Diocesi di Cerreto sull’incendio a Monte Cigno: “Non giriamoci dall’altra parte”

Condividi articolo
Comunicato Stampa – Azione Cattolica Italiana – Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’Goti – Giovanni Pio Marenna

Ac parrocchiali di Cusano Mutri, Civitella Licinio e Cerreto Sannita: “Incendio Monte Cigno, su responsabilità ambientale e formazione delle coscienze scegliamo di non girarci dall’altra parte“.

Le Associazioni parrocchiali di Azione Cattolica di Cusano Mutri, Civitella Licinio e Cerreto Sannita esprimono una forte sofferenza e preoccupazione per l’incendio appiccato sul costone di Monte Cigno. Episodi delinquenziali che, purtroppo, si ripetono ciclicamente e che violentano le nostre montagne, divorano la nostra terra, causando enormi disagi sociali ai cittadini vuoi per le difficoltà sulla viabilità normale (il traffico veicolare verso Cusano e verso Cerreto) ed eccezionale (persone che necessitano del 118), vuoi per il concreto rischio del pericolo di frane, vuoi anche per i danni economici che vengono arrecati a Cusano e Pietraroja in particolare. Un’incivile mancanza di senso civico o un’irresponsabile follia distruttiva da cui trae un vantaggio qualcuno?

Naturalmente senza voler insegnare il mestiere a nessuno, è questa la primissima domanda da fare, soprattutto qualora dovesse essere accertata la natura dolosa del rogo. Istituzioni, autorità competenti, cittadinanza tutta: dobbiamo tutti gridare a gran voce che non indietreggeremo di un millimetro davanti all’aggressività di gesti che mirano a calpestare e distruggere la nostra terra. È la nostra coscienza per prima ad urlarci di occuparcene. Auspichiamo, quindi, naturalmente che le autorità competenti possano identificare le cause dell’incendio e, soprattutto, che le istituzioni tutte pongano ogni misura di prevenzione possibile, che possa contrastare questo scempio e questo degrado.

“Tutto è connesso, tutto è collegato, tutto è in relazione”, ci ripete continuamente papa Francesco. Il degrado ambientale è lo specchio esatto della nostra attuale società, di una modalità distorta di abitare un territorio. Questo perché l’ambiente è il risultato esatto della relazione tra natura e società. Il riscaldamento globale che rischia di diventare incontrollato, il livello delle acque che s’innalza, il tasso di Co2 nell’atmosfera sempre più elevato, migliaia di specie animali destinate a scomparire. E poi, ancora, la riduzione delle quantità delle varietà dei prodotti nell’agricoltura, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, gli sversamenti illegali di rifiuti e le discariche abusive. Proprio da qualche giorno l’umanità ha consumato l’intero budget di risorse che la Terra aveva a disposizione per il 2020. Siamo di nuovo in debito con il nostro pianeta. Un debito che stiamo continuando ad accumulare dal 1971, il primo anno in cui abbiamo cominciato a richiedere al pianeta più risorse (terreni fertili, acqua potabile, aria pulita, fonti di energia ecc.) di quante quest’ultimo sia in grado di generarne.

L’ambiente naturale e l’ambiente umano si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestassimo la dovuta attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale (LS 48). Le conseguenze più pesanti del deterioramento ambientale cadono sui più deboli e fragili del pianeta, anche se non sempre si ha chiara la consapevolezza della gravità della situazione.

Ringraziando tutti coloro che si sono adoperati per spegnere le fiamme su Monte Cigno (Protezione Civile, Vigili del Fuoco e forze dell’ordine tutte), a noi comunità cristiane cos’è chiesto, ancora più in particolare nel V anniversario dell’enciclica “Laudato Sì”? Mai come quest’anno, tra le crisi che hanno scosso il nostro pianeta, siamo mossi dall’urgente necessità di risanare i nostri rapporti con il creato e l’un l’altro come comunità. Ci troviamo davanti ad una sfida educativa. A noi comunità cristiane, ma anche a noi da cittadini, è chiesto di educarci e di educare alla responsabilità ambientale e alla formazione delle coscienze per sensibilizzare alla cura della casa comune che ci è stata donata dal Signore e per permettere alle prossime generazioni di averne cura a loro volta. Sono elementi assolutamente “inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore” (LS 10). Ed è quello che, come Ac parrocchiali, intendiamo continuare a provare a fare: svolgere il nostro lavoro formativo a servizio delle comunità. Non tutto è definitivamente perduto. Se è vero che c’è una disumanità che non ha mai smesso di avanzare, è altrettanto vero che, nel contempo, l’uomo ha anche dimostrato di essere «capace di divenire lui stesso attore responsabile del suo miglioramento materiale, del suo progresso morale, dello svolgimento pieno del suo destino spirituale» (PP, 274).

La “Laudato Sì” è davvero illuminante su questo perché, auspicando un’ecologia integrata, pone alta l’attenzione sull’ambiente e su chi lo abita. E il primo valore rivoluzionario parte proprio da gesti e azioni quotidiane, comportamenti conseguenti alla spiritualità ecologica in cui fortemente crediamo. E’ il linguaggio della speranza. Piccoli e grandi gesti che alimentano la fiducia nel futuro a partire dall’abitare il presente.