Fiorenza Ceniccola (FI Giovani): “Un albero per ogni nato in Europa”

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Riceviamo e pubblichiamo – Fiorenza Ceniccola, Coordinatrice Forza Italia Giovani – Benevento

Nel prendere atto, con tristezza, che nella stragrande maggioranza dei Comuni d’Italia non è stata celebrata la “Festa degli Alberi”, non posso non stigmatizzare che questo la dice lunga sul ritardo culturale con cui dobbiamo fare i conti e sul grande lavoro da  fare se per davvero vogliamo invertire la rotta e cominciare a riparare i guasti che, nel corso degli anni, abbiamo creato e che rischiano di danneggiare in modo irreparabile la casa comune chiamata “Terra”. La scorsa settimana a Sharm El-Sheikh si sono incontrati per il Cop27 i delegati di 200 Paesi che hanno ribadito quanto deciso lo scorso anno in Scozia  ed approvato un documento finale improntato ad una colpevolizzazione dell’Occidente senza alcun riferimento a quei Paesi che sono i grandi inquinatori della Terra (Cina e India, in primo luogo).

A tal proposito,  nel ricordare quanto deciso lo scorso anno  a Glasgow in occasione del Cop26:

–  porre fine alle deforestazioni selvagge entro il 2030;

–  investire ben 19 miliardi di dollari per la piantumazione di 1000 miliardi di alberi entro il 2050 in tutto il pianeta;

ho deciso di celebrare a Bruxelles (dove vivo da qualche mese per partecipare ad uno stage presso il Parlamento Europeo) la “Festa degli alberi” mettendo a dimora una piantina (che porterò nei prossimi mesi in Italia) e confesso di averlo fatto con l’intento di “raccogliere” idealmente il megafono lasciato a terra da Greta Thunberg e promuovere un’iniziativa parlamentare (sulla falsariga della legge italiana n.113/92 che prevede la collocazione di un albero per ogni bambino nato) per recuperare un’antica tradizione ed avviare una transizione ecologica non ideologizzata come quella invocata dai gruppi di attivisti che appartengono alla rete internazionale A22 che vanno in giro a bloccare le strade e/o ad imbrattare i quadri nei musei. Per farla breve, il mio intento è quello di contribuire a realizzare una transizione ecologica senza fare danni collaterali  e cercando di sensibilizzare il mondo politico sulla necessità di avviare al più presto una piantumazione capillare del pianeta (per dirla con il grande botanico, Stefano Mancuso) per catturare la CO2 senza impoverire la classe media come invece una riduzione “spinta” delle emissioni inevitabilmente provocherà.