Esterita Selvaggio si è raccontata, in una simpaticissima e vivacissima intervista online, in una chiacchierata informale e simpatica, movimentata e allegra, così come è colorata e allegra lei. Aveva dietro di sé un quadro dai colori accesi, fiori variopinti e l’arancione che spiccava su tutto: se è vero che i colori dell’arredamento che scegliamo rispecchiano la nostra personalità, non potremmo aspettarci un modo di essere diverso della dolce Esterita che, oltre a raccontare di sé, ci ha parlato della sua ultima, bellissima storia, descritta tra le pagine di un libro destinato ai bambini e certamente anche ai più grandi. Esterita è un’insegnante “a righi”, è così che la definiscono i suoi piccoli alunni, quegli alunni che hanno la fortuna di avere una docente dinamica, che sa farli avvicinare a una materia, la storia, che, a primo acchito, può sembrare noiosa. E invece no, lei li ha avvicinati a quest’affascinante, complessa e strutturata disciplina giocando, raccontando, facendoli sentire protagonisti. Esterita ha insegnato anche nella scuola Secondaria, ma alla fine si è ritrovata a scegliere i piccoli alunni della scuola Primaria, quelli che sanno insegnarci più di quanto noi adulti possiamo insegnare loro. È docente di discipline umanistiche, ed è proprio da questo che arriva la definizione di insegnante “a righi”: lei arriva in classe e chiede ai suoi bambini di prendere il loro quaderno a righi e comincia a insegnare con la stessa allegria e passione che mette nella vita di tutti i giorni. Lei per prima si è resa conto di quanto possa essere noiosa, agli occhi dei bambini, una materia come la storia: i piccoli devono imparare date, ricordare fatti e imprese lontani nel tempo e lontani anche dal loro modus vivendi. Perché dovrebbe mai un bambino voler imparare eventi in cui lui non è assolutamente contemplato e di cui non può minimamente sentirsi partecipe? Eventi così lontani dalla sua quotidianità e dinamicità? Ecco com’è nato il primo libro di Esterita, Che storia è questa?: un’esigenza didattica, per poter aiutare i suoi bambini ad affrontare la storia senza grandi perplessità, come un gioco, con vivacità, facendoli sentire piccoli protagonisti. E così, con naturalezza, è nata anche la seconda storia, Babilonese, ridammi il cellulare!, in cui il piccolo Filippo è cresciuto, ma non eccessivamente.
Un bambino che, durante una gita scolastica, perde il suo gruppo di scuola e si ritrova catapultato, insieme all’amico Giosuè, nell’antica Babilonia, con i suoi modi spigliati e vestiti colorati e moderni e il suo cellulare. È lì che fa amicizia con Azir, babilonese, ed ecco che per magia e per la gioia dei bimbi, il moderno e l’antico si incontrano. È questo che vogliono i bambini: imparare la storia sentendosi protagonisti, sentendosi partecipi e immaginandosi nei panni del piccolo Filippo, un bambino nato dalla fantasia di Esterita, ma anche dalla sua “pancia”: molto c’è del suo bambino, in Filippo, un bambino ormai adulto, che Esterita è riuscito a riportare nelle vesti di un giovane ragazzino a spasso nel tempo. Un libro semplice e diretto, adatto ai piccoli ma anche ai grandi, perché come dice Esterita “nessun libro è adatto solo ai bambini, dipende da come leggiamo ciò che viene scritto e leggere libri per bambini aiuta a mantenere la loro tipica meraviglia”. Un libro dalle bellissime illustrazioni ideate da Pasqualina Marrone, una donna creativa e dinamica, non illustratrice di professione, che condivide in primis, con Esterita, la passione per la musica, danze, pizziche e tammurriate.
E se Esterita divenisse talmente famosa, lascerebbe la scuola solo per scrivere? “Io nasco insegnante, sono una maestra e sogno di esserlo finché la vita me lo concederà, non posso farne a meno. Io non voglio essere scrittrice, ma autrice ed essere definita tale mi inorgoglisce e mi imbarazza, perché questi primi due lavori sono frutto di atto di coraggio, quel coraggio che si ha quando si esprime qualcosa nei racconti che si creano e che si fanno agli altri”. I bambini, i suoi bambini, quelli che incontrano tutti i giorni a scuola Esterita, ma anche i suoi piccoli lettori, restano incantati dalla sua scrittura, dalle sue magiche e semplici storie: per loro, l’idea che una persona a loro così vicina possa scrivere un libro è magia pura, è qualcosa di assolutamente eccezionale. I bambini adorano Filippo, un loro coetaneo che ha affrontato le sue paure e le ha guardate in faccia, superandole. Filippo compie un viaggio in luoghi già segnati che vanno ricalpestati per poter guardare avanti. Continuare a guardare indietro significherebbe inciampare, ma Filippo ci insegna che si deve proseguire. Esterita è una donna molto amata, circondata da tanta gente che la apprezza, la stima e le vuol bene e certamente da loro e dai suoi splendidi bambini troverà l’ispirazione giusta per dare un seguito alle avventure del piccolo Filippo, che crescerà certamente, ma saprà coinvolgerci sempre con la sua purezza e il suo coraggio di bambino che esplora il mondo e la vita. Se vuoi ascoltare l’intervista di Esterita Selvaggio, sulla pagina Facebook della Pav Edizioni, clicca qui.
Giornalista