Riceviamo e pubblichiamo – Dott. Amedeo Ceniccola
Nei giorni scorsi è stato presentato, nella sala convegni del castello di Guardia Sanframondi, il libro fotografico “L’oro di Guardia” realizzato da Cosimo Petretti, presidente del circolo fotografico sannita e, nel rinnovare le più sincere congratulazioni all’autore del libro, l’occasione è buona per dare una risposta alle domande che più volte sono state formulate dai relatori e, in particolare, dall’on. Roberto Costanzo: – Che cosa si può fare per impedire che l’oro si trasformi in piombo?
Cosa possiamo fare per fermare la fuga dei giovani dalla cosiddetta valle del vino della Campania?A nostro avviso, per dare una risposta a tali domande bisogna, innanzitutto, avere il coraggio di dire alto e forte che “… il prezzo dell’uva è mortificante” e quello che fa aumentare a dismisura la rabbia dei nostri vignaioli (che vivono un disagio esistenziale ai limiti della sopportazione per la cronica bassa redditività che non riesce a coprire nemmeno i costi per coltivare una vigna) è il dover apprendere che in altre parti d’Italia l’uva è pagata 3 euro al chilo. A tal proposito, vale la pena ricordare che, in queste ultime settimane, la “preziosa” uva Falanghina è stata pagata 30/40 centesimi di euro al chilo (come già accaduto negli anni scorsi).
E tutti zitti e mosca!. L’angoscia dei nostri vignaioli è stata lasciata nell’ombra. Pertanto, per evitare che “l’oro si trasformi in piombo” e si continui ad estirpare le viti della cosiddetta vigna del Sannio, occorre dare una scossa al sistema ed arrivare a strutturare anche in Campania un’agricoltura “contrattualizzata” al fine di garantire un reddito accettabile ai nostri vignaioli.
Un’agricoltura “contrattualizzata” intesa come un accordo di filiera, un contratto di trasparenza per fare anche nella valle del vino della Campania quello che fanno in altre regioni del nostro Paese. E’ arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti per impedire che l’oro di Guardia si trasformi in piombo.
