Sono stati solidali e collaborativi, molto combattivi eppure ora arriva la richiesta di essere ascoltati. I ristoratori del Sannio e dell’Alto casertano gridano: Non esistiamo e Non resistiamo. Urlano il rischio di fallimento, definitivo e per sempre.
Inizialmente, la maggior parte dei ristoratori si è unita spontaneamente, abbassando le saracinesche delle proprie attività, per garantire la salvaguardia di tutti, loro stessi e i clienti. Anche quando i decreti non imponevano il blocco totale, il loro gesto è stato di assoluta generosità e coraggio. I ristoratori rimarcano che la provincia sannita è la meno colpita dal Covid-19 e comunque, in quanto piccola realtà provinciale, è già abbastanza colpita da fatturati mediamente più bassi rispetto alle medie nazionali.
A gran voce urlano che “si rischia di aggiungere a una situazione disperata una realtà che potrebbe essere a breve, a brevissimo, ancora più disperata, quella della chiusura in blocco per fallimento e protesto di tutte le aziende di questo gruppo. Che non riguarda solo un centinaio di piccole aziende e un migliaio di dipendenti, ma anche tante piccole aziende locali che ci rifornivano, e l’intero settore che, nell’entroterra campano soprattutto, è sempre stato l’unico vero traino turistico ed economico che ha risollevato le sorti di aree interne da sempre bistrattate”. I ristoratori lanciano il loro grido disperato alle istituzioni locali, ai Sindaci, al Governatore De Luca e al Presidente del Consiglio Conte, ma anche al Governo. La situazione è critica: ci sono spese per le utenze e per le forniture di servizi da fronteggiare, fornitori e banche da tenere buoni ogni giorno. Affitti da pagare. I ristoratori, ora piu uniti che mai, al grido #iononresisto chiedono ascolto, vicinanza e aiuto.
Giornalista