un livello di emissioni piuttosto basso rispetto ad altre regione del mondo, non solo grazie a una maggiore efficienza del nostro sistema energetico ma anche perché negli ultimi decenni abbiamo delegato alle aree dell’estremo oriente le attività più inquinanti e più emissive. Per questo, a mio avviso, non può esserci un approccio ideologico a tale problematica. La sfida a cui siamo chiamati è quella di trasformarsi ma … progressivamente. E, soprattutto, questa sfida epocale la possiamo vincere se riusciamo a muoverci tutti insieme”.