Cusano Mutri, atti vandalici alla nuova sede del Pd

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Comunicato Stampa

“È stata colpita la sede di un nostro circolo con vili atti vandalici – scrive in un comunicato il segretario della Federazione democratica Sannita, Giovanni Cacciano.Antonio Vitelli, responsabile del Partito Democratico della nuova sezione di Cusano Mutri, all’apertura della sede per effettuare le pulizie di rito ha constatato che ignoti avevano danneggiato, asportandola, la targa con il simbolo del partito.

Per di più, sulle vetrine della bacheca del circolo, nella piazza contigua, erano state asportate e strappate le locandine informative affisse per conto del Partito Democratico. Un segnale di intolleranza ma anche di estrema debolezza. Immaginare di rifuggire il confronto politico ricorrendo alla prepotenza anonima richiama epoche ‘grigie e buie’ della storia patria.La nuova sede locale del PD, ubicata nel suggestivo centro storico del borgo titernino, era stata inaugurata meno di un mese fa, lo scorso sabato 18 gennaio.

Una bella e partecipatissima manifestazione inaugurale che aveva da subito destato l’interesse della Comunità Cusanese – da molti anni senza una sede di partito – e dei comuni limitrofi dell’intera Valle del Titerno.Ad Antonio Vitelli, a Patrizio Di Muzio e a tutti gli iscritti e simpatizzanti del PD Cusanese la nostra fraterna vicinanza e il più grande sostegno nel denunciare tali atti vili, compiuti nell’ombra e nell’anonimato.

Lavoreremo con ancora maggiore impegno e passione per la Comunità di Cusano e per l’intera Valle del Titerno, ispirandoci ai valori della partecipazione, dell’ascolto e della solidarietà sociale. La democrazia si fonda sul dialogo e sul rispetto reciproco, non su minacce e intimidazioni. Il Partito Democratico del Sannio, insieme agli Amici e ai Compagni di Cusano Mutri, continueà a prodigarsi, come e più di prima, per una politica fatta “per e con le persone”, condizione per dare forza e gambe al cambiamento dei nostri territori affinché siano finalmente protagonisti e fautori del proprio destino e non comparse cui destinare i ‘resti delle festa’”.