Riceviamo e pubblichiamo la nota di una decina di cittadini di Guardia Sanframondi riguardo alla delicata questione del randagismo in paese. La nota è pervenuta alla redazione di Fremondoweb firmata, con esplicita richiesta di mantenere l’anonimato. Ricordiamo che Fremondoweb garantisce l’anonimato sempre, purché almeno la redazione possa sapere chi scrive e possa averne un riscontro e purché non si sfoci in scorrettezze verbali. Nel caso di email anonime anche alla redazione, esse vengono cestinate senza alcuna scusa.
“Il tema della denuncia riguarda il randagismo che interessa il nostro comune Guardia Sanframondi, e l’inattivismo dell’amministrazione nonostante i tanti proclami. Proclami su cui questa amministrazione è diventata specializzata solo che spesso poi non si traducono in fatti. Nella lente di ingrandimento le dichiarazioni e gli atteggiamenti soprattutto del sindaco e di alcuni delegati. Le recenti dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale Raffaele Di Lonardo hanno aumentato dubbi sulle attività concrete svolte e da svolgere riguardo alla soluzione del fenomeno del randagismo tradotte in tanti proclami e in un nulla di fatto, anzi la problematica è sfociata in un totale menefreghismo.
Da troppo tempo il randagismo viene trattato come una occasionale emergenza sociale e, nonostante i rischi per l’incolumità pubblica, se ne sottovaluta e trascura l’aspetto del disagio sociale che lo stesso genera, specialmente nelle nostre periferie. Non si riesce ad apprezzare un progetto concreto, strutturale, che possa arginare l’esponenziale aumento di cani randagi e di quartiere, e garantire il benessere degli animali e dei cittadini stessi. A tale riguardo non è stato gradito dai presenti l’atteggiamento di sufficienza tenuta dall’amministrazione, in risposta in primis alla promessa elettorale inneggiata durante tutta la campagna e in secundis per la totale strafottenza della suddetta alle diverse proposte di cittadini avvenuta nel corso di questi due “lunghi e poco proficui anni”. Le diverse proposte di azione avrebbero stimolato atti di emulazione da parte dei cittadini.
Minimizzare il disagio o la paura dei cittadini, che si sentono privati delle più semplici azioni di vita quotidiana, equivale a mancanza di rispetto della libertà altrui. In campagna elettorale abbiamo da molti sentito: “stiamo considerando il problema”, ma nulla è cambiato sul territorio, anzi abbiamo avuto un peggioramento (almeno il 60% di randagi, cani e gatti, deceduti soprattutto cuccioli. La restante parte entrata in canile e mai più uscita). Questa non può certo dirsi una strategia efficace per le dimensioni del problema, non garantisce la sicurezza dei cittadini né tanto meno quella dell’animale. Chiediamo all’Amm. Comunale tutta, di trasformare in “fatti” tutti i buoni propositi annunciati in più occasioni, e di garantire sterilizzazioni immediate, anche a soggetti maschi che non esitano anche a saltare le recinzioni delle case per soddisfare il proprio istinto. Inoltre, un censimento serio e approfondito della popolazione canina e felina (le colonie di gatti sono frequentemente veicolo di infezioni micotiche contagiose anche per l’uomo) che includa tra i parametri di valutazione, la pericolosità, la facilità di procreazione, e la salute in generale, nonché un serio programma di adozione degli stessi onde evitare l’aggravarsi della spesa sulle casse comunali. Ora la palla passa all’amministrazione, che speriamo presto traduca le parole in fatti”.